“I segreti di Osage County”: film da non perdere.
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- Pubblicato Lunedì, 03 Febbraio 2014 17:51
- Scritto da Cristina Degrassi
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Trieste – Uscito da poco nelle sale cinematografiche italiane “I segreti di Osage County”, non sta passando inosservato.
Oklahoma è una di quelle piccole contee americane sperdute in paesaggi sconfinati e suggestivi. La famiglia Weston abita la classica casa americana in cui si svolge tutto il film. Per la regia di John Wells e tratto da un dramma teatrale di Tracy Letts peraltro premiato con il Pulitzer, “I segreti di Osage County” è un affresco familiare intenso, coinvolgente e drammatico.
La trama è centrata sui legami familiari tra Violet (Maryl Streep) il marito Beverly (Sam Sheppard) le loro tre figlie (Julia Roberts, Juliette Lewis, Julianne Nicholsoon) ed i rispettivi compagni.
Il loro ritrovarsi nella casa di famiglia viene determinato da un evento improvviso quanto inaspettato al quale partecipano anche la sorella di Violet con il marito ed il figlio.
Violet e la sua primogenita Barbara (Streep e Roberts) hanno un rapporto difficile, il legame è di quelli “intestini”, che pur contenendo in se l'affetto profondo, non sfocia mai nel raccontare il bene ma piuttosto nel tentativo di predominanza l'una sull'altra. La tensione è acuta anche con le altre due figlie e tra le figlie ed i loro compagni. Il clou del film è una cena familiare a cui tutti partecipano, che riesce a raccontare ognuno dei protagonisti. Violet è una donna malata di cancro che, anche, ma non solo per questo abusa di farmaci, una donna che ha vissuto un infanzia difficile e che ha un istinto acuto, quasi animalesco, ed a tratti feroce nell'analizzare didascalicamente la vita fallimentare di ognuna delle sue figlie. Tra Violet e Barbara nasce un alterco furioso che sfocia in una vera e propria lotta fisica.
E' chiara nel film l'origine teatrale che regala uno spessore ed un sapore diverso dal panorama odierno e comune di film in cui gli effetti speciali di ogni genere sono l’apice di ogni storia.
Diversi i momenti inaspettati e particolari di questo bellissimo film senz'altro da vedere. Candidate entrambe all'oscar Streep e Roberts regalano emozioni vere e forti che meritano un'uscita al cinema.
Il film TIR di Alberto Fasulo nelle sale di tutta Italia da giovedì 27 febbraio
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- Pubblicato Giovedì, 30 Gennaio 2014 17:35
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Udine – "Tir". il film del regista di San Vito al Tagliamento (Pn), che ha vinto il Marc’Aurelio d’Oro all’ottavo Festival Internazionale di Roma, da giovedì 27 febbraio, sarà in tutte le sale cinematografiche italiane.
L'anteprima regionale è programmata per lunedì 24 febbraio, al Teatro Verdi di Pordenone, mentre gli spettatori udinesi potranno incontrare protagonisti, regista, l’attore e produttori, al Visionario di Udine proprio il 27 febbraio.
Branko (interpretato dall'attore Branko Završan) è un ex insegnante di Rijeka, diventato da qualche mese camionista per un’azienda di trasporti italiana. Una scelta più che comprensibile dato che adesso guadagna tre volte tanto rispetto al suo stipendio d’insegnante.
Eppure tutto ha un prezzo, anche se non sempre quantificabile in denaro. Da piccoli ci dicevano: "Il lavoro nobilita l’uomo". Ma qui sembra diventato vero il contrario: è Branko, con la sua efficienza, la sua ostinazione, la sua buona volontà, a nobilitare un lavoro sempre più alienante, assurdo, schiavizzante…
"Ancora prima che un film su un camionista – spiega Fasulo – TIR è un film su un paradosso: quello di un lavoro che ti porta a vivere lontano dalle persone care per cui stai lavorando. Il processo di scrittura è durato più di quattro anni. Durante questo tempo ho alternato fasi di ricerca sul campo ad altre in cui ci fermavamo a riflettere sul materiale raccolto, in una continua tensione creativa fra elementi di finzione e di documentario".
E ancora: "Più che fare un racconto sociologico, mi interessava entrare sotto la pelle del mio personaggio e riprenderlo in un momento di crisi personale, in cui si vedesse obbligato a compiere una scelta non solo pratica, ma anche etica".
La sceneggiatura, che nel 2010 si è aggiudicata il Premio Solinas, unisce le firme di Fasulo, Carlo Arciero, Enrico Vecchi e Branko Zavrsan. Il film è prodotto dalla società friulana Nefertiti Film (Nadia Trevisan e Alberto Fasulo) e coprodotto dalla croata Focus Media (Irena Markovic), in collaborazione con Rai Cinema.
Il ruolo di Branko è stato affidato all’attore sloveno Branko Zavrsan (Rosencrantz e Guildenstern sono morti, No Man’s Land) che “recita senza recitare”, indossando con magnifica e sorprendente naturalezza i panni del camionista: ha trascorso lunghi mesi in cabina dopo aver conseguito la patente prevista dal codice della strada.
TIR è realizzato con il supporto di: Fondo per l'Audiovisivo del Friuli-Venezia Giulia, Piemonte Doc Film Fund – Fondo regionale per il documentario, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo-Direzione Generale per il Cinema, Friuli-Venezia Giulia Film Commission, Film Commission Vallée d'Aoste, BLS Business Location Südtirol Alto Adige, Croatian Audiovisual Centre e Premio Solinas (in collaborazione con Apollo 11).
Tir sarà distribuito nelle migliori sale italiane dalla TuckerFilm.
Per la Giornata della Memoria al Visionario il film Hannah Arendt di Margarethe von Trotta.
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- Pubblicato Domenica, 26 Gennaio 2014 10:02
- Scritto da Redazione ilfriuliveneziagiulia
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Udine - Arriva in sala lunedì 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, il film Hannah Arendt, - di Margarethe von Trotta Germania 2012, 113’ con Barbara Sukowa, Axel Milberg, al Visionario di Udine.
Ritratto di una delle più grandi pensatrici e filosofe del Novecento diretto da Margarethe von Trotta. Ebrea tedesca fuggita dalla Germania nazista nel 1933, Hannah Arendt nel 1940 trova rifugio insieme al marito e alla madre negli Stati Uniti. Qui, dopo aver lavorato come tutor universitario ed essere divenuta attivista della comunità ebraica di New York, comincia a collaborare con alcune testate giornalistiche. Margarethe Von Trotta focalizza la sua attenzione su un periodo preciso della vita della filosofa, quello tra il 1961 e il 1964, quando Hannah segue per il New Yorker il processo al criminale nazista Adolf Eichmann in corso a Gerusalemme. La Arendt entra in tribunale aspettandosi un mostro, scopre invece una nullità. La sciatta mediocrità di quest’uomo non coincide con la profonda malvagità delle sue azioni e questo contrasto diventa l’enigma da risolvere. Dalle riflessioni e dagli articoli di quegli anni nascerà “La banalità del male”, un libro molto controverso ma destinato a rivoluzionare per sempre il modo di vedere i crimini nazisti e non solo.
La proiezione serale sarà introdotta da Gianluca Volpi, docente di storia dell’Europa dell’Est, curatore del recentissimo Ebrei, il popolo universale di Gy. Konrad, presentato al Visionario alla sua uscita.
Il film - in programma al Visionario alle ore 15.40, 17.50 e 20.45 - sarà proiettato in lingua originale con sottotitoli in italiano: biglietto intero € 8,00, ridotto e soci CEC € 6,00
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