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Mar12032024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Ai Fiori il gusto per l’arte con Fabio Di Bella

Ai Fiori il gusto per l’arte con Fabio Di Bella

Trieste - S’inaugura, domenica 2 ottobre, alle ore 19, a Trieste, presso la Trattoria ai Fiori (al n. 7 di piazza Hortis), una mostra dell’artista Fabio Di Bella, composta da venti piccole opere su carta dedicate alla città di Trieste.

Si tratta di una serie di paesaggi del sogno e della realtà, dove il segno graffiato che si sovrappone all’immagine finge la patina del tempo, ricordando allo stesso tempo una modalità espressiva caratterizzata dall’immediatezza percettiva e dalla velocità esecutiva, tanto che a proposito di queste opere è lecito parlare di valori difficili da definire, come la “visione” e il “desiderio” che si sovrappongono e si compendiano l’uno con l’altro. Il motivo del desiderio, che fa nascere la visione (l’opera) e la soggettività di questa (il punto di vista), sono sempre state istanze costanti nelle opere degli artisti di tutto il primo Novecento: l’entusiasmo del desiderio ci regala l’emozione, ed è proprio la forte carica emozionale la caratteristica più tipica di questi suoi ultimi lavori, tanto da poter pensare che possano ritenersi anche godibili a livello visivo, per impatto cromatico o come testimonianza di un viaggio o di un appunto schizzato a memoria.

L’emozione esalta, allora, la percezione dell’oggetto raffigurato (fondali architettonici, quinte sceniche), deformandolo e alterandolo: i piani si confondono, il colore deborda ed esplode, pulsa e amplifica a dismisura il suo battito forte di energia, virando anche su tinte acide e talvolta incongrue.

La serata, presentata da Camilla Pasqua, è stata realizzata con il sostegno dell’Associazione Juliet. Il rinfresco del vernissage viene offerto da Villa Parens di Giovanni Puiatti.

La mostra sarà visitabile fino al 30 gennaio 2017. Orario di apertura: da martedì a sabato, pranzo e cena.  Per ulteriori info: 329 2229124.

 

 

 

 

Juliet riparte con “Spazio libero officina artistica”

Juliet riparte con “Spazio libero officina artistica”

Trieste - Venerdì 30 settembre 2016, alle ore 18, presso il Centro Direzionale di Trieste della Banca di Credito Cooperativo di Staranzano e Villesse (al n. 20 di via Roma, I piano) si terrà l’inaugurazione della mostra di “Spazio libero officina artistica”, con le opere di Fabio Di Bella, Stefano Marino, Marco Saija, Orazio Sturniolo, Eugenio Vanfiori, presentazione di Camilla Pasqua, e con la partecipazione degli artisti.

Questo è il primo evento annuale organizzato dall’Associazione Juliet presso la sede direzionale di Trieste della BCC di Staranzano e Villesse, sfumando in questo modo l’assetto bancario di mero luogo dedicato alla finanza e al risparmio per lanciarlo anche in una prospettiva inedita di “open space” culturale aperto non solo ai soci bensì all’intera città. Banca/vetrina di opere e interventi della cultura locale e non che vengono ulteriormente e capillarmente  diffusi anche attraverso mini “interventi” di richiamo nelle filiali della BCC della provincia di Trieste.

Il tema conduttore che unisce, in questo contesto, le opere di questi autori (che toccano i generi espressivi della pittura, della fotografia, della scultura e del video) è quello del segno, e per come emerge anche dal titolo della mostra, l’appartenenza a un medesimo gruppo di lavoro che a Messina ha realizzato opere di public art e che nella serata saranno documentate da un filmato e da una proiezione di immagini.

Il rinfresco del vernissage sarà offerto da Girardi Spumanti; l’iniziativa è organizzata dall’Associazione JULIET con la partnership di Sara Residence. La chiusura della mostra è prevista per il 30 ottobre; orario di visita da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 12.00.

Per ulteriori info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

L’artista Franco Dugo terrà un laboratorio d’arte incisoria alla mostra “Il segno ritrovato” a Palazzo Attems

L’artista Franco Dugo terrà un laboratorio d’arte incisoria alla mostra “Il segno ritrovato” a Palaz

Gorizia - Le tecniche incisorie dell’artista Hans Steiner _ Rio, protagonista con le sue opere della mostra in corso a Palazzo Attems di Gorizia, “Il segno ritrovato”, saranno al centro di un intenso momento laboratoriale sull’arte incisoria a cura di uno dei più noti artisti della nostra regione, il pittore e incisore goriziano  Franco Dugo che domani, martedì 20 settembre alle 17, offrirà la possibilità di conoscere i segreti di questa particolare tecnica mostrando dal vivo l’esecuzione di una stampa con l’utilizzo del torchio originale di Hans Steiner.

La mostra che i Musei provinciali dedicano fino al 13 novembre prossimo a questo grande artista - realizzata e promossa dall’Associazione Culturale Ethos e in collaborazione con i Musei Provinciali di Gorizia e la Regione Friuli Venezia Giulia - è in assoluto la prima retrospettiva mai realizzata con una ricca panoramica sul mondo inciso di Steiner _ Rio, che nelle sue opere ha sempre fatto ricorso a varie tecniche incisorie percorrendo temi legati alla possente vita naturale dei territori brasiliani, da lui profondamente conosciuti e amati.

Il laboratorio ideato da Franco Dugo per mostrare sa vivo come si realizza una stampa a partire delle lastre originali incise, è ad ingresso gratuito ma con prenotazione obbligatoria, che può essere effettuata chiamando i Musei ai numeri. 0481 547499 / 0481 547541.

 “Conobbi Hans Steiner casualmente nella primavera del 1968”, racconta Dugo. “La vista delle sue opere grafiche provocò in me un’emozione fortissima, la sensazione era quella di essere entrato in un altro mondo. Allora, il mondo della calcografia mi era totalmente sconosciuto. Sentivo che quello che vedevo era quello che avrei voluto fare e che quel mondo dovevo conoscerlo”.

“Mentre ero travolto da quelle sensazioni, mi accorsi che, in fondo alla sala, un uomo stava conversando con diverse persone. Immaginai che fosse l’artista. Mi decisi e mi presentai intimidito. Non era molto alto, la fronte ampia e spaziosa, la testa quasi del tutto calva, il viso magro e ossuto, gli zigomi alti, le guance scavate e ben rasate, le labbra sottili, le sopracciglia folte e scure, gli occhi penetranti ma quieti, la carnagione bruna di uno che è stato molto all’aria aperta e sotto il sole, l’espressione un po’ severa ma tranquilla. Si rese conto del mio imbarazzo e, con molta gentilezza e disponibilità, si apprestò a rispondere alle mie domande. Ebbi la sensazione che gli faceva piacere parlare del suo lavoro. Nonostante si fosse subito accorto della mia totale ignoranza, con voce calma, senza fretta, esprimendosi in un italiano dall’accento misto a tedesco e portoghese, mi spiegava i vari procedimenti di esecuzione usando termini che non conoscevo: acquaforte, acquatinta, puntasecca, maniera nera, vernice molle, bitume giudaico, colofonia, acido nitrico, percloruro di ferro, morsura ed altri ancora”.

Molti anni dopo, quando anch’io ero diventato un artista incisore, mi resi conto di quanto sia difficile spiegare, solo a voce, le tecniche dell’incisione a qualcuno digiuno in materia”, spiega ancora Franco Dugo. “Costante è stato il rammarico negli anni di non aver frequentato Hans Steiner. Il suo ricordo mi ha accompagnato sempre assieme al pensiero che lui avrebbe potuto essere il maestro che non ho avuto”, conclude l’artista goriziano.

La mostra Hans Stainer_Rio\Il segno ritrovato” presenta circa un centinaio di opere, tra incisioni e lastre originali, e la sorprendente forza espressiva dell’opera incisoria di Hans Steiner, la sua storia artistica e personale vengono settimanalmente raccontate al pubblico nel corso di una serie di visite guidate gratuite (previo normale costo di ingresso al Palazzo Attems). Giovedì 22 settembre alle 18.00 sarà il critico d’arte Giancarlo Pauletto, curatore del progetto e membro del Comitato scientifico, a spiegare le tecniche e le opere di Hans Steiner.

 

Info al: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.hsteiner.it

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