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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

"Tir" di Fasulo al Cinemazero.

Tir di Fasulo al Cinemazero.

Pordenone - Il primo importante premio “TIR” se lo aggiudica già nel 2010 per la sceneggiatura firmata da Alberto Fasulo, Carlo Arciero, Enrico Vecchi e Branko Zavrsan, ed è il prestigioso Premio Solinas, conquistato per «per lo sguardo rigoroso, l’originalità, l’angolazione del racconto. Un film che interroga con intelligenza il nostro tempo e la definizione di identità erranti in un’Europa dai confini porosi».

È infatti una strada lunga quella compiuta dal regista friulano Alberto Fasulo, fatta di determinazione incrollabile, partita da un progetto durato cinque anni, un’immersione totale nel mondo che racconta (l’attore sloveno Branko Zavrsan ha conseguito la patente prevista dal codice della strada ed è stato assunto atempo determinato come autista in una ditta di trasporto italiana),e diventato un film che arriva a conquistare il Marc’Aurelio d’oro al Festival Internazionale di Roma.

Tutto questo fa dell’appuntamento di lunedì 24 febbraio alle 21.00 a Cinemazero (Pordenone) con l’anteprima assoluta di "Tir" e con i suoi protagonisti : il regista, l’attore e la produttrice, un appuntamento da non perdere.

Con Tir, più che raccontare la vita di un camionista, Fasulo voleva entrare nella vita del protagonista al punto di poterne fermare le inevitabili crisi esistenziali che vivere lontano dai propri affetti scatena. Quando Fasulo propone a Branko Završan (“No Man’s Land”) di vivere in simbiosi con lui e la sua cinepresa nella cabina di un TIR per tre mesi, riceve come risposta: «Finalmente un film di ricerca!».

Così Branko diventa il moderno Ulisse che per il bene della sua famiglia si trova costretto ad allontanarsi per un lavoro che lo fa guadagnare tre volte di più dello stipendio da insegnante di cui gode. TIR attraversa l’Europa in piena crisi e ne rintraccia la prospettiva deformata abbracciata dalla società, sempre più paralizzata di fronte all’inevitabile necessità di rinunciare a qualcosa, nell’incapacità di riconoscere i propri reali bisogni. I momenti di stanchezza, di dolore, di abbattimento, l’intimità di una vita chiusa in pochi metri quadri di solitudine poteva essere raccontata solo con l’approccio radicale adottato da Fasulo.

“Definita la sfida, le motivazioni e il metodo ci siamo chiusi in cabina, Branko faceva il camionista mentre io lo filmavo facendo succedere degli accadimenti anche a sua insaputa. In quattro mesi abbiamo fatto più 30.000 Km, mi sono accorto che abbiamo tracciato un X sull'Europa, dalla Svezia a Roma da Budapest a Siviglia, il confine tra reale e finzione si è sfuocato molte volte. Abbiamo discusso sulla differenza tra l'essere stanchi e recitare ad esserlo, ma alla fine siamo diventati amici, anche se molte volte gli negavo di lavarsi, di radersi o gli chiedevo di cucinare ancora accanto alle ruote del TIR. Quando siamo usciti da questa intensa avventura siamo entrambi cambiati nella percezione delle nostre vite quotidiane”.

Biglietti in prevendita alle casse di Cinemazero da sabato 15 febbraio.

TIR è il secondo film di Fasulo – dopo Rumore bianco – ad essere distribuito dalla Tucker film, e il suo arrivo nelle migliori sale italiane sarà inaugurato con la presenza dei suoi protagonisti al Visionario di Udine, il 27 febbraio alle 20.30.

Lunedì 17 Febbraio alle ore 21:30 TIR sarà mostrato in anteprima streaming gratuita sulla piattaforma MYMOVIESLIVE! solo per i primi utenti che ne faranno richiesta.

TIR è realizzato con il supporto di: Fondo per l'Audiovisivo del Friuli-Venezia Giulia, Piemonte Doc Film Fund – Fondo regionale per il documentario, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo-Direzione Generale per il Cinema, Friuli-Venezia Giulia Film Commission, Film Commission Vallée d'Aoste, BLS Business Location Südtirol Alto Adige, Croatian Audiovisual Centre e Premio Solinas (in collaborazione con Apollo 11).                  

 

 

 

Per la Giornata Mondiale dell’Autismo: “The Special Need” dell’udinese Zoratti nelle sale di tutta Italia.

Per la Giornata Mondiale dell’Autismo: “The Special Need” dell’udinese Zoratti  nelle sale di tutta

Udine  –  Un piccolo documentario The Special Need, dell’esordiente regista friulano Zoratti, che ha già vinto due festival a Trieste e Lipsia,   approderà nei migliori cinema il 2 aprile, dopo l’anteprima del1 aprile trasmessa  in diretta satellitare  che unisce le firme operative di Visionaria e della friulana Tucker.

 

Dall’Anteo spazio Cinema di Milano, grazie alla collaborazione con Open Sky Cinema, verrà infatti trasmesso alle 20.30 in 70 sale in tutta Italia un incontro con il protagonista, il regista, un giornalista e un esperto nell’ambito dell’autismo.

Il 2 aprile si celebra la Giornata Mondiale dell’Autismo e il documentario di Zoratti, attraverso l’autismo di Enea, esplora un territorio che molti  considerano tabù: il binomio sesso-disabilità.

Enea ha trent’anni, un lavoro e un problema. Anzi: più che un problema, una necessità. Una necessità speciale: fare, finalmente, l’amore. Enea ha anche due amici, Carlo e Alex, decisi ad aiutarlo. A prenderlo sottobraccio con allegra dolcezza. Se non è facile realizzare i propri desideri, non è certamente facile realizzare quelli degli altri. E il desiderio di Enea, intrappolato nella rete di una patologia che non fa sconti, richiede una manutenzione delicatissima. Basteranno un piccolo viaggio e una grande complicità, tutta maschile, per creare le giuste condizioni? Documentario on the road, ma prima ancora potente indagine sentimentale, The Special Need racconta la normalità della diversità senza mai salire in cattedra e senza mai perdere di vista la leggerezza della narrazione. Una leggerezza densa, a tratti poetica, dentro cui ognuno può riconoscere gli entusiasmi, i dubbi e le fragilità della vita quotidiana.

 

Specchiarsi dentro l’umanità di Enea, tuttavia, non significa ovviamente “capire” Enea. E non significa neppure poter immaginare la sua storia, il suo percorso buio e complicato. Carlo Zoratti ha deciso di non trasformare The Special Needin un’opera didattica e didascalica, ha scelto di puntare lo zoom sull’Enea adulto, tagliando fuori il resto: biografia, episodi-chiave, traiettorie mediche. Ecco perché, al netto del tema tabù, il film è inevitabilmente destinato a suscitare discussioni, più o meno pacate, più o meno ragionevoli. Ecco perché l’immagine di Enea, sebbene dolorosamente autentica, rischia di confondere gli sguardi “esterni”: per 84 minuti ci si confronta con un giovane uomo spiritoso e vivace, senz’altro lontano dall’iconografia cui ci hanno abituato il cinema e la letteratura.

«L’Enea del film – spiega Carla, la terapista che si occupa di lui da quando era un cucciolo di 16 mesi – è l’Enea pazientemente forgiato dal mio lavoro e da quello dei suoi splendidi genitori. Un processo lunghissimo, un processo che non avrà mai fine, anche se i risultati non smettono mai di sorprenderci. 84 minuti non bastano per condensare la sua storia, la sua favola, e giustamente non vogliono neanche farlo: The Special Need è altro, è un verissimo diario sentimentale dove trova spazio il meglio di Enea. I suoi momenti più performanti, le sue reazioni emotive e logiche più brillanti. Se solo il pubblico potesse sapere quant’è difficile insegnargli a soffiarsi il naso o quanto è stato difficile, da bambino, aiutarlo ad aprirsi…».

Una dolce favola moderna, dunque. Magari senza principi e principesse, ma sicuramente con due regine: Carla, appunto, e Bruna, la mamma di Enea. Una donna friulana rocciosa e pragmatica, disinteressata agli applausi e ai complimenti. Una madre che rivendica il proprio ruolo di madre “normale” alle prese con un figlio “speciale”, una madre che si sofferma sulle ordinarie incazzature domestiche e affida a una singola frase il senso di una vita che di ordinario ha davvero poco: «Io, Enea, l’ho fatto, sì, ma Carla me l’ha rifatto!». Una dozzina di parole può restituire tre decenni di lotte, di paure, di speranze, di cadute e di risalite? Può. Può eccome. Perché quelle parole racchiudono, in una sintesi poderosa e definitiva, l’intera parabola di Enea: il signor Enea Gabino di The Special Need e l’Enea adolescente che si è misurato con i primi soprassalti ormonali («Pulsioni fobico-ossessive, lontane dall’accettabilità sociale»), il signor Enea Gabino che ogni giorno va al lavoro e l’Enea disarmato, ingenuo, che subisce raggiri da persone prive di anima.

Questo documentario come abbiamo detto susciterà discussioni, ma l’ottica giusta per guardarlo è un rispettoso silenzio.

 

 

 

Charlot compie cent’anni. La Cineteca del Friuli propone 4 comiche restaurate

Charlot compie cent’anni. La Cineteca del Friuli propone 4 comiche restaurate

Gemona(Ud) - Nel 2014 scoccano i cento anni dell’immortale personaggio di Charlot (“the Tramp” per gli anglofoni), icona cinematografica universale nata dalla fantasia di Charlie Chaplin, che gli ha dato volto e corpo in infinite storie, tanto da essere quasi identificato con lui.

La Cineteca del Friuli, presenta al Cinema Sociale di Gemona una selezione di quattro comiche restaurate dalla Cineteca di Bologna nelle serate di venerdì 7 febbraio alle ore 17.30, sabato 8 alle ore 16 e domenica  9 alle ore 15.30, a cento anni esatti dalla prima apparizione sullo schermo del Vagabondo avvenuta il 7 febbraio 1914.

Il programma, della durata complessiva di 90 minuti, comprende proprio il titolo d’esordio del personaggio, Gara di auto per bambini a Venice, (Kid Auto Races at Venice) di Henry Lehrman. In questo film improvvisato, girato a Venice con la Keystone di Mack Sennett nel gennaio 1914 durante una gara annuale di autoper bambini, si possono osservare le prime reazioni del pubblico – gli spettatori della gara – alle invenzioni comiche di Charlot. Il Vagabondo entra continuamente in campo disturbando la troupe intenta a riprendere la manifestazione e proprio da qui scaturisce la comicità. In verità, sulle prime gli spettatori appaiono sconcertati da quell’omino invadente e buffo con bombetta e bastone, i pantaloni troppo larghi (in futuro lo diventeranno ancora di più), le scarpe enormi e la giacca stretta, ma la loro perplessità si trasforma presto in autentico divertimento. Kid Auto Races at Venice segue di cinque giorni il primo film in assoluto con Charlie Chaplin, Per guadagnarsi la vita (Making a Living), uscito il 2 febbraio 1914, dove però Chaplin non appare ancora nelle vesti di Charlot.

Le altre comiche che si vedranno al Cinema Sociale, Charlot pompiere (The Fireman), Charlotmacchinista(Behind the Screen) e L'emigrante (The Immigrant), tutte firmate da Chaplin, furono realizzate per la Mutual Film Corporation fra il 1916 e il 1917, quando Chaplin era già una star. Accanto a lui una delle sue partner storiche, Edna Purviance. Nei film Mutual, dodici in tutto, Chaplin raffina le gag, perfeziona la tecnica, esplora ulteriormente la propria destrezza fisica e la capacità di improvvisazione approdando a quella maturità artistica da cui scaturiranno i futuri capolavori. Si delinea inoltre sempre più marcatamente il ruolo dell’antagonista e del cattivo per eccellenza incarnato dall’imponente Eric Campbell, che maltratta il piccolo e fragile vagabondo ma finisce sempre per soccombere alla sua astuzia. Non manca una prima perlustrazione del genere drammatico, come in The Immigrant, che vede Charlot arrivare via nave negli Stati Uniti in cerca di fortuna.Ambientato in una vera caserma di vigili del fuoco, The Fireman, con un Charlot pompiere perfetto mix di inettitudine e di eroismo, ha acquisito anche un valore di testimonianza storica sui mezzi antincendio dell’epoca. Allo stesso modo, offre uno spaccato degli studi cinematografici di allora la deliziosa commedia slapstick Charlot macchinista, con Charlot/David nei panni di un indaffaratissimo quanto devastante assistente del gigantesco attrezzista Goliah.

Fra le celebrazioni che si susseguiranno in tutto il mondo è previsto a Pordenone, a ottobre, un ampio omaggio delle Giornate del Cinema Muto dirette da David Robinson, che di Chaplin è il biografo ufficiale.

 

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Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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