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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Dall'Università all'impresa, passando per Friuli Innovazione

Dall'Università all'impresa, passando per Friuli Innovazione

Udine - Se c'è una regione in Italia che, tra tutte, ha cercato sempre di puntare sull'innovazione, quella è sicuramente il Friuli Venezia Giulia. Basti pensare a figure storiche come l'udinese Arturo Malignani, che vendette il brevetto della sua lampadina a Edison e portò la luce elettrica a Udine, quarta città al mondo e seconda in Italia, dopo Milano.

La voglia di scoprire scenari nuovi non è mai mancata in questa terra, tantomeno nel cuore pulsante del sapere: l'Università, soprattutto quella di Udine che dal 1999 ha dato vita a un centro di ricerca per incentivare il trasferimento dei risultati della ricerca al sistema produttivo: nasce così Friuli Innovazione - Centro di ricerca e di trasferimento tecnologico.

Questo fu ideato proprio per mettere in contatto l'Università degli Studi di Udine con le imprese di territorio, necessitarie di idee nuove alla vigilia del terzo millenio, che proprio nell'ateneo maturavano la propria formazione. Pur sempre teorica, però, e quindi ecco una via per mettere in pratica tutto ciò che si aveva imparato sui libri di scuola.

Oggi “il compito principale di Friuli Innovazione – si legge sul sito del progetto INCO NET, di cui il Centro è partener - è favorire l’ avvio di nuove imprese e assistere giovani imprenditori e ricercatori nello sviluppo di idee di business innovative e ad alto contenuto tecnologico, attraverso la ricerca di partner e finanziamenti, l’incubazione e l’ insediamento nelle strutture del Parco Scientifico e Tecnologico Luigi Danieli di Udine.”

Già, il Parco Scientifico: affidatogli dalla Regione Autonoma FVG, dal 2005 Friuli Innovazione gestisce questo enorme luogo di 80.000 mq nella Zona Industriale Udinese, tra spazi verdi e immobili, con 6.400 mq di superficie coperta e 5.500 mq di parcheggio. È un vero “parco giochi” per chi vuole innovare, con “uffici e laboratori immersi nella natura, architetture in equilibrio con le idee e con l’ambiente, sale riunioni e convegni, luoghi dedicati ad attività formative e culturali” spiega il sito friuliinnovazione.it.

Tornando ai servizi offerti, si punta sia su quelli di punta dell'economia regionale (extended ICT, Metallurgia e Tecnologia delle Superfici e dei Materiali Avanzati, Energia e Ambiente, Biotecnologie, Legno) ma su quelli più ricercati all'estero, grazie alla partecipazione a numerosi progetti europei e altre iniziative che favoriscono l’internazionalizzazione delle imprese locali.

Nel pieno centro del Friuli, questo Centro di ricerca non solo mette in contatto le aziende regionali con le idee più innovative del mercato, ma le coltiva lui stesso, attraverso un'intensa attività di ricerca che fa dell'Università di Udine una delle realtà accademiche più interessanti in Italia e non solo.

Quando si parla di puntare a far entrare in contatto il mondo della ricerca con quello dell'impressa, basta prendere l'esempio di questa piccola, grande realtà a Nordest: non sarà paragonabile alle grandi “istituzioni” del settore che hanno base oltreoceano, che comunque preferiscono tralasciare la ricerca e acquisire subito idee già pronte, ma è l'inizio di un qualcosa destinato a dare i propri frutti già adesso.

Telit: commessa da 220 milioni di dollari per il monitoraggio da remoto dei contatori

Telit: commessa da 220 milioni di dollari per il monitoraggio da remoto dei contatori

Trieste - L'azienda Telit, fondata nel 1986 a Trieste, società del gruppo Telit Communications PLC, con sedi a Londra, Trieste, Raleigh (North Carolina, Usa), São Paulo, (Brasile) e Seul (Corea) è un'impresa specializzata in telecomunicazioni wireless machine-to-machine ed Internet delle Cose (IoT).

Telit, quotata alla borsa britannica, ha annunciato il 19 ottobre di essersi aggiudicata una commessa del valore di 220 milioni di dollari all'interno dello Smart Metering Implementation Project, programma da complessivi 11,3 miliardi di sterline (pari a 15,3 miliardi di euro) lanciato nel 2013 dal governo britannico per il monitoraggio da remoto dei consumi energetici (GB SMIP).

Il sistema monitorerà i consumi e fornirà informazioni in grado di aiutare privati e aziende a utilizzare l’energia in maniera più efficiente. I moduli cellulari IoT di Telit renderanno possibile lo scambio di dati tra i contatori intelligenti e le reti cellulari.

L’inizio delle forniture è previsto per l'autunno 2016, per continuare sino alla fine del 2021. Il titolo della Telit ha guadagnato lunedì il 4% in borsa.

 


Organizzato e gestito dal Dipartimento di Energia e del Cambiamento climatico del Regno Unito (“DECC”), il GB SMIP ha come obiettivo l’installazione di contatori intelligenti nelle case e nelle aziende in Inghilterra, puntando a raggiungere la maggior parte dei clienti delle utilities di gas ed elettricità entro il 2020.

Il DECC prevede anche che il GB SMIP garantisca ai consumatori una serie di benefici diretti, che comprendano una stima dei costi, un miglior supporto relativo alla micro generazione e rivendita/esportazione dell’energia, oltre che a risparmi derivanti da un miglior e più chiaro accesso alle tariffe energetiche nonché alle sempre nuove opportunità in termini di prodotti e servizi.

"Come membro attivo della British Electrotechnical and Allied Manufacturers’ Association (BEAMA), e in modo specifico del suo Comms Hub Working Group, Telit non solo è orgogliosa di essere stata scelta come fornitore per questo progetto di smart metering di livello mondiale, ma anche di essere parte del Think Tank che ha lavorato all’elaborazione dei principali standard e alla tecnologia alla base del GB SMIP", ha dichiarato Oozi Cats, amministratore delegato di Telit. "Telit - ha concluso - ha investito in maniera importante e significativa nel progetto speciale del SMIP UE910, nella produzione e nella struttura logistica".

Il futuro è in provincia con il DITEDI, bozza di futuro open source

Il futuro è in provincia con il DITEDI di Udine, bozza di futuro open source

Tavagnacco (Ud) - Può una realtà 2.0 nascere in un contesto provinciale, lontano dai fari delle grandi aziende della Silicon Valley? Per i fatalisti e privi di speranza la cosa appare come un'impresa che non va nemmeno la pena di provare, preferendo così aspettare che qualche multinazionale metta gli occhi su qualche piccola-media impresa lì vicino.

C'è però chi ha sempre preferito dare del “tu” al futuro, partendo da zero come hanno fatto quei stessi colossi d'oltreoceano: è nato così il DITEDI (Distretto delle Tecnologie Digitali) in Friuli, nato nel 2009 nei Comuni di Tavagnacco, dove ha la sua sede, Udine e Reana del Rojale, arrivando a contare “oltre 800 imprese attive nel settore dell'ICT e delle nuove tecnologie (…) con l'obiettivo di aumentarne la competitività ed il grado di innovazione”, si legge sul sito di Go On Italia.

Il suo exploit è legato certamente alla figura di Simone Puksic, oggi Presidente della Insiel S.p.A., che alla sua guida riuscì a far installare “una dorsale in fibra ottica che collega le zone industriali dei Comuni del distretto e dalla quale vengono erogati servizi e connettività in banda ultra larga alle aziende ed al territorio”.

Il DITEDI, inoltre, vanta un Centro di Competenza sull'Open Source, uno dei pochi nella Penisola, per promuovere la diffusione del software ed hardware open source; e il Knowledge Center, centro della conoscenza dedicato alla formazione diffusa di una cultura digitale, oltre ad attività di networking tra professionisti ed imprenditori: in pratica, punta ad abbattere quell'opprimente barriera tra vecchie e nuove generazioni che si chiama “digital divide”.

Per far ciò, c'è bisogno di un pubblico ovviamente: il Distretto organizza ogni anno workshop, seminari, tavole rotonde e incontri nelle scuole per far capire a tutti di cosa si parla quando c'è di mezzo la rete. Tra i partner del progetto Go On FVG, nel 2013 aveva coinvolto oltre 1500 persone in 80 incontri, fino ad arrivare a 5000 nei 150 appuntamenti degli ultimi due anni.

Per ogni fascia d'età, inoltre, sono studiati percorsi appositi: dall'alfabetizzazione digitale per gli over 65, in collaborazione con l'Istituto “Stringher” di Udine; alla didattica 2.0 per i bambini delle scuole elementari, tra iPad e lavagne interattive; spazio anche agli imprenditori per raccontare la priopria realtà e alle istituzioni, spesso i clienti più importanti per le aziende del settore quando si parla di digitalizzazione dei servizi.

Oggi alla presidenza del DITEDI c'è Mario Pezzetta, mentre lo staff è “giovane e dinamico” e “si occupa ogni giorno di garantire servizi ad altovalore aggiunto a cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione”, si legge sul sito dello stesso Distretto. Tra i soci, inoltre, figurano istituzioni pubbliche e aziende private, per sottolineare ancora una volta la stretta colaborazione tra le due parti per rendere il FVG una realtà all'avanguardia.

In un presente dove il monopolio dei servizi del web è sempre più in mano a singoli nomi, la collaborazione tra aziende nate in questa periferia a Nordest rappresenta uno spiraglio di luce che rispecchia tante altre realtà in Italia, ma che non sempre fanno notizia. Bisogna iniziare però a scoprire il futuro che abbiamo in casa, altrimenti il nostro Paese sarà destinato ad aspettare ancora a lungo un domani che c'è già, ma che non capisce cosa sia.

(Foto da ditedi.it)

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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