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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Progetti per lo sviluppo urbano sostenibile: in vista lo sblocco dei fondi. Erano congelati dal 2013

Progetti per lo sviluppo urbano sostenibile: in vista lo sblocco dei fondi. Erano congelati dal 2013

Pordenone - Il progetto Pisus (Piano integrato di sviluppo urbano sostenibile), bloccato da mesi a causa di un ricorso al Tar al quale si era rivolto il Comune di Spilimbergo escluso dai progetti, potrebbe partire entro tempi ragionevoli.

Il ricorso era stato presentato nell'estate 2013. Il Tar ha ora fissato l’udienza per il maggio 2015; in seguito a tale comunicazione, il Comune di Spilimbergo ha ritirato la sospensiva.

Il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, ha così commentato la situazione: “basta con i tentennamenti, ora si parte sul serio”.

La Regione dunque non intende aspettare i tempi del Tar e già nei prossimi giorni saranno firmate le convenzioni e liberate le risorse economiche.

Il Comune di Pordenone aveva partecipato al bando Pisus ancora nel 2013 per accedere ai fondi europei destinati alla riqualificazione dei centri urbani.

Il progetto presentato dal Comune, “Pordenone in Rete”, a maggio 2013 era stato approvato, essendosi classificato terzo in regione, dopo i comuni di Tarvisio e Trieste.

L'investimento previsto e che ora dovrebbe sbloccarsi è così suddiviso: 5 milioni di euro per la riqualificazione e infrastrutturazione urbana; 835mila euro per marketing e rigenerazione urbana; 1milione e 200mila euro per contributi alle imprese, opere, acquisizioni e servizi: Per un totale di circa 7 milioni di euro.

Gli interventi previsti sul territorio sono 20: si va dalla riqualificazione della casetta Liberty nel parco Querini, al recupero dell’arredo urbano in corso Vittorio e via Mazzini, per continuare con la realizzazione di alcune piste ciclabili, percorsi nel verde, collegamenti pedonali e marketing territoriale con la messa in rete dei musei, percorsi virtuali e valorizzazione del Noncello.

I primi interventi sono previsti già ad aprile con l’introduzione della telesosta nei parcometri, ovvero la possibilità di pagare il posteggio con un’app dello smartphone, servizio già disponibile anche a Trieste.
Per la riqualificazione delle vie d’acqua con la realizzazione della pista ciclopedonale da via delle Grazie al pontile della fiera la data prevista è dicembre 2015.

Insediamento del presidente Mattarella: per Serracchiani "discorso di sensibilità e di speranza"

Insediamento del presidente Mattarella: per Serracchiani

Trieste - La presidente Debora Serracchiani ha seguito martedì 3 febbraio l'insediamento del nuovo Capo dello Stato Sergio Mattarella in diretta durante la seduta del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, che ha interrotto i suoi lavori per collegarsi con il Parlamento.

Così la presidente: "Mi ha colpito la profondità delle sue parole, la capacità di rivolgersi in modo semplice al popolo italiano. Un grande discorso, fatto di sensibilità e di speranza".

"Ho apprezzato - ha detto Serracchiani - l'attenzione alla Carta Costituzionale e nello stesso tempo alla necessità delle riforme costituzionali, per aggiornare e ammodernare la nostra democrazia. E ho apprezzato la sua attenzione a tutti gli scenari, da quelli interni a quelli internazionali, con il riferimento ai nostri Marò e ai nostri cooperanti che prestano volontariamente la loro opera in luoghi martoriati dalla guerra".

"Mi ha colpito - ha aggiunto Debora Serracchiani - la sensibilità che ha dimostrato per le difficoltà che il popolo italiano sta attraversando, una sensibilità accompagnata dalla speranza che tutti, e in particolare i giovani, possano ritrovare un futuro migliore. Il Presidente Mattarella ha voluto richiamare il principio dell'unità nazionale sottolineando che dare un futuro al Paese deve essere un patrimonio comune, un compito di tutti, e non solo della politica, che avrà comunque il ruolo fondamentale di riavvicinare i cittadini alle istituzioni".

Secondo Serracchiani "la garanzia offerta da Mattarella sul suo ruolo di arbitro è stato un segnale estremamente importante, che auspico aiuti la serenità del dibattito politico".

"Il richiamo ai diritti, alla tolleranza e ai principi inderogabili del vivere civile sul piano nazionale e internazionale - ha concluso - ci convince che il Presidente sarà punto di riferimento anche per aiutare l'Unione Europea a non perdere il senso della proprio missione".

Eletto il Capo dello Stato: si scrive Sergio Mattarella, si legge Matteo Renzi

Capolavoro politico di Matteo Renzi sull’elezione di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica.  Coraggioso, cinico, spregiudicato. Ha fatto scendere in campo un democristiano "doc" e ha sbaragliato la concorrenza. In un colpo solo, ha “fatto fuori” la minoranza del Pd, un “suonato” Berlusconi, un impalpabile Alfano (costretto alla penosa retromarcia dell’ultimo minuto) e gli inconsistenti 5 Stelle condannati, una volta di più, alla completa inutilità politica.

Quello del Presidente della Repubblica si presentava come un passaggio tutt’altro che facile, ricco di numerose insidie per il Premier, memore della “carica dei 101” che un anno e mezzo fa ha silurato la candidatura Prodi.

Le ragioni erano tante: il possibile sfarinamento del Pd, con la minoranza del partito pronta a uscire per formare un raggruppamento di sinistra; il patto con Berlusconi, l’ormai famoso “Nazareno” che imponeva un accordo stretto con il Cavaliere; la tenuta della compagine di governo, alfaniani in primis. Più di qualcuno pensava che sarebbe stato impossibile tenere insieme questi elementi e arrivare in pochi giorni a eleggere il nuovo Capo dello Stato.

E qui sta il capolavoro politico di Renzi: aver superato questo percorso a ostacoli, dando prova di essere un consumato slalomista, portando a compimento una serie di risultati che stanno sotto gli occhi di tutti. Il ricompattamento del suo partito, con la minoranza Pd costretta, al momento, a un rientro nei ranghi; la riduzione a comparsa del suo principale competitor Berlusconi, rimasto nell’angolo a votare scheda bianca, non prima di aver minacciato la fuga sull’Aventino; il ripescaggio dell’alleato di governo Alfano, richiamato all’ordine e, praticamente, costretto a un’autentica giravolta, con il voto favorevole a Mattarella deciso nelle ultime ore.

Da questa analisi emergono un paio di fattori: della grande vittoria politica del Premier abbiamo già detto. Non si può, però, non evidenziare l’attuale pochezza politica del centrodestra, incapace di trovare una valida alternativa, una persona di rango capace di sfidare Renzi alle prossime elezioni politiche, vicine o lontane che siano.

La democrazia dell’alternanza, che ormai ha preso piede anche in Italia dopo decenni votati al consociativismo (a prevalere era sempre la Democrazia Cristiana, abilissima ad accontentare gli amici e, in diversi casi, anche i nemici) non prevede “un uomo solo al comando, ora e sempre”, ma due schieramenti che si fronteggiano, ad armi pari.

Una volta vince uno; se non farà quanto promesso potrà essere “punito” dal popolo che farà prevalere, alla prossima tornata, l’altro. In estrema sintesi, è quanto succede quasi sempre nelle maggiori democrazie occidentali. Ora, un competitor c’è. A quando l’avversario?    

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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