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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Da Pozzo sulla crisi: "non si dimentichino piccole e medie imprese"

Da Pozzo sulla crisi: non si dimentichino piccole e medie imprese

La crisi non colpisce solo le grandi aziende: migliaia di piccole imprese di tutti i comparti stanno fronteggiando enormi difficoltà. Soprattutto quelle che operano sul mercato interno – e sono la maggior parte – si trovano a convivere con una complessità di problemi, di mercato, di credito, di burocrazia, di asfissia fiscale, che portano troppi imprenditori a chiudere e fanno desistere tanti giovani dall’aprire un’attività economica.

Gli investimenti importanti di denaro pubblico verso le principali situazioni di crisi, che pur restano fortemente preoccupanti, non devono trascurare questa miriade di micro imprese e Pmi che, aggregate nei numeri, sia in termini occupazionali sia di produzione e partecipazione al Pil, nulla hanno di meno di quelle realtà che ampiamente e giustamente vengono portate quotidianamente all'attenzione dei massimi livelli politici e dell’opinione pubblica». Così il presidente di Unioncamere Fvg Giovanni Da Pozzo, che fa appello alla politica regionale. «Oltre a intervenire giustamente sulle gravi situazioni di crisi industriali – anche se, nel caso di Elettrolux, più che di crisi industriale sarebbe il caso di parlare di riposizionamento strategico ed economico della proprietà –, è necessario mettere al centro quella piccolissima, piccola e media impresa che non abbandona il proprio territorio, che con le proprie maestranze, dipendenti e collaboratori vive molte volte un rapporto di familiarità e attaccamento reciproco», dice il presidente. «È questo – aggiunge – il vero fondamento di quel “Made in Italy”, quel saper fare italiano che fa ancora la differenza, contribuisce significativamente alla crescita del Pil e alla fiscalità complessiva, con numeri e valori incredibilmente rilevanti».

Da Pozzo punta il dito anche sull’insuccesso delle politiche di federalismo fiscale. «Tra i principali problemi delle piccole e medie imprese, oggi, riscontriamo che alle difficoltà di reperimento del credito si somma il carico fiscale indiretto e improprio causato da una sciagurata fiscalità locale, aumentata a dismisura negli ultimi anni». Anni durissimi, «in cui è stata importante l’azione di ammortizzatore creditizio del mondo dei Confidi - continua Da Pozzo -, che a causa del degrado della situazione economica generale hanno registrato un forte aumento delle sofferenze, mettendo a rischio i propri mezzi patrimoniali».

Ecco, per tutte queste piccole imprese, il presidente di Unioncamere Fvg chiede «un’azione decisa di rafforzamento patrimoniale di quei Confidi che assicurano di operare nella massima trasparenza e con un utilizzo corretto dei fondi pubblici, che possono attivare immediati interventi a sostegno dei problemi di liquidità delle imprese, attraverso la garanzia, e consentire condizioni creditizie che vedano anche il sistema bancario, mai come ora messo all’indice dall’opinione pubblica, porsi con un atteggiamento più proattivo al sostegno della economia del Fvg». E Da Pozzo conclude. «Non abbiamo la certezza di essere all’inizio della ripresa: anche se taluni piccoli segnali vi sono, il percorso sarà certamente lungo e complesso e richiederà non solo una grande attenzione allo sviluppo di nuova economia ma soprattutto il sostegno a quella esistente, l’economia fatta in regione da 100 mila imprese, oltre il 96% di piccole e piccolissime dimensioni, che in tutti i settori non demordono e cercano con coraggio e sacrifici di rimanere sul mercato, pur con le criticità note da troppo tempo».

Al via la 30a edizione del corso di Cultura Economica dell’Irse

Al via la 30a edizione del corso di Cultura Economica dell’Irse

Pordenone  – Parte giovedì 6 febbraio - nell'Auditorium del Centro Culturale Casa Zanussi di Pordenone, alle ore 15.30 - la 30a edizione del corso di cultura economica dell’Irse di Pordenone. Dalla crisi non si esce da soli, c’è bisogno di Europa, ma quale? Con quali scelte di politica economica? Da questo interrogativo prendono spunto i quattro appuntamenti della 30a edizione del Corso di cultura economica  dell’IRSE  l’Istituto regionale di Studi Europei.

Da giovedì 6 febbraio quattro incontri con esperti economisti, a pochi mesi dalle elezioni europee, per capire come i governi e l'Europa stanno affrontando la crisi economica e la perdita di milioni di posti di lavoro, soprattutto tra le giovani generazioni, ma anche quali ricette si possono mettere in campo per trovare un'alternativa alle politiche di austerità.

Ad aprire il ciclo di incontri - coordinati da Chiara Mio docente di Economia aziendale dell'Università di Venezia - nell'Auditorium del Centro Culturale Casa Zanussi di Pordenone, giovedì 6 febbraio ore 15.30 – un tema di grande attualità per il futuro degli europei. Con Annamaria Simonazzi, docente di Economia politica, Università La Sapienza, si parlerà di “Euro, Austerità, Crescita” tre paradigmi che sembrano non conciliarsi tra loro, partendo da una domanda: “Cosa dovremmo chiedere perché tutti i Paesi possano trarre vantaggio dall’Unione?”.

Il dibattito proseguirà il 20 febbraio dove al centro dell'incontro ci sarà la recente riforma della politica agricola comune (PAC), se ne parlerà con Francesco Marangon, docente di Economia ambientale all’Università di Udine, Presidente della Società Italiana di Economia agraria, ripartendo dal cibo e dalla terra per un'agricoltura produttiva e sostenibile.

“Sbilanciamo l'Europa vie di uscita dalla crisi in Italia e in Europa” è invece la proposta di riflessione dell'appuntamento in programma il 20 marzo con Mario Pianta docente di Politica economica Università di Urbino, tra i fondatori della campagna Sbilanciamoci. Altro tema importante in programma per venerdì 11 aprile “Quanto vale l’innovazione? Agire localmente in sintonia con l’Europa” a parlarne Chiara Mio docente di Economia aziendale all'Università di Venezia e consigliere IRSE.

La partecipazione agli incontri è gratuita. È gradita l’iscrizione alla Segreteria Irse Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Gli studenti universitari e delle scuole superiori che desiderano un certificato di frequenza devono richiederlo al momento dell’iscrizione.

Electrolux, piano industriale per Porcia il 17 febbraio. I sindacati: basta tagli alle buste paga

Electrolux, piano industriale per Porcia il 17 febbraio. I sindacati: basta tagli alle buste paga

Fvg - Electrolux ''conferma ufficialmente l'impegno'' a presentare un piano industriale per lo stabilimento di Porcia (Pordenone) il 17 febbraio.

È quanto afferma l'azienda in una nota nella quale precisa che ''in piena trasparenza e onestà intellettuale per Porcia ritiene ancora non completata l'indagine'', auspicando, contributi di soggetti locali o nazionali, con ''idee e provvedimenti migliorativi'', in grado di ''cambiare lo stato dei costi di prodotto''.

Il gruppo svedese dichiara inoltre "piena fiducia che si possa entrare in una nuova fase di discussione e confronto nella quale si esaminino eventuali controproposte, non negando i problemi o esasperando il conflitto o, in qualche caso, mistificando la realtà".

"L'annuncio sul piano industriale di Porcia è importante perché è un passo avanti rispetto alla chiusura che fino a questo momento l'azienda aveva dimostrato nei confronti dello stabilimento del Friuli Venezia Giulia. Naturalmente c'è ancora molto da fare perché siamo coscienti di tutte le criticità ma speriamo di poter lavorare adesso ad un piano industriale serio e che non investa solo la questione del costo del lavoro".

È quanto ha affermato la presidente della Regione, Debora Serracchiani, al termine del tavolo regionale per la concertazione convocato sulla situazione Electrolux e per illustrare il progetto FVG Rilancimpresa, commentando la notizia dell'impegno di Electrolux a presentare un piano industriale per lo stabilimento di Porcia il 17 febbraio.

Nella nota che dà annuncio del formale impegno, la multinazionale svedese "rileva gli sforzi compiuti da Unindustria Pordenone per il piano territoriale" e esprime "apprezzamento e gratitudine alla Regione Friuli Venezia Giulia per la sua disponibilità concreta e dichiarata, nella certezza che elementi specifici e contabilizzabili possano affluire prima del 17 febbraio per aggiornare lo stato di contenimento del costo del prodotto nella fabbrica di Porcia".

Intanto i rappresentanti del coordinamento unitario di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil, riunitisi il 3 febbraio a Mestre, hanno "rigettato completamente" il piano di tagli su occupazione e salari avanzato la settimana scorsa dal colosso svedese degli elettrodomestici, come condizione per mantenere la produzione in Italia.

I rappresentanti delle tre sigle hanno anche respinto con decisione ogni operazione industriale che preveda il sacrificio di uno dei quattro siti nazionali - Susegana, Porcia, Forlì, Solaro - come contropartita nella vertenza.

Per il governo, il ministro del lavoro, Enrico Giovannini, intervenuto ad un convegno a Udine, ha assicurato che "il dialogo con l'Electrolux è aperto e speriamo - ha aggiunto - di fare passi avanti che consentano, da un lato, il rilancio dell'operatività dell'azienda nel nostro Paese, dall'altro, la salvaguardia dei posti di lavoro".

"Il governo è determinato a far sì che si creino le condizioni per la soluzione non solo di questa vertenza ma di tutti i tavoli di crisi attualmente aperti".

Utile a questo scopo, rilevano i sindacati, anche il tavolo nazionale sul settore elettrodomestico che si svolge martedì 4 febbraio, sempre al Mise.

Con l'azienda separatamente Fim, Fiom e Uilm non intendono riparlare. "Ripetere quanto ci siamo già detti a Mestre con l'azienda non serve a nulla", hanno sottolineato i rappresentanti sindacali.

Dal vertice di Mestre è stata infine sottolineata la indisponibilità del sindacato ad accettare "ulteriori riduzioni del costo del lavoro a carico delle buste paga dei lavoratori". Electrolux occupa in Italia circa 6.200 persone.

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Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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