“La misteriosa scomparsa di W” per la stagione Contatto al Palamostre di Udine
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- Pubblicato Sabato, 07 Marzo 2015 23:24
- Scritto da Gabriele Franco
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Udine - Una ricerca, a tratti affannata e a tratti divertita, di una metà ignota, o semplicemente smarrita, quel singolarmente comune sforzo che compone la nostra natura umana, una tensione irrefrenabile e atavica al completamento.
Così fa la signorina V, equilibrista traballante sul filo che divide genio e follia, esemplare unico e paradossale, la scelta migliore per raccontare una dote, o un difetto, di ogni uomo.
E “La misteriosa scomparsa di W” altro non vuole essere se non la rappresentazione di questa instabile stabilità: lo spettacolo, ennesimo successo per la stagione Contatto 33 firmata CSS, ha rapito il Teatro Palamostre di Udine nella serata, emozionate, di giovedì 5 marzo.
Nelle vesti della peregrina V la stupenda Ambra Angiolini, per molti in cerca di una rivalsa teatrale per le “vallettiane” origini televisive, per i presenti in poltrona solo un tripudio di applausi. Un’interpretazione magistrale, coinvolgimento emotivo a go go nel sapiente dosaggio di drammaticità e commedia, innaturale capacità in naturali e repentini cambi di tonalità, elogio alla più totale immedesimazione.
La storia le si cuce addosso come un abito di sartoria, rigorosamente italiano si intende: la penna di Stefano Benni riesci ancora una volta a pescare la specie nel genere, a raccontare con la prima il secondo, storia propria di tutti fatta propria da un singolo, con il più di una sempre attuale collocazione socio economica (di quanto ciò sia un bene si potrebbe discutere), merito anche della regia di Giorgio Gallione.
E quindi si parla di V che cerca la sua W, rewind di un’esistenza fatta di amicizie, affetti, amori, tutto per raggiungere la sua metà di mela, Platone docet. Monologo per un obiettivo che necessita di tentativi: il corpo del coniglietto Walter, i contorni dell’ex fidanzato Wolmer, la sagoma dell’amica Wilma, l’ombra del nonno Wilfredo, tutti sconsolatamente incompatibili con la metà di mela V.
Una missione che deve essere adempiuta in un mondo che l’ha subito amata, illudendola, per poi rinnegarla alla prima occasione e per sempre: la sterilità delle scenografie e al contempo la loro luminosità creano un’altalena tra fiducia e rassegnazione, mostrando pregi e difetti di un mondo che subiamo.
Eppure ogni esperienza ha la sua ratio, trova in qualche modo un suo motivo fondante e delle conseguenze fondamentali, quasi fosse tutto un percorso segnato da un maldestro e impercettibile Pollicino, molliche di un itinerario del quale non ci è dato conoscere la destinazione finale, ma solo la tappa presente.
Al Teatro Bobbio di Trieste in esclusiva regionale “Duum” l’ultimo lavoro teatrale dei Sonics
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- Pubblicato Martedì, 03 Marzo 2015 23:11
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Un viaggio al centro della terra per decidere se fare ritorno. Debutta venerdì 6 marzo alle 20.30, in esclusiva regionale, al Teatro Bobbio “Duum” l’ultimo lavoro teatrale dei Sonics che sta raccogliendo consensi in tutti i teatri in cui è già andato in scena e che li porterà per la prima volta ad esibirsi in Friuli Venezia Giulia.
“Duum” è un salto liberatorio, che permetterà il raggiungimento della superficie terrestre, dove c’è ancora qualcosa di buono che merita di essere visto e vissuto. Ne è convinto l’architetto Serafino, che con i suoi compagni di avventura si prodiga a trovare un modo per farci ritorno attraverso formule matematiche, progettando una macchina che possa consentire l’uscita dal mondo sotterraneo che li ospita. Un mondo mitico, pieno di cunicoli e di grotte nel quale gli abitanti si muovono tra salti nel vuoto ed acrobazie.
I disegni ed i progetti di Serafino danno vita ad un susseguirsi di quadri scenici in cui si sfida la legge di gravità con le acrobazie aeree.
Le performance atletiche diventano poesie di corpi e i giochi di luce e gli effetti speciali, uniti alla colonna sonora originale, amplificano la bellezza del “fare e creare insieme”.
A rendere ancora più surreale l’atmosfera a teatro, portando lo spettatore ad essere quasi sospeso tra sogno e realtà immergendosi completamente nella storia è l’utilizzo della tecnica del Matte Painting, ovvero la realizzazione di scenari videoproiettati.
Compagnia torinese di acrobati, artisti e performer di fama internazionale, i Sonics trasformano passione e sogni in spettacoli aereo-acrobatici, dimostrando che un solido gioco di squadra, un duro allenamento e una creatività condivisa possono portare a risultati inimmaginabili.
Nel loro curriculum spettacoli e performance aeree di grande effetto presentate nelle più belle città e località italiane, europee e del mondo, da Edimburgo a Francoforte, da Parigi ad Atene, e poi ancora a Miami, Mumbai, Beirut, Kiev e Dubai
Creato e diretto da Alessandro Pietrolini con i testi di Antonio Villlella, con i costumi di Ileana Prudente e Irene Chiarle e le luci e gli effetti speciali di Monica Olivieri e Niki Casalboni, Duum è pensato insieme a Ileana Prudente, Claudio Bertolino, Viola Cappelli, Irene Chiarle, Giorgio Richetta, Micol Veglia, Lucio Rizzi, Federica Vaccaio e prodotto da Fanzia Verlicchi per Equipe Eventi
Lo spettacolo sarà in scena solo venerdì 6 marzo alle 20.30 ed è inserito nel Circuito Danza della Contrada.
La giovane compagnia Ippogrifo mette in scena l'Antigone al Teatro Nuovo Giovanni da Udine
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- Pubblicato Martedì, 03 Marzo 2015 15:33
- Scritto da Gabriele Franco
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Udine - Confrontarsi con un classico, il tentativo di riappropriarsene per darne nuova linfa scenica, porta con sé un inevitabile confronto con l’aleatorietà, motivo di responsabilità e tensione per attori e regia, sintomo di diffidenza mista a curiosità per lo spettatore.
La giovane compagnia Ippogrifo ha fatto la sua scommessa, inscenando l’Antigone di Sofocle e proponendo la sua giocata al Teatro Nuovo Giovanni da Udine nella serata di sabato 28 febbraio.
Lo spettacolo, secondo appuntamento della rassegna “Giovani compagnie e classici”, è una sfida, sempre reverenziale, al mostro sacro della tragedia greca, capolavoro impermeabile al tempo per la sua sempreverde attualità, motivo di fascino certo, ma non per questo improduttivo di riflessioni critiche sul presente, anzi.
Fedele alla struttura narrativa originale, il contrasto nella Tebe antica tra il sovrano Cretone e la giovane Antigone per la sepoltura da concedere ai due fratelli Eteocle e Polince, l’uno morto per la patria, l’altro come traditore, ciò che di sicuro affascina della recita sono le scelte rappresentative.
Un palcoscenico in continuo mutamento accompagna la vicenda: spogliato dei tradizionali allestimenti scenici si mostra nudo al pubblico, presta il suo scheletro e le sue mastodontiche nervature ad un salotto tragico di ambientazione novecentesca.
Gli stendardi, simboli perentori del potere, sono l’unico elemento fisso e immutabile, a richiamare una collocazione spazio-temporale nella Germania nazista assai innovativa e originale, seppur non del tutto e fino in fondo sfruttata.
Ulteriore elemento di rinnovamento, nella la regia di Alberto Rizzi, è il vestito scenico, blu-nero o bianco-oro qui non rileva: il classico coro greco è implicitamente presente e demanda la sua funzione agli stessi protagonisti, assumendo i dialoghi la forma del canto, del ballo, del suono.
Nondimeno l’Antigone è sempre l’Antigone, al di là di ogni ambientazione o vocalizzo, contenitore sintetico eppure senza fondo di grandi temi, primo tra tutti la concezione del diritto e il suo rapporto con la legge: la contrapposizione tra diritto naturale e diritto positivo viene incarnata nei due protagonisti, con Antigone quale protettrice e sostenitrice di quella legge morale che discende direttamente dagli dei, e Cretone quale fedele adepto del primato della legge da lui stesso promulgata.
Di sicuro rilevo poi altri temi quali il rapporto tra potere e libertà o il ruolo della donna: tutti di certo motivo di ragionamento, soprattutto se slegati da una connotazione storica di contorno e letti con la consapevolezza della loro concreta rilevanza nell’epoca attuale.
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