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Il presidente Mattarella rientra da Slovenia e Croazia. A breve un viaggio in Serbia e Montenegro
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Venerdì, 24 Aprile 2015 16:34
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Roma - “Non si può accettare l'idea che il Mediterraneo sia un grande cimitero per chi cercava una vita migliore e nutriva delle speranze". È inaccettabile "per chiunque abbia a cuore la civiltà umana". Occorre "intervenire all'origine dei fenomeni migratori", combattendo contro quei criminali che sfruttano masse di disperati.
"Vanno contrastati con tutte le forze e il vigore possibile". Lo chiede il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, che il 24 aprile rientra a Roma dopo due giorni di visite ufficiali prima in Slovenia e poi in Croazia.
L'Italia riceve i primi impegni concreti in quella che si profila essere una iniziativa europea, il contrasto al traffico dei profughi e degli immigrati, in cui il Paese è naturalmente chiamato a svolgere un ruolo centrale.
Sergio Mattarella rientra a Roma dopo due giorni di visite ufficiali prima in Slovenia e poi in Croazia con la garanzia che i due paesi balcanici parteciperanno attivamente alle operazioni nel Mediterraneo. Entrambi hanno già annunciato la messa a disposizione di due unità navali per una forza internazionale a livello almeno europeo.
Mattarella si concede anche una battuta sui nuovi dati occupazionali italiani, prima di lasciare Zagabria e rientrare a Roma. Si tratta di "dati confortanti che naturalmente sono ancora iniziali e vanno presi con cautela. Però sono dati che cominciano a incoraggiare la fiducia. Il che è una cosa essenziale". Del resto "le riforme sono un percorso virtuoso, e questo è fuori di dubbio".
Ma sta a cuore al presidente, che di fatto ha avviato un lavoro di mediazione in tutta la regione che si affaccia sulla costa est dell'Adriatico, sottolineare che ormai si profila una "partnership, una collaborazione fra Paesi europei vicini e amici" perché da parte di tutti "c'e' adesso piena comprensione della gravità".
Una sensibilità che "tocca tutti i profili" della vicenda, quindi non solo le operazioni di soccorso in mare o quelle di contrasto ai trafficanti, ma la vera e propria lotta al terrorismo. Non è sfuggito, infatti, il tono di preoccupazione con cui da parte croata e slovena si è accennato a nuovi focolai nella regione dei balcani occidentali.
L'emergenza profughi e immigrati è solo un aspetto di un fenomeno più vasto e più pericoloso: la pressione del fondamentalismo islamico incarnato dall'Isis parte da Sud, con la Libia, ma può passare anche da Est approfittando di eventuali nuove tensioni inter-etniche e inter-religiose nella regione balcanica.
Non a caso Mattarella si appresta, fra qualche settimana, a recarsi anche in Serbia e Montenegro. Bisogna reagire anche avvicinando il più possibile all'Unione europea i Paesi che in questo momento vivono ai suoi margini.
La storia dell'integrazione è una storia di soluzione dei problemi lasciati aperti da decenni di incomprensioni e rivalità. Sono queste le minacce alla stabilità, cui bisogna rispondere dando un nuovo slancio anche all'integrazione continentale.
Mattarella ha potuto ricordarlo anche alle comunità italiane che vivono in Croazia e Slovenia. La loro condizione, fino a non molti anni fa descrivibile come di soggetti discriminati, oggi non è più un ostacolo.
Il presidente ha ricordato come ormai i confini non esistano più, e anche la moneta sia comune, almeno per quanto riguarda la Slovenia. La presenza di diversità culturali - ha aggiunto - è motivo di arricchimento.
Il Presidente della Slovenia Pahor ha parlato di "due paesi vicini e amici, legati da una quantità di elementi nella storia di tanti secoli, ma proiettati nel futuro che abbiamo in comune".
"Questo - ha evidenziato Sergio Mattarella - si riverbera su tante cose, naturalmente, su azioni bilaterali, sui rapporti che abbiamo insieme in quest'area, nell'Unione europea e nella comunità internazionale, a partire dal tema delle minoranze - che il Presidente ha ricordato e che anch'io condivido - che costituiscono una ricchezza per i nostri due Paesi. Incontrerò nelle prossime settimane, con molto piacere, i rappresentanti della minoranza slovena nel mio Paese".
Italia, Croazia e Slovenia si trovano a dover contrastare semmai nuovi problemi, come per l'appunto quello di mercanti di vite umane.
E su questo dev'essere chiaro che, avverte il capo dello Stato, "non si può accettare l'idea che il Mediterraneo sia un grande cimitero per chi cercava una vita migliore e nutriva delle speranze".
È inaccettabile "per chiunque abbia a cuore la civiltà umana". Occorre allora "intervenire all'origine dei fenomeni migratori", combattendo contro quei criminali che sfruttano masse di disperati. "Vanno contrastati con tutte le forze e il vigore possibile", chiede il capo dello Stato.