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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

Arte moderna slovena contemporanea: il ministro della cultura della vicina Repubblica a Villa Manin

Arte moderna slovena contemporanea in mostra. Il ministro della cultura sloveno a Codroipo

Codroipo (Ud) - Una nuova, importante mostra è in programma a Villa Manin di Passariano dal 12 aprile al 22 giugno prossimi. “La magia dell’arte. I protagonisti dell’arte moderna slovena, 1968 - 2013”, comprende le opere delle generazioni di pittori, scultori, grafici e fotografi contemporanei che hanno contribuito a formare la cultura negli spazi nazionali comuni dell'ex Jugoslavia.

La mostra - che può contare sull’Alto Patronato del Presidente della Repubblica di Slovenia Borut Pahor ed è organizzata in collaborazione con l’Azienda speciale Villa Manin - occuperà i due piani dell’esedra di levante del complesso di Passariano.

L’esposizione, curata da Aleksander Bassin, nasce dalla volontà di seguire gli avvenimenti artistici in Slovenia e nell’ex Jugoslavia, a partire dal 1968, anno di vivo fermento anche dal punto di vista artistico e caratterizzato dalla voglia di dar vita a un nuovo modo di fare arte.

La volontà degli organizzatori è quella di presentare una mostra completa: tra gli artisti scelti, le cui opere arrivano dalle collezioni pubbliche e private o direttamente dagli autori, sono presenti in mostra  51 pittori, 17 scultori, 6 grafici e 19 fotografi.

Alle loro opere, divise cronologicamente in decenni, si aggiunge anche una “mostra nella mostra” dal titolo “Paesaggio come preoccupazione tematica nella pittura e fotografia slovena”, che rappresenta una singolare e convincente tipicità slovena dall’apparizione - agli inizi del secolo scorso - dei quattro grandissimi dell’impressionismo sloveno: Rihard Jakopič, Ivan Grohar, Matija Jama e Matej Sternen.

La cerimonia inaugurale è fissata per sabato 12 aprile alle 18.00 alla presenza del Ministro della Cultura della Repubblica di Slovenia Uroš Grilc, dell’Ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Slovenia in Italia Iztok Mirošič, del Capo di Gabinetto del Presidente della Repubblica di Slovenia Alia Brglez, dell’Assessore regionale al lavoro, formazione, istruzione, pari opportunità, politiche giovanili e ricerca della Regione Friuli Venezia Giulia Loredana Panariti e del Sovrintendente dell’Azienda speciale Villa Manin Piero Colussi. Saranno presenti anche molti degli artisti esposti in mostra.

L’entrata alla mostra è libera e segue i seguenti orari: martedì-venerdì: 15-19; sabato, domenica e festivi: 11-20; lunedì chiuso.

Pordenone, Diana Bracco inaugura la mostra di Angiolo D'Andrea

Pordenone - Grande evento espositivo a Pordenone, dal 10 aprile al 21 settembre, dedicato alla riscoperta della figura di Angiolo D’Andrea (1880 – 1942) pittore originario di Rauscedo.
 
Si tratta di un pittore schivo e introverso protagonista della stagione artistica dei primi decenni del XX secolo tra Simbolismo e Novecento. Attivo soprattutto in Lombardia e a Milano (ove si trasferì definitivamente nel 1906) e sensibile alla integrazione tra le arti, fu forse proprio la sua indifferenza alle luci della ribalta, insieme con la malattia che nell’ultimo decennio lo costrinse a ritirasi dalla scena, a far scordare Angiolo D’Andrea a parte della critica dopo la sua morte.
 
Ad evitare la dispersione dell’opera di Angiolo intervenne Elio Bracco, fondatore dell’omonima azienda farmaceutica che, poco prima della scomparsa dell’artista già gravemente malato, decise di acquistare in blocco l’intero fondo di dipinti esistenti nello studio milanese, preservandoli in tal modo dallo smembramento.
 
Seguendo un vecchio desiderio di Elio, che aveva conosciuto ed era legato a D’Andrea - “è mio vivo desiderio che rifulga l’opera di questo maestro” scriverà a uno degli eredi del Maestro dopo la sua morte - la Fondazione Bracco e in particolare la sua Presidente Diana Bracco hanno ora deciso di riportare l’attenzione sulla produzione e sull’avventura artistica del pittore friulano, promuovendo, nel 2012 a Milano e ora nelle sua terra d’origine, la prima grande esposizione a lui dedicata, affidata alla cura di Luciano Caramel e con un catalogo edito da Skira ricco di contributi storico-critici.
 
“Questa mostra ha per Fondazione Bracco e per la nostra famiglia un significato particolare”, ha affermato Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco. “Ai motivi artistici si aggiungono infatti ragioni familiari, che affondano le loro radici nella biografia stessa di D’Andrea e nel suo rapporto con mio nonno Elio. Realizzarla oggi a Pordenone, terra natale dell’artista a cui lui rimase sempre molto legato, ci è sembrata un’iniziativa in un certo senso “dovuta”, sia nei confronti di nostro nonno e del suo impegno in veste di imprenditore e di mecenate, sia nei confronti di Angiolo D’Andrea, un artista italiano che merita di essere riscoperto in tutto il suo valore. Comunicato Stampa Un progetto in piena sintonia con gli obiettivi della Fondazione che si propone tra le altre cose di promuovere e valorizzare il patrimonio culturale, storico e artistico italiano a livello nazionale e internazionale quale contributo al benessere della collettività”.
 
Circa 120 opere dunque tra dipinti e disegni (una novantina di proprietà della famiglia e della Fondazione Bracco, altre rinvenute presso gli eredi D’Andrea o in collezioni pubbliche e private) saranno esposte a Pordenone, in collaborazione con il Comune di Pordenone, presso la Galleria d’arte Moderna e Contemporanea “Armando Pizzinato”.
 
Qui, dodici opere nuove rispetto alla mostra milanese, che già esponeva lavori per la maggior parte inediti, daranno conto di ulteriori progressi negli studi e nella conoscenza dell’artista: un eccellente colorista che sviluppò una complessa e diramata ricerca stilistica nei decenni in cui ebbe modo di lavorare, influenzato inevitabilmente anche dall’evolversi del contesto italiano e mitteleuropeo, non solo culturale, ma in cui sempre appare presente una grande sensibilità: sia che egli affronti il tema della natura e del paesaggio, sia quello della religiosità e del sacro – importante e ricco il ciclo di dipinti sulla Vita di Maria realizzato tra il 1922 e il 1925 - il dramma della Guerra, con le struggenti testimonianze ad esempio dell’incendio devastante di Telve in Valsugana, o l’eros femminile e la maternità.
 
La mostra segue dunque il percorso compiuto dall’artista in una successione cronologica, a partire dalla sua collaborazione con la rivista “Arte italiana decorativa e industriale” diretta da Camillo Boito, lasciando spazio però ad approfondimenti sulle tematiche che più hanno interessato e impegnato D’Andrea, portandolo a una pittura evocativa, ricca di poesia e di simbolismi che, nonostante l’oblio postumo, fu molto apprezzata dai contemporanei.
 
 E se la mostra di Pordenone mette in luce la fertile creatività di D’Andrea nella produzione pittorica - sia nella dimensione tradizionale del dipinto che in quella della decorazione architettonica, rievocata nel percorso con apparati fotografici e video - furono anche molte altre le discipline e le modalità espressive in cui egli si adoperò con successo: dalla stessa progettazione architettonica alla tessitura, alla moda, alla creazione di vetrate, fino all’illustrazione e alla grafica editoriale, alle quali l’artista si applicò sin dal 1900 collaborando con riviste e periodici vari e con la realizzazione di copertine di libri.

 

Tra Simbolismo e Novecento, dal 10 aprile la grande mostra di Angiolo D'Andrea

Pordenone - Grande evento espositivo a Pordenone dal 10 aprile al 21 settembre 2014, inaugurazione mercoledì 9 alle 18 presente Diana Bracco, per ridare luce all’opera e alla figura di Angiolo d’Andrea (1880 – 1942) pittore originario di Rauscedo, schivo e introverso protagonista della stagione artistica dei primi decenni del XX secolo tra Simbolismo e Novecento.
 
Attivo soprattutto in Lombardia e a Milano (ove si trasferì definitivamente nel 1906) e sensibile alla integrazione tra le arti, fu forse proprio questa sua indifferenza alle luci della ribalta, insieme alla lunga malattia che nell’ultimo decennio lo costrinse a ritirarsi dalla scena, farlo scordare a gran parte della critica dopo la sua morte.
 
Ad evitare la dispersione dell’opera di Angiolo intervenne Elio Bracco, fondatore dell’omonima azienda farmaceutica che, poco prima della scomparsa dell’artista già gravemente malato, decise di acquistare in blocco l’intero fondo di dipinti esistenti nello studio milanese dell’artista, preservandolo dallo smembramento.
 
Seguendo un vecchio desiderio di Elio, che probabilmente aveva conosciuto ed era legato a d’Andrea - “è mio vivo desiderio che rifulga l’opera di questo maestro” scriverà successivamente a uno degli eredi - la Fondazione Bracco, e in particolare la sua Presidente Diana Bracco, ha ora deciso di riportare l’attenzione sulla produzione e sull’avventura artistica del pittore friulano, promuovendo, nel 2012 a Milano e ora nella sua terra d’origine,
la prima grande esposizione a lui dedicata, affidata alla cura di Luciano Caramel e con un catalogo edito da Skira ricco di contributi storico-critici.
 
Circa 120 opere dunque, tra dipinti e disegni (una novantina di proprietà della famiglia e della Fondazione Bracco, altre rivenute presso gli eredi D’Andrea o in collezioni pubbliche e private), saranno esposte a Pordenone, in collaborazione con il Comune di Pordenone, alla Galleria d’arte Moderna e Contemporanea “Armando Pizzinato”.
 
Se la mostra milanese già esponeva lavori per la maggior parte inediti, Pordenone si arricchisce di dodici nuove opere, che daranno conto di ulteriori sviluppi negli studi e nella conoscenza dell’artista: un eccellente colorista che sviluppò una complessa e diramata ricerca stilistica  nei decenni in cui ebbe modo di lavorare, influenzato inevitabilmente anche dall’evolversi del contesto italiano e mitteleuropeo non solo culturale, ma in cui appare sempre presente un sentimento di forte spiritualità, sia che egli affronti il tema della natura e del paesaggio, la religiosità e il sacro, il dramma della Guerra o l’eros femminile e la maternità.
 
La mostra segue il percorso compiuto dall’artista con un incedere cronologico, a partire dalla sua collaborazione con la rivista “Arte italiana decorativa e industriale” diretta da Camillo Boito, lasciando spazio però ad approfondimenti sulle tematiche che più hanno interessato e impegnato Angiolo d’Andrea,
portandolo a una pittura evocativa, sentimentale, ricca di poesia e di simbolismi che, a dispetto dell’oblio postumo, era molto apprezzata dai contemporanei.
Furono numerose infatti - accanto alle commissioni per le decorazioni d’importanti architetture milanesi - le partecipazioni dell’artista friulano alle principali esposizioni del tempo: dall’ “Esposizione di Primavera” della Permanente del 1907, che segna il suo esordio, alle Esposizioni Nazionali di Brera, fino alla Biennale di Venezia del 1922, ove espone la grande tela Gratia plena, o alla Quadriennale di Torino che presenta, nell’anno successivo, il dipinto (di d’Andrea) Paese di mare. 
 
E’ questo uno dei suoi suggestivi dipinti di paesaggio, spesso pervasi da una forte spiritualità immanente nel naturale o attenti a cogliere con partecipazione il dato naturale tra ambienti lacustri, campagna romana, vedute siciliane, monti e catene alpine: come Ombre di nubi del 1920, con il quale Angiolo vinse il Premio Chiesa all’esposizione alla Galleria Pesaro del 1926, o Neve a Rauscedo, in cui il pittore immortala il paese natio, luogo ove egli aveva maturato i primi interessi all’arte, nel quale era solito tornare nel periodo estivo e ove si ritirerà nell’ultimo anno di vita.
 
Aggiornato e integrato da nuovi testi e dalle opere inedite in mostra a Pordenone, il catalogo è edito da Skira.
L'allestimento, progettato da Luca Rolla e Alberto Bertini, accompagna il visitatore alla riscoperta delle opere dell’artista. 
La mostra è posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica italiana, con il patrocinio del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.


 

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