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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Ideal Standard, lavoratori ed azienda ai ferri corti su ferie forzose. Domani l'incontro al Mise

Ideal Standard, lavoratori ed azienda ai ferri corti su ferie forzose. Domani l'incontro al Mise

Orcenico - Alla vigilia del nuovo incontro al Ministero dello Sviluppo economico sulla difficile questione dell'Ideal Standard, in programma martedì 21 gennaio, i sindacati rispondono a stretto giro all'azienda, che la scorsa settimana aveva scritto ad istituzioni e rappresentanze dei lavoratori chiedendo il ripristino regolare e continuato per almeno tre settimane di tutti gli stabilimenti, come condizione per la ripresa delle trattative.

La condizione posta a loro volta dalle RSU è il rispetto del programma concordato a dicembre, senza variazioni di orario: "A fronte delle gravi e unilaterali imposizioni che l’azienda sta esercitando nei confronti dei lavoratori in merito all’utilizzo forzoso delle ferie per tutto il mese di gennaio, comunichiamo che non essendoci nessun accordo sindacale, la prestazione dei lavoratori sarà pari ad otto ore così come previsto dal C.C.N.L." scrivono i sindacati nel loro comunicato, inviato all'azienda, ai lavoratori ed all'ispettorato del lavoro di Pordenone.

"Diffidiamo pertanto l’azienda ad attenersi rigorosamente al programma della fermata definito con le RSU agli inizi di dicembre 2013, che prevedeva, a far data da oggi (20 gennaio, ndr), la ripresa dell’attività produttiva di tutti i lavoratori senza riduzione di orario".

Gli industriali presentano un piano per fronteggiare la crisi dell'area produttiva di Pordenone

Gli industriali presentano un piano per fronteggiare la crisi dell'area produttiva di Pordenone

Pordenone - In risposta alla crisi profonda che sta attraversando indistintamente tutti i settori produttivi della provincia, Unindustria Pordenone ha voluto indicare, con il Piano Straordinario "Pordenone Laboratorio per una nuova competitività industriale", alcune risposte di sistema per contrastare l’idea di un declino inesorabile dell’identità industriale e produttiva del territorio.

Una disoccupazione passata dal 3,9% del 2008 al 6,9% del 2012, in aumento nel 2013. Una perdita di valore aggiunto nell'industria pari al 10% nello stesso periodo. L'export nel settore mobili è sceso di quasi il 30%, nel metalmeccanico del 17,5%, mentre 390 imprese manifatturiere hanno chiuso. I nomi di Elecrolux ed Ideal Standard rappresentano ferite aperte, in questi giorni all'attenzione del governo.

Queste le condizioni di partenza che hanno portato l'Unione Industriali di Pordenone a lanciare l'iniziativa.

A coordinare il lavoro sul Piano gli industriali di Pordenone hanno chiamato un team di eccezione che schiera tra gli altri Innocenzo Cipolletta, Tiziano Treu, Riccardo Illy, Maurizio Castro.

Il risultato della consultazione è un documento di 21 pagine, presentato il 18 gennaio in una conferenza stampa, che verrà sottoposto nei prossimi giorni al dibattito nel tavolo di contrattazione provinciale alla ricerca del consenso delle organizzazioni sindacali, alle quali verrà proposto la creazione di un Comitato di sorveglianza sugli accordi raggiunti.

Lo scopo che si intende raggiungere è quello di creare una zona ad elevata competitività industriale, all'interno della quale le aziende ritrovino rinnovate condizioni di reale vantaggio competitivo in termini di costo, flessibilità, competenze, formazione, ricerca, infrastrutture e fiscalità.

Ai lavoratori gli imprenditori offrono maggiori garanzie di stabilità occupazionale e di partecipazione (una prima assoluta nel panorama degli industriali italiani), occasioni reali di efficace ricollocazione.

La proposta rappresenta un forte stimolo anche alle autorità pubbliche, Regione e Governo, perché innestino su questa cornice ulteriori interventi di completamento a sostegno sia degli ammortizzatori sociali sia delle imprese.

Nella prima fase di gestione dell'emergenza (nei tempi rapidi dettati da crisi come Electrolux e Ideal Standard ricorda il presidente Agrusti), gli industriali propongono "uno scambio virtuoso tra riduzione del costo del lavoro, maggiore flessibilità e maggiore produttività da un lato e consolidamento occupazionale, elementi di di Welfare di compensazione ed investimenti per innovazione e sviluppo dall'altro".

In discussione la contrattazione di secondo livello e tutti gli elementi retributivi non derivanti dalla contrattazione nazionale, con sullo sfondo la gestione di istituti dei Ccln come l'orario o gli automatismi, i limiti alla polifunzionalità, con un intervento anche sui superminimi non ancorati al merito.

Secondo il direttore generale di Unindustria Pordenone, Paolo Candotti, l'insieme delle misure potrebbe valere una riduzione sul costo del lavoro pari al 20% per le industrie più strutturate e del 10% per quelle minori. Una manutenzione, non una amputazione, per favorire la ripresa.

Sul nuovo sviluppo industriale, gli industriali indicano otto linee guida: produttività, innovazione, internazionalizzazione, crescita dimensionale imprese, supporto a nascita nuove imprese, politiche attive del lavoro, stimolo alla domanda, supporto all'approvvigionamento di risorse finanziare per le imprese.

Ideal Standard: botta e risposta tra Trichiana e Orcenico sul piano industriale

Ideal Standard: botta e risposta tra Trichiana e Orcenico sul piano industriale

Orcenico (Pn) – Ideal Standard Trichiana risponde ai rappresentanti di Orcenico, che il 15 gennaio avevano definito “incomprensibile” il comportamento di Trichiana: “deve essere chiaro – avevano dichiarato i sindacati - il che in questo momento la priorità sono i lavoratori di Orcenico, che dal primo gennaio non hanno copertura salariale e che l’accordo dava una risposta a questa emergenza”.

“Basta con le accuse al sito di Trichiana – scrivono le RSU venete – la difesa e la tutela dei propri lavoratori non è patrimonio di qualcuno ma dovere di ognuna delle parti”.

La disparità di sorti tra i due stabilimenti – Orcenico per il quale si ipotizza la cessione e Trichiana per cui si prospetta la prosecuzione della produzione – sta creando uno spiacevole contrasto tra i lavoratori, nonostante i tentativi di mediazione.

Per Trichiana, occorre attenersi al percorso deciso a dicembre al Ministero, che “aveva lo scopo di verificare in tempi utili le reali intenzioni degli acquirenti del sito di Orcenico, verifica indispensabile per capire se ci possono essere spazi per dare reale risposta a tutti i lavoratori del Gruppo”.

“Orcenico – sostengono le RSU di Trichiana – sembra non sia appetibile denza gli impianti FAST, al contempo il piano industriale presentato da Ideal Standard per Trichiana non avrà la possibilità di concretizzarsi senza una parte degli stessi impianti. Logica vorrebbe quindi che chi ha la responsabilità di farlo verificasse tecnicamente se vi sono mediazioni sostenibili”.

Trichiana in tale situazione di incertezza sta producendo a volumi bassissimi e per il futuro non vede garanzie per i suoi dipendenti, specie se il settore “wellness” verrà concentrato ad Orcenico.

“In pratica – scrivono i sindacati veneti – avremo uno stabilimento con 600mila pezzi da produrre (non sufficienti per assorbire gli esuberi), l'impossibilità di renderlo appetibile per allocare ulteriori produzioni, privo di alcune risposte occupazionali legate al wellness perché mantenute in Friuli”.

“Si pensa che i 600 dipendenti di Trichiana siano garantiti a prescindere? - rivendicano le RSU – La mancata firma dell'accordo sulla cassa in deroga del 13 gennaio non è legata ad alcuna presa di posizione da parte del Veneto e tanto meno da qualsivoglia intenzione di danneggiare i lavoratori di Orcenico. C'è da chiedersi invece perché a quel tavolo non c'era la Regione Veneto, perché dell'intenzione di verificare le concrete intenzioni degli acquirenti interessati ad Orcenico non si parla più, perché non c'è continuità tra le cose dichiarate il 20 dicembre e la situazione attuale”.

“Trichiana – conclude il comunicato – chiede di avere un piano industriale credibile, lo chiede da mesi e lo chiederà il 21 gennaio a Roma”.

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Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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