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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

25ª edizione del Trieste Film Festival: dal 17 al 22 gennaio 2014

25ª edizione del Trieste Film Festival: dal 17 al 22 gennaio 2014

Trieste – È partito venerdì 17 gennaio Il Trieste Film Festival, giunto al traguardo del quarto di secolo. La rassegna, diretta da Annamaria Percavassi e Fabrizio Grosoli, ospita anche quest'anno le sue proiezioni al Teatro Miela e alla Sala Tripcovich.

Ad aprire il festival, che si conclude martedì 22, alla sala Tripcovich, è stato - in anteprima italiana - l'ultimo film di Danis Tanović, del cineasta premiato con l'oscar nel 2001 per No Man's Land, dal titolo Epizoda u životu berača željezaera (Un episodio di un raccoglitore di ferro), una produzione bosniaco-francese-slovena che vede la partecipazione anche di Rai Cinema.

Il film è ambientato nella Bosnia-Erzegovina e incentrato sulla storia di una famiglia Rom che vive a Poljice, lontano dai centri urbani. Il padre Nazif recupera metallo da vecchie auto e lo vende a un robivecchi, la madre Senada tiene in ordine la casa, cucina e si prende cura delle due figlie piccole. Un terzo figlio è in arrivo. Quando si sente male, Nazif prende una macchina a prestito e la porta alla clinica più vicina. Senada ha perso il bambino e rischia la setticemia se non viene operata immediatamente, ma non ha l’assicurazione sanitaria…

Epizoda u životu berača željezaera era in concorso all’ultimo Festival di Berlino dove ha vinto il Gran premio della giuria e quello per il Miglior attore.

Il film è la ricostruzione di eventi reali e l'intenzione alla base del film è quella di mostrare le discriminazioni che le minoranze devono affrontare in Bosniaed Erzegovina, in particolare le comunità Rom ... Tutte le scene mi sono state descritte da Nazif e le abbiamo girate così come lui se le ricordava. Non c’è una sceneggiatura. Quasi tutte le persone che compaiono nel film sono quelle che realmente hanno vissuto la vicenda.” (D. Tanović).

Nucleo centrale del programma rimangono i tre concorsi internazionali che ogni anno fanno il punto sulla produzione più interessante dei paesi di riferimento del festival. E anche quest'anno i premi al Miglior Lungometraggio, al Miglior Cortometraggio e al Miglior Documentario saranno attribuiti dal pubblico.

Nel Concorso Internazionale Lungometraggi, tutti titoli in anteprima italiana, si segnala CÂND SE LASĂ SEARA PESTE BUCUREȘTI SAU METABOLISM (Quando la sera scende su Bucarest o Metabolismo), del rumeno Corneliu Porumboiu, in concorso all'ultimo Festival di Locarno, uno sguardo dietro le quinte ispirato, dice Porumboiu, alla vicenda di un amico che anni fa mise tutti i suoi soldi nella realizzazione di un film, e poi si bloccò improvvisamente a metà delle riprese.

Il Concorso Internazionale Documentari propone 11 opere in anteprima nazionale, provenienti dalle nazioni che fanno parte delle aree tradizionalmente investigate dal Festival. Tra questi ČETRDESMIT DIVI (Quarantadue) della lettone Laila Pakalniņa, dove la regista si sente “una spia mandata a correre la maratona”.

Documentario, ma fuori concorso, è Parole Diverse (distribuito da Tucker Film), che Francesca Archibugi ha dedicato all'incontro con il friulano Pierluigi Cappello, considerato uno dei maggiori poeti italiani. La collisione tra gli occhi di una regista e le parole di un poeta: lei offre il suo sguardo, lui la sua identità. Archibugi racconta così l’incontro con Cappello: «Mi serve avere un libro di poesia contemporanea sul comodino, perché è il più forte antidoto contro l’ansia e la noia. Mi sono avvicinata a Pierluigi quando è diventato, appunto, il mio compagno di comodino. Non ci conoscevamo, eppure eravamo già intimi…».

Fra i 16 Cortometraggi selezionati a concorrere al Premio TFF Corti, ci sono l'italiano Anna diretto da Diego Scano e Luca Zambolin con Lucia Mascino protagonista, il polacco Flora y Fauna (Flora e Fauna) del regista Piotr Litwin, fra i produttori Fabio Grassadonia e Antonio Piazza autori di SALVO e per la prima volta anche 2 animazioni ALERIK di Vuk Mitevski dalla Macedonia, e BOLES di Špela Čadež dalla Slovenia.

Anche quest'anno, si aggiunge inoltre una selezione non competitiva di 15 cortometraggi di animazione provenienti dai paesi dell'Europa centro-orientale, fra i quali segnaliamo il serboRABBITLAND (La Terra dei Conigli) di Ana Nedeljković e Nikola Majdak jr., il ceco O ŠUNCE (Il Prosciutto) di Eliška Chytková (già visto a Cannes - Cinéfondation), gli italiani BRUNO LIBERO di Daniel Maculan, Damiano Zanchetta e CANTARELLA di Diego Dada.

Alle sezioni competitive si affianca anche quest'anno Sorprese di genere, seguitissima sezione che allarga lo sguardo verso nuove tendenze "popolari" all'interno della produzione cinematografica dell'Europa Centrale e Orientale, proponendo film che hanno avuto grande riscontro al botteghino nei paesi da cui provengono. Come BANKLADY (La signora delle banche) del tedesco Christian Alvart, storia vera di Gisela Werler che nel 1966 fu la prima donna a rapinare una banca in Germania o SVEĆENIKOVA DJECA (Scherzi da prete) di Vinko Brešan, il più grande successo al box office nella storia del cinema croato, storia di un giovane sacerdote, che spinto dal desiderio di aumentare il numero delle nascite sull’isola della Dalmazia dove vive, inizia segretamente a bucare tutti ipacchetti di preservativi prima che vengano venduti (sarà nelle sale italiane per Officine Ubu nel prossimo maggio).

Tra le novità dell'edizione numero 25 del Trieste Film Festival, è presente quest'anno una sezione dal titolo Trieste FF Arthouse, realizzata in collaborazione con Sky Arte. Tre titoli, in programma al Miela: “abbiamo creato all'interno della nostra manifestazione una piccola vetrina dove arte e cinema si intrecciano dando vita a nuove forme d'espressione artistica o sottolineando la grandezza ma anche l'umanità di grandi artisti del nostro tempo” dice Nicoletta Romeo, responsabile della programmazione del festival.

Il film di chiusura del Trieste Film Festival sarà Walesa, man of hope, diretto dal celebre regista polacco Andrzej Wajda (premiato con un Oscar e un Orso d'Oro alla carriera), ispirato alla vita del premio Nobel Lech Wałesa e visto all'ultima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia..

Non manca “Zone di Cinema” quest’anno si allontana dallo spazio omogeneo e ben definito di una sezione a sé stante a cui eravamo abituati, si espande e si colloca trasversalmente in altre sezioni, diventando quasi un timbro di qualità, un bollino 'doc' che ne definisce l’origine ma che non ne delimita le potenzialità. Tra i vari titoli che abbiamo voluto segnalare The Special Need nel concorso documentari, una storia nata in regione ma che prosegue in Germania seguendo Enea, il protagonista disabile alla ricerca di una sessualità mai vissuta ma desiderata; il cortometraggio Melting Street di Ivana Hrelja sulla performance collettiva dell’artista Elisa Vladilo nella vicina Pola (nella neo-sezione dedicata al cinema che si avvicina al mondo dell’arte in tutte le sue forme); un ritratto curioso del regista Franco Giraldi, frutto di un lavoro ventennale del professor Luciano De Giusti (nell'omaggio ai grandi maestri), e infine il documentario fuori concorso Parole povere di Francesca Archibugi, prodotto da due società friulane, sul poeta contemporaneo Pierluigi Cappello. Film di durate, generi e linguaggi diversi a testimonianza di una realtà cinematografica e artistica eterogenea e proteiforme quale quella del Friuli Venezia Giulia.

Grande novità della 25° edizione del Trieste Film Festival l'inaugurazione di un progetto di programmazione streaming in partnership con MYmovies.it. L'offerta streaming è caratterizzata da una ricca selezione di titoli del programma ufficiale disponibile gratuitamente sulla piattaforma Mymovieslive! (http://www.mymovies.it/live/) solo per i primi 300 utenti che ne faranno richiesta. Un'opportunità speciale per consentire al pubblico di seguire anche a distanza la ricca programmazione del Festival, oltrepassando i limiti territoriali della manifestazione.

Programma scaricabile online al sito www.triestefilmfestival.it

 

 

Nel segno del pacifismo un cineforum sulla Prima guerra mondiale

Nel segno del pacifismo un cineforum sulla Prima guerra mondiale

TRIESTE - Continuano le celebrazioni cinematografiche dell'anniversario della Prima guerra mondiale a cura del Cineforuma dell'Associazione culturale “Tina Modotti”.  

Il 22 Gennaio, alle ore 20.30, in Via Ponziana, 14 (1° piano) a Trieste, sarà proiettato il film di Francesco Rosi, “Uomini contro” (1970, 97’).

Storie di vita di trincea, il film – liberamente ispirato al libro di Emilio Lussu “Un anno sull’altipiano”- è uno spaccato della Prima guerra mondiale nel territorio dell’altopiano di Asiago. Diversi i punti di vista: quello del generale, del sottotenente, del maggiore e dei soldati che devono eseguire gli ordini, spesso estremamente duri e ingiusti. La decimazione, in particolare, si rivela una pratica spaventosa, applicata soprattutto nell’esercito italiano. Forte il linguaggio e aspra la critica contro tutte le guerre. Con Alain Cuny e Gian Maria Volonté
 
Il ciclo “La Prima guerra mondiale” proseguirà, in data da definirsi, con:

Lewis Milestone, “All’ovest niente di nuovo” (1930, 128’)
Mario Monicelli, “La grande guerra” (1959, 130’)
Joseph Losey, “Per il re e per la patria” (1964, 83’)

 
Per il terzo incontro con il ciclo "Le utopie tra '800 e '900", il  29 gennaio, alle ore 20.30 sarà proiettato “La Cecilia. Una comune anarchica in Brasile nel 1890” (1975, 123’) di Jean-Louis Comolli.
 
Alla fine del XIX secolo, degli anarchici italiani emigrano nel sud del Brasile per fondarvi una comunità senza capi né gerarchie. Mentre la 'comune' incontra subito alcuni ostacoli, uno dei fondatori, l’anarchico pisano Rossi, parte per l'Italia, dove il suo esperimento è stato criticato, per un giro di conferenze. Caduto l'Imperatore, il nuovo governo revoca la concessione di territorio di Cecilia, per cui alcuni membri della ‘comune’ sono costretti a lavorare nelle cave di pietra dello Stato. Rossi torna dall'Italia e subito nascono nuovi problemi, creati soprattutto dall'attaccamento dei contadini alla famiglia e alla proprietà: non volendo rinunciarvi, alcuni di loro, una mattina, abbandonano Cecilia. E’ un film raro e commovente, sulla forza generosa delle idee e sulla difficoltà delle realizzazioni. Con Maria Carta e Vittorio Mezzogiorno
 
Per informazioni: sms al n° 334 7037783 o e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

The special need: la nuova scommessa cinematografica di Tucker Film

The special need: la nuova scommessa cinematografica di Tucker Film Dopo Zoran, il mio nipote scemo di Matteo Oleotto e TIR di Alberto Fasulo, la Tucker Film scommette sull’opera prima del regista udinese Carlo Zoratti: un insolito e divertente road movie, The Special Need, che esplora con allegria e leggerezza il binomio sesso-disabilità. Una leggerezza densa, a tratti poetica, dentro cui ognuno può riconoscere gli entusiasmi, i dubbi e le fragilità della vita quotidiana… Archiviati gli applausi al Festival di Locarno e la vittoria al Dok Leipzig («Era da tanto tempo che un documentario non raccontava la tragedia e la commedia della vita con tutta questa empatia» si legge nelle motivazioni della giuria), The Special Need verrà presentato in concorso (sezione Documentari) sabato 18 gennaio al 25° Trieste Film Festival. E sarà la Tucker Film, appunto, a distribuirlo nelle migliori sale italiane dal prossimo 2 aprile, in occasione della Giornata Mondiale dell’Autismo. Enea ha trent’anni, un lavoro e un problema. Anzi: più che un problema, una necessità. Una necessità speciale: fare (finalmente) l’amore. Enea ha anche due amici, Carlo e Alex, decisi ad aiutarlo. A prenderlo sottobraccio con sorridente dolcezza. Se non è facile realizzare i propri sogni, non è certo facile realizzare quelli degli altri. E il sogno di Enea, impigliato nella rete dell’autismo, richiede una manutenzione delicatissima. Basteranno un piccolo viaggio in furgone e una grande complicità tutta maschile per creare le giuste condizioni? «Io ed Enea – racconta Zoratti – ci conosciamo da quando abbiamo quindici anni. Abbiamo deciso di fare questo documentario quattro anni fa, in piedi davanti alla fermata dell’autobus 11 a Udine. Quel giorno gli ho chiesto se aveva la ragazza: io ne avevo conosciute molte, perché lui no? Nel 2012, quando sono iniziate le riprese, non sapevamo dove sarebbe arrivata la nostra storia, quale sarebbe stata la strada. Ogni giorno Enea cambiava traiettoria e io dovevo seguirlo, accettando che fosse lui a guidarmi…». «Per noi – aggiunge la produttrice Erica Barbiani – che abbiamo avuto la fortuna e, in qualche modo, l’incoscienza di viverlo dall’interno, The Special Need non è solo un documentario: è un progetto fuori dagli schemi dove le consuete dinamiche operative hanno lasciato spazio a una dimensione condivisa. Un perimetro dove i singoli ruoli “del set” sono sfumati l’uno dentro l’altro, disegnando una straordinaria mappa di legami affettivi: con Enea, ovviamente, e con tutti gli altri compagni di avventura». The Special Need, ricordiamo, è prodotto da Videomante e Detailfilm, in coproduzione con ZDF e con il sostegno del Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia e di Rai 3.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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