Economia
Ideal standard, l'azienda non si presenta al tavolo di contrattazione a Roma. Ripreso il blocco
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- Pubblicato Martedì, 21 Gennaio 2014 15:59
- Scritto da Tiziana Melloni
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Roma - Alle 12 del 21 gennaio, appresa la pessima notizia che i vertici dell'azienda non si sarebbero presentati al tavolo di concertazione presso il Ministero dello Sviluppo economico, i lavoratori dello stabilimento di Orcenico hanno ripreso il blocco delle merci, che avevano interrotto nei giorni scorsi.
Nella mattinata erano usciti 5 tir di merce. Il sesto è stato bloccato alle 12 in uscita.
L'azienda aveva già chiesto un ulteriore rinvio dell'incontro al 10 febbraio, facendo di fatto presagire l'assenza di oggi.
Così commenta su Twitter il sindaco di Zoppola Francesca Papais "La posizione dell'Idealstandard è inconcepibile. Chiede lo sblocco e non si presenta al tavolo del Ministero".
"Cosa è cambiato in una settimana? - Si chiede Francesca Papais. - Gli attori che boicottano. Ricordatevi signori che c'è in ballo il destino di 450 famiglie!"
"L'Ideal Standard - rimarca il primo cittadino - chiede il rinvio al 10 febbraio, il giorno in cui scade la sospensiva della mobilità per i lavoratori di Orcenico. Coincidenze?"
I sindacati temono che ci sia in effetti la volontà di non firmare la cassa integrazione in deroga per favorire altri stabilimenti a danno dell'impianto pordenonese.
Questo il commento del vicepresidente della Regione Fvg Sergio Bolzonello: "Non si può giocare sulle spalle dei lavoratori dell'Ideal Standard di Orcenico".
"Proprietà, sindacati nazionali del comparto chimico e la stessa Regione Veneto, con la quale è stata condivisa l'esigenza di un 'Tavolo' nazionale debbono assumersi le rispettive, importanti responsabilità per poter giungere ad un accordo per l'attivazione della cassa integrazione in deroga".
"I lavoratori Ideal Standard dello stabilimento di Orcenico non possono attendere oltre", "la riunione deve essere convocata quanto prima, auspicabilmente già la prossima settimana" ha concluso Bolzonello.
Spese funebri, a rischio la detrazione fiscale. E forse il caro estinto pagherà l'Iva
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- Pubblicato Lunedì, 20 Gennaio 2014 22:37
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Roma - Tristi notizie per il caro estinto: se la legge delega fiscale non verrà approvata entro il 31 gennaio 2014, non verrà confermato il rimborso fiscale sulle spese funebri, attualmente in vigore.
Tale detrazione è ora pari al 19% ed ha un limite massimo di 1500 euro. Le detrazioni comportano un minor gettito pari a circa 120 milioni di euro, il che non è molto, ma i tempi sono difficili e lo Stato guarda al centesimo.
Allo stesso tempo in Parlamento sono state presentate anche proposte di segno opposto, per portare le detrazioni fino a 10 mila euro, visto che negli anni la somma massima da detrarre è rimasta uguale. Ma un funerale attualmente costa ben più di 1500 euro.
Nel frattempo, grazie all'Unione Europea, sulle spese funebri potrebbe essere inserita un'aliquota Iva del 10%, oggi non dovuta in Italia.
Insomma, parafrasando il celebre adagio: tra morte e tasse, le più sicure sono decisamente queste ultime.
Riduzione del costo del lavoro, per Electrolux la proposta di Unindustria va nella giusta direzione
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- Pubblicato Lunedì, 20 Gennaio 2014 19:37
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - Il percorso proposto da Unindustria "va sicuramente nella giusta direzione perché pone l'accento sul principale deficit competitivo, il costo del lavoro, troppo gravato in Italia" ma c'è "ancora molto da fare".
Questo è stato il commento di Electrolux, in una dichiarazione rilasciata lunedì 20 gennaio, alla proposta di "contratto" lanciata sabato da Unindustria Pordenone. Secondo il presidente di Unindustria, Michelangelo Agrusti,"Electrolux ha colto il segno della proposta".
Unindustria aveva presentato un documento con un pacchetto di misure per far fronte alla crisi della produzione in area pordenonese.
Nella prima fase di gestione dell'emergenza, nei tempi rapidi dettati da crisi come appunto Electrolux e Ideal Standard, gli industriali propongono "uno scambio virtuoso tra riduzione del costo del lavoro, maggiore flessibilità e maggiore produttività da un lato e consolidamento occupazionale, elementi di di Welfare di compensazione ed investimenti per innovazione e sviluppo dall'altro".
In discussione la contrattazione di secondo livello e tutti gli elementi retributivi non derivanti dalla contrattazione nazionale, con sullo sfondo la gestione di istituti dei Contratti nazionali di categoria, come l'orario o gli automatismi, i limiti alla polifunzionalità, con un intervento anche sui superminimi non ancorati al merito.
Secondo il direttore generale di Unindustria Pordenone, Paolo Candotti, l'insieme delle misure potrebbe valere una riduzione sul costo del lavoro pari al 20% per le industrie più strutturate e del 10% per quelle minori. Una manutenzione, non una amputazione, per favorire la ripresa.
Ora la parola passa ai sindacati, ai quali verrà proposta la creazione di un Comitato di sorveglianza sugli accordi raggiunti.
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