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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

“7 minuti”: con Ottavia Piccolo per la regia di Gassman

“7 minuti”: con Ottavia Piccolo per la regia di Gassman

Trieste – Ottavia Piccolo e altre dieci attrici, dirette da Alessandro Gassmann, sono le protagoniste di 7 Minuti testo di Stefano Massini che va in scena al Politeama Rossetti da venerdì 30 gennaio a domenica 1 febbraio, ospite della stagione Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia”.

 «7 minuti di Stefano Massini, basato su un episodio accaduto in una fabbrica francese è, in questo passaggio storico, il testo che andavo cercando» sostiene Alessandro Gassman. «Parliamo di lavoro, di donne, di diritti, lo faremo dando voce ed anima a undici protagoniste operaie che ci permetteranno di raccontare con le loro diverse personalità, le paure per il nostro futuro e per quello dei nostri figli, le rabbie inconsulte che situazioni di precarietà lavorative possono scatenare, le angosce che il mondo del lavoro dipendente vive in questo momento. Il linguaggio di Massini è vero, asciutto, credibile, coinvolgente, molto attento e preciso nel descrivere i rapporti ed i percorsi di vita di undici donne, madri, figlie, tutte appunto diverse tra loro, ma capaci di raccontarci una umanità che tenta disperatamente di reagire all’incertezza del futuro».

Stefano Massini – Premio Ubu Speciale 2013 “Per il complesso della sua drammaturgia” – ha vissuto la creazione di 7 minuti con il fremito quasi di una “persecuzione”: «Ci sono storie – racconta – che ti vengono a cercare. Sembra che facciano davvero di tutto per essere raccontate, per essere scritte. Una di queste ha raggiunto e conquistato me, ed ha a che fare con le operaie tessili di Yssingeaux, nell’Alta Loira. Il fatto di cronaca risale al gennaio 2012, e ha riempito i giornali d’Oltralpe: d’altra parte poteva passare inosservato quel braccio di ferro così spietato fra ledipendenti – tutte donne – di uno dei massimi colossi industriali francesi e i nuovi dirigenti subentrati al controllo?»

Alessandro Gassmann ha chiesto a Gianluca Amodio, lo scenografo, e a Lauretta Salvagnin, la costumista, un’ambientazione realistica, Marco Palmieri ha disegnato luci che descrivono il passare del tempo. Il tema musicale originale e gli ambienti sono di Pivio&Aldo De Scalzi. Le videografie di Marco Schiavoni evocano gli esterni della fabbrica e, a tratti, danno forma ai pensieri e alle emozioni taciute dei personaggi.

7 Minuti di Stefano Massini è uno spettacolo di Alessandro Gassmann con Ottavia Piccolo, coprodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Stabile dell’Umbria e Teatro Stabile del Veneto.

Lo spettacolo va in scena al Politeama Rossetti venerdì 30 e sabato 31 gennaio alle ore 20.30 e domenica 1 febbraio in pomeridiana alle ore 16.

I biglietti ancora disponibili si possono acquistare presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, ed i consueti circuiti e accedendo attraverso il sito www.ilrossetti.it all’acquisto on line.

Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

 

 

 

La Fondazione di Bandini al Miela

La Fondazione di Bandini al Miela

Trieste - Tappi, cartine delle arance, stuzzicadenti, cose oggetti di nessun valore che si incontrano per un istante della vita, che si tengono fra le mani senza dargli un senso e si buttano via. Per il protagonista de La Fondazione di Raffaello Baldini – al Teatro Miela da venerdì 30 gennaio a domenica 1 febbraio,  non si tratta di semplici e fuggevoli cose. Sono brandelli di sé, di vita, e non riesce a percepirla nel presente se non rimane circondato da tutti quegli insignificanti compagni di viaggio, testimoni di insignificanti momenti di vissuto… È per questo motivo che il protagonista intende creare una Fondazione – da qui, appunto il titolo del monologo – dove conservare tutte le cose che non contano ed anche i pensieri che non riescono ad assurgere ad alti interessi…

È proprio questo il ritratto dell’anziano e solitario uomo che è al centro de La Fondazione, ultimo testo di Raffaello Baldini, ottimo poeta e scrittore romagnolo da poco scomparso. 

Poco prima di morire lo stesso autore ha affidato questo suo ultimo gioiello  a Ivano Marescotti, attore raffinato, che così spesso e sapientemente ha già dato voce alle sue apprezzate poesie. 

Anche in quest’occasione l’attore – dalla notevole carriera teatrale, televisiva e cinematografica – costruisce un delicato ritratto di questo personaggio, così vicino ai protagonisti ruvidi e solitari di Thomas Bernhard, ma colorato anche da qualche accento di clownerie beckettiana. 

Lavora con sensibilità, sostenuto fin nei più minimi dettagli dall’intelligente e accurata regia di Valerio Binasco che lo inserisce in una scena dai cromatismi forti, dove diviene facile  per il pubblico immaginare, grazie alla perizia interpretativa di Marescotti, quel cumulo di oggetti insignificanti che il protagonista ha assurto a compagni di una vita altrimenti desolata, dato che nessuno, nemmeno la moglie, gli è rimasto al fianco. 

La Fondazionedi Raffaello Baldini con Ivano Marescotti, vanta la regia di Valerio Binasco, le scene di Carlo De Marino, le musiche di Arturo Annecchino, le luci di Vincenzo Bonaffini, i costumi di Elena Dal Pozzo, il suono di Giampiero Berti. Lo spettacolo è una produzione di Emilia Romagna Teatro Fondazione.

Lo spettacolo va in scena al Teatro Miela venerdì 30 e sabato 31 gennaio alle ore 21 e domenica 1 febbraio alle ore 17. 

I biglietti ancora disponibili si possono acquistare presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, ed i consueti circuiti e accedendo attraverso il sito www.ilrossetti.itall’acquisto on line. La biglietteria del Teatro Miela è a disposizione del pubblico a partire da un’ora prima dello spettacolo. 

 

Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

 

 

 

“I bambini della Risiera” per non dimenticare la follia dell’olocausto

“I bambini della Risiera” per non dimenticare la follia dell’olocausto

Trieste - In scena la “prima”, ieri sera martedì 27 gennaio alla sala Bartoli del Politeama Rossetti di Trieste per  “I bambini della risiera”.

Scritto e diretto da Noemi Calzolari ed interpretato da Sara Alzetta assieme ad una ventina di bambini, allievi del Laboratorio StarTs Lab,  lo spettacolo si inserisce nell'ambito delle manifestazioni legate al Giorno della Memoria ed andrà in scena per quattro giornate.

Intensa e a tratti struggente l'interpretazione della brava Alzetta, che assieme ai bambini rievoca i colloqui familiari tra nonna e nipotina, entrambe ebree, in una Trieste in cui si slatentizza poco a poco un antisemitismo che giorno dopo giorno sbriciola gli assetti familiari.

I bambini ebrei si vedono portare via le loro case, escludere dai giochi degli altri bambini e dalle scuole sempre frequentate, si vedono portare via l'amico del cuore da mamme imbronciate e sospettose.

Il loro stupore è candido, la loro incomprensione è totale. Il danno psicologico, anche per quelli che sopravviveranno alla bassezza meschina del razzismo, è ferale.

Il violinista Tony Kozina accompagna i bambini (preparati da Daniela Ferletta) in alcuni canti della tradizione ebraica, canti accompagnati da girotondi e da postazioni fisse, che sulla scena regalano spessore all'innocente fanciullezza.

Tra i vari dialoghi che rievocano la Trieste nell'ultimo anno di guerra, si intervalla la proiezione di materiale iconografico: rastrellamenti, foto dei deportati, ed una Piazza Unità strabordante di popolo che acclama il Duce nel suo comizio.

La Riseria, è per Trieste, l'epilogo triste di quegli anni terribili. Vi vengono internate alcune migliaia di persone, bambini, uomini e donne, che grazie allo zelo organizzativo di Odilo Lotario Globocnik, triestino di nascita ma con formazione già acquisita nei campi di Treblinka, Sobibor e Maidanek, da Trieste partiranno per Auschwitz, Bergen Belsen e Ravensbruck.

Molto bello il taglio dato alla pièce teatrale, che sottolinea i dialoghi tra i bambini/ragazzi, dialoghi fatti di spontaneo stupore e incredulità davanti alla crudeltà della missione nazista.

Spesso, infatti, allora come oggi, l'odio cresce serpeggiante e subdolo, ed è quasi sempre sapientemente veicolato per secondi fini, poco compreso da un umanità che tristemente segue il luogo comune.

In questi giorni, legati al ricordo per non dimenticare, sui social si riporta spesso una frase, sembra sia stata scritta sul muro di un campo di concentramento, una frase scritta da un ragazzino: “Se Dio esiste dovrà chiedermi scusa”: Dentro a sei parole, si concentra, aldilà di qualsivoglia credenza religiosa, l'incapacità dell'animo umano di accettare la malignità, in fondo è questo l'uomo, questa è la sua parte più vera, più retta, l'unica realmente umana e compassionevole. L'unica da stimolare alla crescita. Soprattutto nei giovani, perché il non dimenticare serve soprattutto a loro.

In scena ancora Venerdì 30 gennaio alle 19, mentre Mercoledì  28 e 29 gennaio le recite saranno riservate alle scuole in orario pomeridiano, con inizio alle 14 e 30.

Info: www.ilrossetti.it

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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