• Home
  • Attualità
  • Cronaca
  • Spettacoli
  • Cultura
  • Benessere
  • Magazine
  • Video
  • EN_blog

Dom11242024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Electrolux, blocco delle merci. Il ministro Zanonato "ottimista" alla vigilia dell'incontro

Electrolux, blocco delle merci. Il ministro Zanonato

Pordenone - I tre ingressi dello stabilimento Electrolux di Porcia sono stati presidiati tutta la notte per impedire l'ingresso e l'uscita delle merci. All'alba si è aggiunto anche un altro centinaio di lavoratori che ha attuato un picchetto di protesta.

Dalle 8 è presente anche il sindaco di Pordenone, Claudio Pedrotti. Sul piazzale antistante la fabbrica, si è formata un'enorme fila di mezzi pesanti in attesa.

Intanto il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato è intervenuto sulla vertenza Electrolux alla trasmissione televisiva "Agorà" su Rai 3, alla vigilia dell'incontro del 29 gennaio alle 15 presso il Ministero a cui parteciperanno, oltre a Zanonato, l'amministratore delegato di Electrolux Ernesto Ferrario, i sindacati, i governatori delle regioni coinvolte e la presidenza del Consiglio.  

"Mi impegno personalmente a fare in modo che tutta la produzione Electrolux resti in Italia e lo faremo senza aiuti di Stato" ha detto Zanonato a Rai 3. Sulla trattativa Electrolux "sono state date notizie false che hanno creato allarme. Non ci sarà un taglio degli stipendi del 40%".

Nel corso dell'intervista Zanonato ha ricordato che "Abbiamo risolto il caso Indesit. E fino al 2018 non ci saranno problemi. Oggi il quadro è più chiaro. Stiamo cercando di comprendere come mantenere la produzione in Italia. Ci possono essere accordi di solidarietà come si è fatto in altri casi".

Il ministro si è detto certo che si arriverà a una soluzione e ha assicurato che lo stabilimento di Porcia non chiuderà: "Andiamo con una fortissima determinazione a salvare le aziende, i lavoratori, i loro posti di lavoro e i redditi delle famiglie e dei lavoratori".

Sul tema delle dimissioni, invocate nei giorni scorsi dalla presidente del Friuli Venezia Giulia Zanonato ha detto: "Io dò le dimissioni se me le chiede il primo ministro. Certo non mi ritengo ministro a vita, ma non mi piacciono le polemiche strumentali".

Da parte sua la Giunta del Friuli Venezia Giulia, tramite l'assessore al Lavoro Loredana Panariti, fa sapere che "la riduzione del costo del lavoro su base oraria e variabile da stabilimento a stabilimento, il blocco degli scatti di anzianità e del pagamento dei festivi, il taglio secco del premio di produzione e l'applicazione della riduzione dell'orario a 6 ore giornaliere sono le condizioni oggi poste dalla Electrolux": un'"innovazione", dichiara l'assessore, che si basa sul ritorno al passato, che offende la comunità locale e il tessuto sociale che ospita l'attività industriale.

"Un ritorno al passato" che peraltro pare non risolutivo per tutti gli impianti e che mantiene drammaticamente in bilico le sorti dello stabilimento di Porcia".

"Ai lavoratori di quello stabilimento viene richiesto un ulteriore sacrificio economico senza avere alcuna certezza sulla salvaguardia del posto di lavoro: "circostanza, questa, che rende irricevibile fin dalla premessa quanto comunicato dall'azienda", conferma Panariti.

La Regione Friuli Venezia Giulia ha avanzato il proprio piano "Rilancimpresa" per soccorrere il settore industriale, a partire dal "bianco" che certamente soffre gli effetti della recessione europea da una parte e la comparsa di agguerriti produttori internazionali dall'altra, ricorda sempre l'assessore.

"A fronte di questa piattaforma di proposte, a fronte di un impegno della Regione per decine di milioni di euro, da Electrolux ci si attendeva una ben diversa risposta".

"Va detto, poi, apertamente, che i lavoratori del Friuli Venezia Giulia devono avere garanzia di parità di attenzione da parte delle istituzioni nazionali, perché ove ciò non fosse si darebbe implicitamente il consenso ad un gioco al massacro di divisioni territoriali, che il Pordenonese sta già dolorosamente sperimentando nella vertenza Ideal Standard, assolutamente incompatibile con una seria politica industriale nazionale", conclude l'assessore.

Operai della Electrolux in sciopero contro il piano aziendale. Cortei sulla Pontebbana

Operai della Electrolux in sciopero contro il piano aziendale. Cortei sulla Pontebbana

Pordenone - I lavoratori della Electrolux si sono riuniti all'alba del 28 gennaio nelle fabbriche e dopo le assemblee hanno deciso per un'intera giornata di sciopero e manifestazioni. Inoltre hanno votato un ordine del giorno che chiede al premier, Enrico Letta, di convocare un tavolo sulla vertenza.

Inizia così la protesta dei dipendenti contro il piano proposto dall'azienda, che prevede una drastica riduzione del costo del lavoro e degli stipendi. Verso le 8, sia da Susegana che da Porcia, i lavoratori si sono portati sulla statale Pontebbana che attraversa le due cittadine: gli operai dello stabilimento veneto stanno raggiungendo il centro di Conegliano, mentre quelli friulani intedono recarsi in centro a Pordenone.

"In assemblea, dopo aver illustrato le misure irricevibili del piano - spiega Paola Morandin, delegata Rsu di Susegana - abbiamo votato un ordine del giorno in cui chiediamo al presidente del Consiglio, Enrico Letta, l'immediata convocazione del tavolo al Governo e annunciamo una manifestazione a Roma, sotto Palazzo Chigi".

Netta in particolare la contrarietà all'orario part time di 6 ore, che nel caso di Susegana - specifica Morandin - comporterebbe uno stipendio mensile di poco superiore ai 700 euro.

No anche agli esuberi che salgono a quota 800 nei quattro stabilimenti italiani della multinazionale, la quale ha subordinato i 90 milioni di investimento all'accettazione del piano.

Piano che lascia nell'incertezza la fabbrica di Porcia. Ma sui dati diffusi in queste ore dai sindacati interviene Electrolux con una nota.

"La proposta tutta da discutere del costo dell'ora lavorata prevede una riduzione di 3 euro. In termini di salario netto questo equivale a circa 8% di riduzione ovvero a meno 130 euro mese - afferma Electrolux -. Nel corso dell'incontro è stata anche avanzata l'ipotesi di raffreddare l'effetto inflattivo del costo del lavoro, responsabile del continuo accrescere del gap competitivo con i paesi dell'est Europa, attraverso il congelamento per un triennio degli incrementi del contratto collettivo nazionale di lavoro e degli scatti di anzianità".

"Ovviamente l'azienda ha dato piena e ovvia apertura a considerare altre forme di riduzione del costo del lavoro con minori o, se possibile, nulle conseguenze sui salari - conclude la nota del gruppo svedese -. L'azienda ribadisce anche che, il regime di 6 ore assunto come base per tutti i piani industriali, è da considerarsi con applicazione della solidarietà, come da accordi sottoscritti e dei quali auspica il prossimo rinnovo".

Electrolux, Porcia verso la chiusura. Lavoratori in sciopero

Fvg - Electrolux, un piano "polacco" che prevede drastici tagli lineari sul costo del lavoro per tutti, e piano industriale solo per tre insediamenti Electrolux, con Porcia, a rischio chiusura. Intanto, Porcia, da ieri pomeriggio è già in sciopero.

E' l'amaro calice che il Gruppo Electrolux - nell'incontro di ieri, 27 gennaio, a Mestre - ha proposto ai sindacati e alle Rsu dei 4 stabilimenti italiani per mantenere la produzione nel Paese.

Per oggi, 28 gennaio, sono già convocate le assemblee in fabbrica, mentre i sindacati si preparano a chiedere un incontro con il premier Enrico Letta. La vittima predestinata, come detto, è lo stabilimento di Porcia, dove oltre al taglio più pesante sul fronte salariale non è previsto alcun piano industriale; questo perché le lavatrici prodotte nella fabbrica friulana costano, a pezzo, 30euro di troppo, e sono vittima della concorrenza dei marchi Far Est, Samsung ed Lg.

Per gli altri tre stabilimenti italiani, ci sono comunque dei tagli lineari ma vi sarebbero come contropartita - se il piano passasse - investimenti di 40 milioni di euro per Solaro, 28 mln per Forlì e 22 mln per Susegana. Per il sito friulano solo una vaga via d'uscita: l'attesa di "ulteriori potenziali proposte da parte di tutti gli attori coinvolti, che consentano alla fabbrica di colmare i gap ancora presenti" ha detto il manager di Electrolux Italia Marco Mondini, secondo il quale la decisione sul futuro di Porcia arriverà "non oltre la fine di aprile".

"Il problema è che i prodotti italiani in tutto il campo dell'elettrodomestico sono di notevole qualità ma risentono di costi produttivi superiori a quelli dei nostri concorrenti" ha affermato il ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato. Al ministro ha risposto prontamente la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani: "Letta e Zanonato - ha detto - ci convochino immediatamente per valutare assieme le proposte da rilanciare alla multinazionale: il Governo non faccia il notaio della volontà svedese".

Per Serracchiani "è inaccettabile che l'esecutivo assista inerte mentre accade quello che si temeva e che abbiamo denunciato. Per il Friuli Venezia Giulia la chiusura di Porcia è una prospettiva che non prendiamo in considerazione". Il piano che oggi Electrolux ha presentato ai sindacati nella riunione a Mestre prevede un drastico taglio dei salari che porterebbe gli stipendi, oggi calcolati in 1.400 euro al mese, a circa 700-800 euro. La 'soluzione' svedese contempla un taglio dell'80% dei 2.700 euro di premi aziendali, la riduzione delle ore lavorate a 6, il blocco dei pagamenti delle festività, la riduzione di pause, permessi sindacali (-50%) e lo stop agli scatti di anzianità.

Un'operazione che di fronte all'attuale costo del lavoro di 24 euro/ora, rispetto ai 7 euro/ora degli stabilimenti in Polonia e Ungheria, porterebbe a tagliare a Forlì 3 euro l'ora, a Solaro 3,20 euro, a Susegana 5,20 euro e a Porcia 7,50 euro. "Se non succede un miracolo entro aprile - ha commentato un'anziano sindacalista della Fim Cisl di Susegana - Porcia è persa e a cascata, in due anni, sarà la volta degli altri stabilimenti". "La nostra è una flotta con la portaerei e le navi di appoggio - ha proseguito in metafora il sindacalista - se si affonda la portaerei, Porcia, basta un sommergibile per far fuori tutto il resto".

"Ora andremo a parlare della nostra vicenda che è paradigmatica per l'intero Paese con il premier Enrico Letta" hanno detto i delegati delle Rsu e sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil. "Abbiamo atteso invano un confronto con il ministro Zanonato che non c'è mai stato - hanno aggiunto - ora andiamo direttamente da Letta perché Electrolux per sbarcare in Italia ha usato soldi degli italiani. Ora per guardare ad Est utilizza fondi Ue che in parte sono sempre nostri".

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

Pubblicità

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Privacy e cookies

Privacy policy e cookies

Questo sito è impostato per consentire l'utilizzo di tutti i cookie al fine di garantire una migliore navigazione. Se si continua a navigare si acconsente automaticamente all'utilizzo. Per comprendere altro sui cookie e scoprire come cancellarli clicca qui.

Accetto i cookie da questo sito.