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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Natale: le famiglie del Fvg spenderanno meno ma senza rinunciare ai doni ed alla tavola della tradizione

Natale: le famiglie del Fvg spenderanno meno ma senza rinunciare ai doni ed alla tavola della tradiz

Trieste - Quasi otto italiani su dieci si dicono propensi a tagliare gli acquisti di Natale, per la prima volta anche quelli alimentari. Si rischia dunque un Natale “in bianco” sul fronte dei consumi, e fra i settori penalizzati ci sono abbigliamento, calzature, addobbi per la casa e viaggi. A dirlo è il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori), che sta monitorando la propensione all’acquisto delle famiglie in vista delle prossime festività natalizie.

Un Natale che sarà all'insegna del risparmio anche per le famiglie del Fvg, che non rinunceranno però a consumi alimentari e giocattoli per i bimbi.

Le famiglie della regione spenderanno complessivamente circa 260 milioni di euro durante il periodo di Natale, tra addobbi, regali, alimentari, ristorazione, viaggi, spese per la cura della persona, e altro. I consumi generali faranno però segnare un calo medio del 15% rispetto allo scorso anno.

"La crisi che imperversa nel nostro paese, assieme ad un inasprimento della pressione fiscale e ad un carovita che non accenna a placarsi, faranno sentire i loro effetti durante le prossime festività natalizie – afferma il presidente dell’associazione Carlo Rienzi – Al momento, il 78% delle famiglie italiane si dice propenso a tagliare gli acquisti natalizi e, per la prima volta, nelle riduzioni di spesa rientrerà anche il settore alimentare".

I comparti che risentiranno maggiormente della spending review di Natale operata dai consumatori saranno in particolar modo abbigliamento, calzature, addobbi per la casa e viaggi, col cali dei consumi fino al -20%. Ma la situazione negativa delle famiglie farà sentire i suoi effetti anche in altri settori, come svago e divertimenti, cultura, cura della persona e ristorazione.

Del resto, secondo il rapporto annuale del Censis, le tre "r" dei consumi familiari sono: "risparmio, rinuncio, rinvio". Nel 2012 i consumi reali pro-capite, pari a poco più di 15.700 euro, sono tornati ai livelli del 1997. Nel primo trimestre 2012 la flessione delle spese delle famiglie è stata del 2,8% e nel secondo trimestre vicina al 4% in termini tendenziali.

Il Censis - secondo l'associazione dei consumatori - fotografa perfettamente la crisi e le cifre rese note oggi dimostrano che ormai il 40% delle famiglie fatica ad arrivare a fine mese, ha dovuto rinunciare ad un viaggio, all'acquisto di articoli di abbigliamento o calzature e a pranzi e cene fuori casa. Non basta più, insomma, ridurre gli sprechi ed andare a caccia di offerte. Il ceto medio ha dovuto rinunciare definitivamente al proprio tenore di vita.

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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