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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Confermato lo sciopero nazionale dei benzinai dall'11 al 14 dicembre. Garantiti i servizi essenziali

Sciopero nazionale dei benzinai dall'11 al 14 dicembre

Roma - I gestori hanno deciso di confermare l'annunciato sciopero delle pompe di benzina dalle 19 dell’11 dicembre alle 7 del 14 dicembre e dalle 22 dell’11 alle 22 del 13 dicembre sulle autostrade.

Garantiti comunque i livelli essenziali di rifornimento: alcune pompe resteranno aperte, con modalità che saranno comunicate localmente: il Codacons ricorda che anche in occasione di sciopero “le stazioni di servizio in funzione nell’autostrada dovranno rimanere aperte in misura non inferiore ad una ogni cento chilometri” e che “per la rete della viabilità ordinaria urbana ed extraurbana, dovrà essere mantenuto in servizio un numero di stazioni di rifornimento non inferiore al 50 % degli esercizi aperti nei giorni festivi secondo i turni programmati”.

L'incontro svoltosi il 10 dicembre con il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico Claudio De Vincenti, le organizzazioni di categoria dei gestori, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, si è concluso con un nulla di fatto.

"Abbiamo illustrato tutte le ragioni che ci hanno indotto alla proclamazione di una tale forma di protesta estrema - affermano i sindacati dei benzinai - alla quale siamo costretti da un comportamento dell'industria petrolifera nel suo complesso che continua a negare anche il più elementare rispetto delle norme che regolano il settore".

Tra i motivi dello sciopero, anche il calo dei consumi da parte degli italiani, insieme agli accordi delle multinazionali e alle accise che gravano sui costi della benzina: "Il sottosegretario De Vincenti ha mostrato, al solito, la più alta attenzione alle questioni poste - prosegue il comunicato sindacale - mostrando piena comprensione per la posizione che i rappresentanti dei gestori hanno confermato nella sua asprezza: nessuna possibilità di mediazione è possibile senza che le Compagnie petrolifere interrompano comportamenti lesivi delle norme, dei diritti e dei margini economici dei gestori".

I benzinai denunciano un calo dei consumi di carburante che nel 2012 è stato pari a -8,73%. Inoltre, l'obbligo di ridurre i prezzi della benzina durante i fine settimana ha ridotto ancora di più il già scarso margine di guadagno dei distributori.

Si annunciano ulteriori agitazioni a ridosso delle festività natalizie.

Natale: le famiglie del Fvg spenderanno meno ma senza rinunciare ai doni ed alla tavola della tradizione

Natale: le famiglie del Fvg spenderanno meno ma senza rinunciare ai doni ed alla tavola della tradiz

Trieste - Quasi otto italiani su dieci si dicono propensi a tagliare gli acquisti di Natale, per la prima volta anche quelli alimentari. Si rischia dunque un Natale “in bianco” sul fronte dei consumi, e fra i settori penalizzati ci sono abbigliamento, calzature, addobbi per la casa e viaggi. A dirlo è il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori), che sta monitorando la propensione all’acquisto delle famiglie in vista delle prossime festività natalizie.

Un Natale che sarà all'insegna del risparmio anche per le famiglie del Fvg, che non rinunceranno però a consumi alimentari e giocattoli per i bimbi.

Le famiglie della regione spenderanno complessivamente circa 260 milioni di euro durante il periodo di Natale, tra addobbi, regali, alimentari, ristorazione, viaggi, spese per la cura della persona, e altro. I consumi generali faranno però segnare un calo medio del 15% rispetto allo scorso anno.

"La crisi che imperversa nel nostro paese, assieme ad un inasprimento della pressione fiscale e ad un carovita che non accenna a placarsi, faranno sentire i loro effetti durante le prossime festività natalizie – afferma il presidente dell’associazione Carlo Rienzi – Al momento, il 78% delle famiglie italiane si dice propenso a tagliare gli acquisti natalizi e, per la prima volta, nelle riduzioni di spesa rientrerà anche il settore alimentare".

I comparti che risentiranno maggiormente della spending review di Natale operata dai consumatori saranno in particolar modo abbigliamento, calzature, addobbi per la casa e viaggi, col cali dei consumi fino al -20%. Ma la situazione negativa delle famiglie farà sentire i suoi effetti anche in altri settori, come svago e divertimenti, cultura, cura della persona e ristorazione.

Del resto, secondo il rapporto annuale del Censis, le tre "r" dei consumi familiari sono: "risparmio, rinuncio, rinvio". Nel 2012 i consumi reali pro-capite, pari a poco più di 15.700 euro, sono tornati ai livelli del 1997. Nel primo trimestre 2012 la flessione delle spese delle famiglie è stata del 2,8% e nel secondo trimestre vicina al 4% in termini tendenziali.

Il Censis - secondo l'associazione dei consumatori - fotografa perfettamente la crisi e le cifre rese note oggi dimostrano che ormai il 40% delle famiglie fatica ad arrivare a fine mese, ha dovuto rinunciare ad un viaggio, all'acquisto di articoli di abbigliamento o calzature e a pranzi e cene fuori casa. Non basta più, insomma, ridurre gli sprechi ed andare a caccia di offerte. Il ceto medio ha dovuto rinunciare definitivamente al proprio tenore di vita.

Sciopero della Fiom contro l'accordo separato sul contratto, a Pordenone corteo dei metalmeccanici del FVG

Sciopero della Fiom contro l'accordo separato sul contratto, a Pordenone corteo dei metalmeccanici d

Pordenone - Un migliaio di metalmeccanici della Fiom Cgil hanno sfilato nella mattinata del 6 dicembre per protestare contro la trattativa separata sul rinnovo del contratto di categoria. Hanno partecipato al corteo rappresentanze delle principali aziende del Fvg, Fincantieri, Ansaldo, Electrolux.

Il comizio finale è stato tenuto da Michela Spera, Segretaria nazionale Fiom-Cgil, Franco Belci, Segretario generale della Cgil Friuli-Venezia Giulia, e Gianpaolo Roccasalva, Segretario generale della Fiom regionale.

Quella di Pordenone è stata la manifestazione regionale della Fiom. Proteste si sono svolte in tutta Italia per protestare contro il rinnovo del contratto dei metalmeccanicifirmato ieri da Federmeccanica, Assistal, Fim e Uilm. L'intesa firmata da tali sigle prevede per il triennio 2013-2015 un aumento di 130 euro. Il contratto riguarda 1,6 milioni di lavoratori.

"Noi siamo stati esclusi, vorrei che si sapesse che Federmeccanica, Fim e Uilm non hanno voluto la Fiom al tavolo delle trattative". L'accusa è stata lanciata da Maurizio Landini, segretario della Fiom, che ha così commentato l'accordo separato sui metalmeccanici: "Fim e Uilm hanno espressamente chiesto che la Fiom non fosse al tavolo e Federmeccanica ci ha detto che se volevamo andare al tavolo dovevamo firmare il contratto separato che non abbiamo riconosciuto".

"Non a caso - ha proseguito Landini - noi abbiamo portato in tribunale Federmeccanica Fim e Uil perché c'è una palese violazione dell'accordo di giugno. La nostra è l'organizzazione più rappresentativa e che ha più voti dei metalmeccanici e non è stata al tavolo perché era evidente che se fossimo stati al tavolo quella porcheria di accordo che hanno firmato non sarebbe stato sottoscritto".

"Siamo di fronte al fatto che per la prima volta le imprese hanno scelto i sindacati con cui contrattare: del resto il modello della Fiat si sta estendendo al Paese e questa è la gravità della situazione che abbiamo di fronte" ha concluso Landini.

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