“Trait d’union”: con le opere di Elisabetta Bacci e Mirko Rajnar al Museo Carà di Muggia
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Lunedì, 27 Giugno 2016 09:34
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
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Muggia (Ts) - Giovedì 7 luglio alle ore 19, s’inaugura al Museo d’Arte Moderna Ugo Carà di Muggia, la mostra “Trait d’union” con le opere di Elisabetta Bacci e Mirko Rajnar. L'esposizione è curata da Roberto Vidali e organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Muggia e dall’Associazione Juliet all’interno del programma PRACC che l’Amministrazione Comunale ha varato già nel 2007 assieme alle associazioni culturali Photo-Imago, Gruppo78 e Juliet con l’intento di promuovere e valorizzare le nuove forme artistiche contemporanee, in una prospettiva nazionale e internazionale. Il brindisi inaugurale della mostra, che si avvale dell'adesione alla Casa dell'Arte di Trieste, è offerto da Girardi Spumanti e Panificio Pasticceria Giudici, e prevede un intervento musicale di BTaste.
Motivi, situazioni, temi, all’apparenza diversi, si dispiegano in un unico progetto espositivo, quasi in una sorta di contrappunto, confronto e dialogo. E, sebbene la declinazione delle singole opere conduca a una apparente diversità, l’impeto conduttore, per ambedue questi artisti è il medesimo: l’impeto che li unisce è il ragionare sulla luce, attorno alla luce, con la luce. Un modo questo, per dire che il colore, è il vero e proprio assillo del loro pensiero e il loro profondo punto di comunione. Il colore in tutte le sue declinazioni cromatiche e nella disposizione alternata nel caso della Bacci e nell’intera possibilità del suo azzeramento nel caso di Rajnar.
Per Elisabetta Bacci, la stesura del colore si manifesta nella costruzione dello spazio disegnato, diviene architettura come definizione del dettaglio all’interno della macrostruttura e come definizione di luoghi simbolici definiti per sagome geometriche semplici e appiattite, mentre nel secondo il colore diviene sottrattivo, pastellato, sfumato. Curiosamente nel ciclo “Jutro” (qui presentato nella sua complessità di un ciclo tematico che inizia nel 2001 e si conclude nel 2016) diviene persino afferente a un’origine figurativa. Certo, si tratta di una figurazione, di un’immagine quasi scomparsa, messa a riposo sotto cumuli di pigmento. Più difficile percepire l’oggetto delle trame nella pittura della Bacci: un trapezio è il molo, un rettangolo d’oro è la “Tebah”. Quasi un assoluto in variazione cromatica e di misura.
Non che si possa parlare di lavori seriali per questi due autori, ma, in ogni caso, l’istanza conduce a questa tensione (o, per dirla in altro modo, potrebbe aprire anche a questa possibilità): la ripetizione come gioco di perfezione, la sequenza come schema compositivo.
Un dialogo non solo tra linguaggi che presentano spunti in comune, ma anche tra autori di formazione diversa (Bacci si è formata all’Accademia di Belle Arti di Genova, Rajnar in quella di Lubiana), e anche tra culture e modi di sentire il mondo davvero diversi: più solare e spirituale la prima, più cupo e materialistico il secondo.
La mostra, promossa dall’Associazione Juliet, con l’adesione della Casa dell’Arte, sarà visitabile sino a domenica 31 luglio. Orari: da martedì a venerdì 18 – 20, sabato 10 – 12 e 18 – 20 festivi 10- 12. Ingresso libero
Per informazioni: Comune di Muggia – Assessorato alla Cultura – tel. 040 3360340
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