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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Successo meritato per "Father and Son" al Teatro Nuovo Giovanni da Udine

Successo meritato per

Udine - Consanguinei, eppure in gestazione di generazioni diverse; amici fraterni, eppure spesso nemici irriducibili, magari solo per partito preso, testardaggine aprioristica; vicini nell’affetto, eppure così lontani nella vita.

È il rapporto padre-figlio, la contrapposizione nell’unione, il dissidio che riguarda ogni uomo, unico di per sé in quanto vivibile sotto la bandiera di entrambe le fazioni, ahinoi in periodi distanti ed inconciliabili dell’esistenza, cavallo di Troia inutilizzabile, o il più delle volte sprecato.

Come spiegare tutto questo? Con che vena tentare di tratteggiare una fenomenologia, con l’universalità umana che si impone a requisito di fondo?

Ci hanno provato (e ci sono riusciti) Michele Serra, Giorgio Gallione e Claudio Bisio, trittico d’eccellenza: i testi del primo, la regia del secondo e l’interpretazione superlativa del terzo sono la schiuma marina per la Venere “Father and son”, presentatasi ad un pubblico udinese in visibilio il 25 e 26 febbraio al Teatro Nuovo Giovanni da Udine.

Spettacolo da standing ovation quello nato dalla collaborazione vincente tra le stagioni del Teatro Nuovo Giovanni da Udine e di Teatro Contatto 33, red carpet di emozioni ed ironia.

È Claudio Bisio, omissis di presentazione dovuta, il protagonista della vicenda, eroe al contempo antieroe, uomo e padre a doversi confrontare con sé stesso e con un figlio assente, solo fisicamente, spesso succube e inerme di fronte ad una lontananza devota alla diversità inconciliabile.

La discussione con sé stesso verte su quella interpellanza che ogni uomo si pone nei momenti che anticipano e seguono il parto: chiedersi quale tipo di padre si vorrà essere. Non c’è risposta univoca né tanto meno corretta: la chimera del padre amico cozza con il retaggio autoritativo del pater familias.

Ciò che ne risulta è un ibrido interessante, ma pericoloso. Pericoloso perché indebolisce, impedisce di trovare la soluzione al caso concreto, acceca la ragione dell’univocità di approccio, di una formula vincete.

E allora come reagire a questa generazione di “sdraiati”, quasi impassibili alla vita, svogliati se non si tratta di nuovi arti tecnologici, ragazzi multitasking esclusivamente al di fuori della realtà.

La sbornia sentimentale è all’ordine del giorno per i papà di oggi, repentini sbalzi di umore misti a disorientamento, altalena tra deliri di onnipotenza e complessi di inferiorità, il tutto senza la consapevolezza, o la speranza, che basterà aspettare la mattina del giorno dopo: un caffè e delle aspirine qui non bastano.

Le musiche interpretate dal vivo da Laura Masotto (violino) e Marco Bianchi (chitarra) accompagnano lo spettatore tra acuti di drammaticità e strapiombi di ilarità: un registro linguistico davvero insuperabile, eredità dei testi di Michele Serra, si lega e si adatta alla quotidianità di un padre alla ricerca di un quid indefinito, in una stanza mutevole, teatrino spiritoso per giochi d’ombra semiseri.

Un percorso, quello del padre, che non ha quindi fine, quasi una scalata al monte della vita della prole, impossibile da percorrere da solo per entrambi: l’unico modo per sopravvivere, e far vivere, è indicarne la via per vedersi sorpassare e poter finalmente invecchiare.

Accolgo infine come lascito di questo spettacolo, uscendo per un attimo dai canoni di oggettività propri del giornalismo, l’occasione irripetibile di vivere la rappresentazione nelle sole vesti di figlio, riuscendo nondimeno a sentirmi partecipe della figura paterna: la speranza di poter, forse e finalmente, riuscire a usare correttamente questo cavallo di Troia.

L’invenzione della solitudine di Paul Auster con Giuseppe Battiston al Rossetti

L’invenzione della solitudine di Paul Auster con Giuseppe Battiston al Rossetti

Trieste - Squadra di creatori di prima grandezza per L’invenzione della solitudine di Paul Auster: ne è protagonista Giuseppe Battiston, diretto da Giorgio Gallione.

La star del jazz Stefano Bollani ne ha composto le musiche. Il monologo è ospite del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia per altripercorsi, il 28 febbraio e l’1 marzo alla Sala Assicurazioni Generali”.

«Gli oggetti di un morto sono spettri»: ne L’invenzione della solitudine la scenografia – un disordine di scarpe, vestiti, cravatte appartenute a un uomo da poco deceduto – traduce perfettamente questa battuta, e assieme riflette il caos che travaglia l’animo e le emozioni del figlio di costui, chiamato a “mettere ordine” e a fare i conti con l’improvvisa assenza di un padre assente, in realtà, da sempre…

L’invenzione della solitudine di Paul Auster con Giuseppe Battiston va in scena per la regia di Giorgio Gallione. Le scene e i costumi sono di Guido Fiorato e le musiche di Stefano Bollani. Firma le luci Aldo Mantovani. È prodotto dal Teatro dell’Archivolto con lo Stabile di Genova.

L’invenzione della solitudine è in cartellone al Politeama Rossetti solo sabato 28 febbraio alle ore 20.30 e domenica 1 marzo in pomeridiana alle ore 16. I biglietti si possono acquistare presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, ed i consueti circuiti e accedendo attraverso il sito www.ilrossetti.it all’acquisto on line. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

 

La memoria di Medea di Vicic al Rossetti

La memoria di Medea di Vicic al Rossetti

Trieste - L’autore triestino Ugo Vicic reinterpreta in chiave contemporanea il mito di Medea e ne trae un suggestivo monologo – La memoria di Medea – che va in scena nella regia di Paola Bonesi, con protagonista Dora Di Mauro. Lo spettacolo è in programma per il cartellone altripercorsi dello Stabile regionale da stasera  mercoledì 25 febbraio  fino al 27 alle ore 21 alla Sala Bartoli.

Paola Bonesi, regista de La memoria di Medea, abbraccia appieno l’originale chiave di lettura che Ugo Vicic sceglie per elaborare questo classico greco e si affida per il ruolo del titolo al talento di Dora Di Mauro.

In effetti è molto avvincente la rilettura di Medea che ha concepito questo autore e regista triestino, dalla preziosa carriera artistica: egli lega uno dei tabù più laceranti di tutti i tempi, ad un quotidiano – il nostro – in cui esso è sempre più dolorosamente e inspiegabilmente presente.

Può una madre uccidere la propria creatura? Dalla Medea di Euripide alla Gretchen goethiana, dalla psicologia alle cronache attuali, tutto ci dimostra che il delitto più inumano e inquietante appartiene alla nostra storia e al nostro presente.

Come molte mamme-assassine di oggi, la Medea di Vicic ha rimosso la sua colpa, ma al suo stato psicologico non corrisponde un equilibrio fisico: la protagonista infatti soffre atrocemente, è percorsa da ansie, tremori, fobie, crisi di panico.

Uno psichiatra l’aiuterà e proprio durante una seduta, riacquista la memoria, grazie all’impressione violenta di riascoltare la ninna nanna che cantava ai suoi bambini.

Ma non è questo il solo colpo di scena: Medea infatti si oppone immediatamente all’idea di essere un’infanticida, una donna folle o depressa. E allora bisogna indagare, capire da chi viene l’accusa, chi è davvero il colpevole. Il monologo si sviluppa allora come un thriller psicologico, un giallo che non lesina svolte improvvise, rivelazioni e un finale che non ci si aspetta.

Una dimensione affascinante che fonde cultura classica a sensibilità e capacità di scrittura moderne, e trova un ulteriore punto di forza nell’appassionata adesione dell’attrice e della regista, due sensibilità femminili per scrutare nella tormentata voragine dell’animo di Medea.

La memoria di Medea di Ugo Vicic per la regia di Paola Bonesi è interpretato da Dora Di Mauro. Le scene ed i costumi dello spettacolo sono di Andrea Stanisci, le luci e il coordinamento di Peppe

Pizzo, mentre le suggestioni marine sono di Marcello Franchin. La memoria di Medea è una produzione Step srl. Lo spettacolo va in scena alla Sala Bartoli da mercoledì 25 a venerdì 27 febbraio con inizio alle 21.

I biglietti per lo spettacolo si possono acquistare presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, regionale, ed i consueti circuiti e accedendo attraverso il sito www.ilrossetti.it all’acquisto on line.

Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

 

 

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