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Crisi dell'editoria: il quotidiano "Il Piccolo" di Trieste da 48 a 35 giornalisti in 4 anni
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- Pubblicato Venerdì, 13 Marzo 2015 23:13
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Trieste - La crisi che da oltre 5 anni non dà tregua al settore dell'editoria colpisce pesantemente lo storico quotidiano di Trieste "Il Piccolo". Come fa sapere Carlo Muscatello, presidente dell'Assostampa del Friuli Venezia Giulia, il Comitato di Redazione del Piccolo ha firmato un contratto di solidarietà per il prossimo biennio.
L'azienda aveva fatto richiesta di accedere al meno penalizzante degli ammortizzatori sociali per l'esigenza di ridurre ulteriormente il costo del lavoro giornalistico, in presenza di indicatori di crisi economica anche per l'anno in corso, dopo i risultati in calo degli anni passati.
Ciò è avvenuto mentre il Gruppo Espresso Repubblica Finegil (di cui il Piccolo fa parte, assieme al Messaggero Veneto di Udine) ha presentato sui propri giornali il raddoppio degli utili nel 2014.
La firma è arrivata dopo una lunga trattativa, nel corso della quale il sindacato ha contestato la scelta dell'editore di scaricare sempre e comunque sui giornalisti il costo di crisi vere o presunte. Una possibilità, questa, che purtroppo la legge permette alle aziende e che le nuove normative sul lavoro del governo Renzi non faranno che accentuare.
Il Piccolo - ricorda Muscatello - nel 2011 poteva contare su una redazione di 48 giornalisti. In concomitanza con il passaggio al tabloid, al nuovo sistema editoriale, al full color e al centro stampa goriziano comune ai due quotidiani regionali del gruppo, una serie di pensionamenti (con blocco del turn over) ed esodi incentivati ha portato la redazione a 40 giornalisti.
Fra la fine del 2014 e questo inizio del 2015 altri cinque dipendenti sono andati in pensione e ovviamente non sono stati sostituiti, portando la redazione a 35 giornalisti. Alla fine di questo percorso biennale, nel quale l'azienda chiede anche dei prepensionamenti, la redazione del Piccolo potrebbe scendere a 32 giornalisti (direttore compreso). Un terzo della redazione in meno di cinque anni.
Il contratto di solidarietà sottoscritto, approvato dalla redazione con un voto sofferto ma a larghissima maggioranza, segno anche questo di grande responsabilità del corpo redazionale, prevede 1,41 giorni al mese a testa di solidarietà, 17 all'anno a testa: meno della metà di quanto richiesto inizialmente dall'azienda.
Una penalizzazione dunque piccola, soprattutto se confrontata con quella ben più pesante che da tre anni stanno vivendo sulla propria pelle i colleghi del Primorski Dnevnik, anche loro in solidarietà ma con numeri decisamente superiori. Una penalizzazione accettata dalla redazione del Piccolo perché considerata una sorta di male minore, dinanzi al rischio di ammortizzatori sociali ben peggiori, come la cassa integrazione.
Rimane, però - sottolinea Assostampa - lo schiaffo alla redazione. Alla quale tutti i direttori che si sono succeduti in questi anni a Trieste hanno sempre fatto grandi complimenti. Vien da pensare allora che le responsabilità della crisi, del calo delle vendite e di tutti i conti economici vadano ricercate altrove. Ma a pagare sono sempre e comunque i giornalisti.
I risultati, però, sono sotto gli occhi di tutti quelli che li vogliono vedere. E la realtà, per il presente e per il futuro, parla di un Piccolo sempre più piccolo, con pochi redattori, tanti collaboratori malpagati e tantissime pagine sinergiche prodotte a Roma dall'agenzia del gruppo che lavora per tutti i quotidiani locali Finegil. Trieste sta perdendo, o forse ha già perso, il suo storico quotidiano. Alla città interessa?
Maurizio Bekar, rappresentante dei free-lance, fa osservare inoltre che la vicenda riguarda anche i collaboratori. "La strada imboccata è infatti chiara: Il Piccolo sempre più piccolo, con pochi redattori, tanti collaboratori malpagati e tantissime pagine sinergiche prodotte a Roma dall'agenzia del gruppo" afferma Bekar.
"Sarebbe il depauperamento di una testata, dell'informazione, e dei collaboratori, come sempre indispensabili per la fattura del giornale, ma usati come mano d'opera a basso costo, funzionale ai tagli delle spese di produzione. Ma la produzione a basso costo è antitetica al concetto di prodotto di qualità. E questo vale anche per l'informazione".
Il caso "Gioco del rispetto" nelle scuole materne di Trieste approda sulla stampa britannica
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- Pubblicato Mercoledì, 11 Marzo 2015 00:15
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - A inizio 2015 in alcune scuole materne comunali di Trieste è stato introdotto in via sperimentale un progetto denominato "Gioco del rispetto - pari e dispari", ideato dalla psicologa Lucia Beltramini ed elaborato dalla pedagogista Daniela Paci, con l'apporto creativo della scrittrice Benedetta Gargiulo e della grafica Konstantina Mavroidakos.
Il percorso didattico "lavora per l’abbattimento di tutti quegli stereotipi sociali che imprigionano maschi e femmine in ruoli che nulla hanno a che vedere con la loro natura" fa sapere il Comune di Trieste, sostenitore del progetto.
La sperimentazione, iniziata a Bologna nel 2014, è stata avviata anche nelle materne di Fiumicello (Ud), senza clamore alcuno. Cosa che invece è successa a Trieste, dove un genitore ha segnalato al locale settimanale diocesano l'iniziativa, collegandola al dibattito sul "gender" e reputando che essa interferisca in modo molto negativo nell'educazione dei piccoli.
L'episodio non ha mancato di suscitare scalpore e su di esso si sono espressi esponenti politici di tutto l'arco costituzionale: Lega Nord e Forza Italia hanno deprecato con toni aspri l'interferenza in campo educativo su temi legati alla sessualità, mentre il Partito Democratico ha difeso il programma, precisando che esso non si propone di entrare nel campo dell'educazione sessuale, ma ha lo scopo di abituare fin da piccoli a superare gli stereotipi sulla divisione dei ruoli tra maschi e femmine.
Naturalmente la polemica ha trovato ampia eco dapprima sulla stampa locale, quindi in quella nazionale, per finire poi sul quotidiano inglese "The Guardian" nella rubrica "Italy".
Nell'articolo, dal titolo "Programma scolastico per cambiare gli stereotipi di genere provoca una tempesta in Italia", vengono riportate le posizioni dei diversi esponenti politici riguardo alla vicenda.
Il "Guardian" non manca di riportare le dichiarazioni degli esponenti del Movimento 5 Stelle, i quali sottolineano come le obiezioni al programma provengano da cattolici fondamentalisti che, con i loro pregiudizi, alimenterebbero l'intolleranza.
Il sito del progetto "Gioco del rispetto"
L'articolo sul "Guardian" del 10 marzo
Gruppi del Consiglio regionale richiamati dalla Corte dei Conti: documentazione carente su spese
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- Pubblicato Lunedì, 09 Marzo 2015 17:22
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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FVG - Dopo la "tempesta" delle "spese pazze" del Consiglio regionale FVG, dallo scorso anno nulla sfugge alla Corte dei Conti, neppure un francobollo.
Il 5 marzo scorso il IV Collegio della Corte, composto dai magistrati Carlo Chiappinelli, presidente, Giovanni Bellarosa, consigliere, Marco Randolfi, referendario, ha emesso una deliberazione riguardante il controllo sui rendiconti dei Gruppi consiliari della Regione Friuli Venezia Giulia per l’anno 2014 (1° gennaio – 31 dicembre, XI legislatura).
La verifica ha rilevato la necessità di ricevere ulteriore documentazione sui rendiconti presentati dai Gruppi consiliari della XI legislatura: “Partito Democratico”, “Cittadini”, “Sinistra Ecologia e Libertà”, “Il Popolo della Libertà/Forza Italia”, “Nuovo Centro Destra – Fratelli d’Italia/Alleanza Nazionale”, “Autonomia Responsabile”, “Movimento 5 Stelle” e “Misto”, relativi alle spese effettuate con i fondi erogati dal Consiglio regionale nel periodo di cui sopra.
La Corte dei Conti ritiene necessari approfondimenti e integrazioni per procedere alle valutazioni di competenza su irregolarità e carenze documentali. I gruppi hanno ora un mese di tempo per inviare quanto richiesto dai magistrati.
Vengono contestate essenzialmente spese non documentate, per importi di varie migliaia di euro. Si tratta soprattutto di incarichi di consulenza, per i quali mancano le documentazioni di adempimento degli obblighi fiscali, previdenziali ed assicurativi.
I magistrati hanno effettuato e pubblicato un'analisi di lodevole dettaglio, che contribuisce ad una migliore trasparenza dell'attività politica ed istituzionale. Certamente il Consiglio regionale del FVG è ben lontano dai tempi allegri in cui i gruppi avevano a disposizione milioni di euro. Nel 2014 la spesa complessiva è stata di poco meno di 400mila euro.
Il documento è disponibile su: http://www.regione.fvg.it/asp/DelibereCorteConti/documenti/fto017_delibera_comune_ter_3_6_15_2_04_49_PM.pdf
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