“Il teatro che fa la differenza!”: progetto laboratoriale per abbattere tutte le barriere di nuovo al Teatro Bobbio
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- Pubblicato Martedì, 17 Febbraio 2015 19:35
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Trieste - Riparte, a grande richiesta, il laboratorio “Il teatro che fa la differenza!”, un progetto ideato e realizzato da La Contrada-Teatro Stabile di Trieste che ne ha affidato la didattica laboratoriale a Francesco Paolo Ferrara. Un laboratorio aperto a tutti, senza limiti di età o di abilità, finalizzato alla realizzazione di uno spettacolo teatrale nel quale si utilizza anche la lingua dei segni. Il primo incontro è fissato per giovedì 19 febbraio alle ore 14.30 presso la sala Polacco.
La Contrada, che ha da sempre rivolto una particolare attenzione alla formazione ed alle agevolazioni per diverse tipologie di soggetti, ha aperto, già dalla scorsa stagione, il suo palcoscenico anche ai soggetti con disabilità e alla terza età. Si è trattato di una sorta di sfida creativa, artistica, educativa, che ha coinvolto una molteplicità di soggetti, grazie anche alla collaborazione dell’Istituto regionale “Rittmeyer” per i ciechi, La Quercia Società Cooperativa Sociale, che hanno lavorato sulla ricerca di un linguaggio comune, individuato nella lingua italiana dei segni. Con questo originale strumento comunicativo, che stimola la fantasia e consente l’elaborazione di un vocabolario universale, la socializzazione tra i membri della compagnia riesce a svilupparsi in un modo diverso da quello standard.
Il primo modulo del progetto laboratoriale continuerà fino al 18 maggio per poi ripartire in autunno per concludersi con lo spettacolo, in scena al teatro Bobbio, il 15 ottobre prossimo.
“Il teatro che fa la differenza!” è un progetto aperto a tutti e mira ad abbattere le barriere fisiche, sociali, culturali: tutti coloro che fossero interessati, anche ad imparare la lingua dei segni, sono quindi invitati quindi a partecipare.
Il progetto di questa nuova stagione prevede la messa in scena di uno spettacolo di prosa che prende il via dal teatro classico.
L’ingresso al laboratorio è gratuito. Gli incontri si terranno ogni lunedì e ogni giovedì pomeriggio presso la Sala Polacco dalle ore 14.30 alle ore 17.30.
Inserita nell’ambito del Piano di Zona 2013/2015 Obiettivo 7.1 Anziani del Comune di Trieste, che vede la collaborazione fra il Comune stesso, l’Azienda per i Servizi Sanitari n. 1 Triestina, il Collegio IPASVI di Trieste, il Teatro Stabile La Contrada e i Comuni dell’Ambito 1.1 (Duino Aurisina-Sgonico-Monrupino) e 1.3 (Muggia e San Dorligo della Valle), questa iniziativa mantiene come finalità la promozione della salute e la prevenzione delle disabilità nell’anziano e nelle persone fragili.
Informazioni: 040.948471 / 948472 /390613; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.contrada.it.
“The Sisters-La via del successo” : alla Contrada è tempo di musica
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- Pubblicato Mercoledì, 11 Febbraio 2015 08:53
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Trieste - Debutta venerdì 13 febbraio alle 20.30 al Teatro Bobbio “The Sisters-La via del successo” un musical che farà cantare il pubblico della Contrada come ha già fatto in tutti i teatri italiani in cui è andato in scena.
Enzo Sanny firma la regia di uno spettacolo che ha ricevuto ampi consensi nei teatri italiani in cui è andato in scena per la sua freschezza e per la sua energia.
Sherrita Duran, Lucy Campeti e Francesca Haicha Tourè saranno impegnate con le loro grandi voci ad incantare il pubblico.
Lo spettacolo debutta venerdì 13 febbraio alle 20.30 e rimane in scena fino a lunedì 16 febbraio, con i consueti orari del Teatro Bobbio: serali 20.30 e festivi 16.30.
“The sisters-La via del successo” parte dagli Stati Uniti degli anni ’60 e da un gruppo vocale femminile, che con grande passione iniziava a muovere i primi passi nel mondo delle case discografiche. Liberamente ispirato alla carriera della formazione “The Supremes”. Per le Supremes quello che accadde è ormai noto, con l’abbandono del gruppo da parte di Diana Ross nel 1970, e la loro scelta di continuare fino al 1977. Una reunion acclamatissima fu concessa al pubblico in occasione di uno special televisivo che celebrava il quarto di secolo della Motown Records nel 1983. Nel 1981 a Broadway ha debuttato “Dreamgirls” il musical ispirato alla loro storia, che nel 2006 è stato adattato per il cinema ottenendo tre Golden Globe e due Premi Oscar.
Prevendita dei biglietti, prenotazione dei posti e cambi turno presso la biglietteria del Teatro Bobbio (tel. 040.390613/948471 - orari: 8.30-13.00; 15.30-18.30) o al TicketPoint di Corso Italia 6/C (tel. 040.3498276/3498277 - orari: 8.30-12.30; 15.30-19.00). Prevendita On Line: Circuito VIVATICKET by Charta (vivaticket.it) anche attraverso il sito www.contrada.it. Informazioni: 040.948471 / 948472 /390613; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.contrada.it.
È andato in scena al Teatro Nuovo Giovanni da Udine “Il mondo non mi deve nulla” di Massimo Carlotto
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- Pubblicato Venerdì, 06 Febbraio 2015 11:13
- Scritto da Gabriele Franco
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Udine - Anche lo spettatore più assopito avrà colto nell’ultima opera di Massimo Carlotto i contorni chiari e ineluttabili di uno specchio della contemporaneità. “Il mondo non mi deve nulla”, in scena al Teatro Nuovo Giovanni da Udine dal 3 al 5 febbraio 2015, si china nell’esperienza di vita quotidiana e difficoltosa di questi tempi, non esaurendosi tuttavia in una scontata o superficiale rassegna dei fenomeni eteronomi le nostre esistenze, bensì immergendosi nella sfera emotiva e personale più profonda dell’essere umano d’oggi. Due storie di vita agli antipodi vanno a comporne il telaio scenico.
La trama è la vita di Adelmo, un Claudio Casadio abilmente sottotono, ladro per sopravvivere, sottomesso alla sfortuna e stanco per i suoi giorni miserabili. Sempliciotto, maldestro, umile.
L’ordito è la vita di Lise, croupier tedesca in pensione, ormai rassegnatasi alle cupe turbolenze del suo passato, senza tuttavia abbandonarne i leggiadri ricordi con acuti di divertita luminosità. Sintesi perfetta di decadimento ed orgoglio. Interpretazione emozionante di Pamela Villoresi.
Fili delle Parche lontanissimi, eppure vicini. Passato e futuro sono rette distanti un abisso, direzionate per non incontrarsi mai. Eppure una finestra aperta diventa l’occasione per una perpendicolarità del presente inaspettata. Il telaio di fantasia scenica comincia la sua tessitura.
Il risultato è un drappo alquanto singolare. Si scontrano due mondi incompatibili, cozzano tra loto due modi di fare che nulla trovano in comune se non la disperazione, anch’essa manifestata con sentimenti inconciliabili.
Eppure il sinallagma esiste e si palesa agli occhi dei due personaggi. L’opportunità per ottenere quanto anelato da entrambi: la somma necessaria per allontanarsi definitivamente dalla via degli stenti, l’abbandono di un mondo che alla signora tedesca non deve più nulla.
Un omicidio, o forse meglio sarebbe dire un’eutanasia sentimentale, in cambio di danaro. Un facio ut des tremendo, malgrado ciò neppure così tanto se i dubbi e i mormorii delle coscienze finiscono col vincere il palcoscenico.
Si instaura allora un acceso confronto, un appassionante corteggiamento a ritmo di mambo: un corteggiamento alla vita quello di Anselmo verso Lise, un corteggiamento alla morte quello di Lise verso Anselmo.
Gli interni dell’abitazione fanno da sfondo all’esplodere della passione, ma quegli stessi ambienti, con la loro oscurità velata, ribadiscono l’aridità di un cuore ormai incurabile.
Senza vincitore alcuno (o forse con entrambi), ognuno ottiene soddisfazione, seppur tramite percorsi alternativi, raggiungendo l’obiettivo per troppo tempo agognato. Un vissero tutti felici e contenti davvero noir, crudele e al tempo stesso inevitabile, e che tuttavia apre una finestra sul nostro domani.
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