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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Vince anche il pubblico per il Trieste Film Festival.

Vince anche il pubblico per il Trieste Film Festival: i vincitori.

Trieste – Si è conclusa la rassegna cinematografica Trieste Film Festival edizione particolarmente fortunata, che ha visto un eccezionale afflusso di pubblico e vari sold out alla Sala Tripcovich, sala da 1000 posti, confermandosi, non solo alfiere della cultura ma anche dell'incoming turistico in regione.

Sono stati premiati come vincitori, ieri sera mercoledì 22 gennaio, i documentari - con un ex aequo: Stream of love dell'ungherese Agnes Sòs e The Special Need di Carlo Zoratti, il premio per il miglior lungometraggio è andato, invece, a Styd-Shame di Yusup Razykov.

Il Premio Cei (Central European Initiative) 2014 (€ 3000) viene assegnato allaregista ungherese Eszter Hajdú per il film Judgment in Hungary che meglio interpreta la realtà contemporanea e il dialogo tra le culture

Premio “Espansioni” assegnato dall'omonima rete a una donna distintasi in un settore del cinema alla regista ungherese Ágnes Sós

Il Festival è riuscito a dare, con i 100 titoli proposti, un panorama completo della cinematografia dell'Europa centro-orientale, area di elezione del Trieste Film Festival, ma anche un importante aiuto all'incoming turistico della regione.

Riguardo la collaborazione con il sito Mymovies.it, su cui si potevano vedere, prenotandosi, alcuni titoli del festival, tutti i film proposti sono andati immediatamente esauriti, così come i posti per la passeggiata cinematografica e il cinebrunch nella giornata di domenica. A ruba anche i gadget della rassegna, come tazze, borse, taccuini, cover per cellulari, mentre da associazioni di ogni parte d'Europa sono arrivate richieste per il poster dell'edizione, particolarmente apprezzato.

Immagine dal documnetario Stream of love

 

 

“Voglio dormire con te” di Colombo vince il Premio Salani al Trieste Film Festival.

“Voglio dormire con te” di Colombo vince il Premio  Salani per il Trieste Film Festival.

Trieste  – Primi risultati per il Trieste Film Festival, che si appresta domani mercoledì 22 gennaio alla sua giornata conclusiva, con la premiazione di “Voglio dormire con te”  di Mattia Colombo per il Premio Corso Salani

Giuria composta da Gloria De Antoni, Francesco Di Pace, Andrea Cirla,  ha decretato come vincitore "Volgio dormire con te", di colombo “per la sua chiarezza di intenti che rende visibile, pur in questa iniziale fase produttiva, la compiutezza del progetto. Partendo da una storia personale l'autore cerca di raccontare un universo di relazioni sentimentali che fotografa il contemporaneo con partecipazione e lucidità espressiva”.

Gli altri finalisti del premio, giunto alla quarta edizione ed istituito in memoria del cineasta scomparso nel giugno 2010, erano “Frastuono”  di Davide Maldi e Lorenzo Maffucci, regia di Davide Maldi,  “Storie del dormiveglia” di Luca Magi, Let’s go di Antonietta De Lillo e Giovanni Piperno,  “Nello” di Alessandra Locatelli.

Il Premio è riservato a opere italiane indipendenti e low budget in corso di realizzazione, ed è inteso come contributo al completamento  dell’opera vincitrice sia attraverso un servizio di tutoring da parte dell’Associazione sia attraverso un finanziamento pari a 8.000 euro.

Il programma dell'ultima giornata, tutto in sala Tripcovich, inizierà domani mercoledì 22 alle 14, con la sezione Sorprese di genere, per  il primo film è "Geograf globus Propil" (Il geografo si è bevuto il mappamondo) del russo Aleksandr Veledinskij, miglior film al Cottbus FF, miglior film, miglior attore e migliore colonna sonora al Kinotaur FF. Dal romanzo di Aleksej Ivanov una storia dedicata a tutti coloro che hanno smarrito la strada, a tutti quelli che a volte si sono sentiti disperatamente soli come il protagonista Viktor Služkin, a tutti coloro che, nonostante la solitudine e la depressione, non hanno mai perso la capacità di amare.

Alle 16 sempre per Sorpresa di genere “Domestic di Adrian Sitaru. Romania, miglior regia e miglior attore al Locarno FF 2012. Surreale e reale insieme è la storia di bambini, adulti e animali che vivono assieme cercando di avere una vita migliore.

Alle ore 18 il lungometraggio fuori concorso “Class Enemy” dello sloveno Rok Biček, (in uscita per Tucker Film il prossimo autunno). Il rapporto tra un nuovo professore di tedesco e I suoi studenti si fa sempre più teso a causa di un'incolmabile differenza fra i loro modi di intendere la vita: quando una studentessa si suicida, i compagni accusano l'insegnante di essere responsabile della sua morte. In concorso all'ultima Settimana della Critica di Venezia.

Alle ore 20 Cerimonia di premiazione dei vincitori della 25^ edizione del Trieste Film Festival, a seguire l'Evento speciale, film di chiusura del festival “Walesa. Man of hope” diretto dal celebre regista polacco Andrzej Wajda (premiato con un Oscar e un Orso d'Oro alla carriera), ispirato alla vita del premio Nobel Lech Wałesa e visto all'ultima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. L'operaio Wałesa, fondatore di Solidarność, fu il primo presidente scelto in elezioni libere, ed è l'uomo che ha preparato il terreno al più grande riassetto dell'ordine politico mondiale del secolo scorso. Il biopic (nel cast anche l'italiana Maria Rosaria Omaggio nei panni di Oriana Fallaci, che intervistò Wałesa nel suo appartamento di Danzica) rievoca la metamorfosi del protagonista da semplice operaio a leader di un sindacato di milioni di connazionali, controverso e carismatico. Wałesa uscirà nelle sale italiane ad aprile, distribuito da Nomad Film.

Programmazione ed informazioni dettagliate al sito del festival: www.triestefilmfestival.it

Immagine tratta dal lungometraggio "Class Enemy".

Trieste Film Festival alta la tensione fino alla fine.

Trieste Film Festival alta la tensione fino alla fine

Trieste - Penultima giornata, quella di martedì 21 gennaio, per il  “Trieste Film Festival”, con una programmazione intensa di appuntamenti, che non deluderà il pubblico. A partire dalle ore 11 per "Incontro con l'autore", ci sarà il regista Jusup Razykov STYD (Shame), alle ore 11.30 Vasili Vikhliaev, regista a sua volta, con “Welcome to Gagauzia” e alle 12, Francesco Miccichè per “Lino Miccichè, Mio Padre, Una visione del mondo”. (Lino Micciché, My Father. A Vision of the World), il tutto al Caffè San Marco (via Cesare Battisti, 18)

Alle ore 14 in sala Tripcovich si inizia con il concorso lungometraggi con la proiezione di Uroki GARMONII (Harmony lessons) di Emir Baigazin, vincitore dell'Orso d'Argento alla Berlinale per l'eccezionale contributo alla fotografia.

Narra la storia di Aslan, un tredicenne che vive con la nonna, studente in un villaggio del Kazakistan ad alto tasso di criminalità. La corruzione e la violenza non si conciliano affatto con la sua ossessione per la perfezione. Aslan vede concentrarsi tutto il male nel capo della banda della scuola Bolat, e decide di agire contro di lui per liberare a scuola dalla violenza e dal crimine.

Pomeriggio dedicato aidocumentari in concorso: alle 16 JUDGMENT IN HUNGARY della regista ungherese Eszter Hajdú. Tra il 2008 e il 2009 un gruppo ungherese di estrema destra ha compiuto una serie di aggressioni contro i membri di una comunità rom, uccidendo 6 persone, incluso un bambino di 5 anni, e ferite altre 5. Judgment in Hungary racconta il processo a quattro membri del gruppo, e si svolge in una claustrofobica aula di tribunale di Budapest.

Alle 18 DIE 727 TAGE OHNE KARAMO di Anja Salomonowitz, che narra dei 727 giorni di una donna austriaca separata dal marito dopo l'espulsione di lui. Una donna cinese invece attende di poter tornare a Vienna. Sono molte le relazioni che finiscono per la natura crudele del sistema. Un documentario sulle esperienze di cittadini austriaci che si sono innamorati di qualcuno il cui passaporto è stato rilasciato da paesi non appartenenti all'Europa. Le emozioni incontrano le regole, il cuore si scontra con la legge, le difficoltà hanno il sopravvento.

Si prosegue alle 20 con SZERELEM PATAK (Stream of love) di Ágnes Sós. Gli abitanti di un villaggio di lingua ungherese della Transilvania, Romania, anche se anziani discutono ancora di amore e desiderio. Il tempo si è fermato e nonostante l'età sono incredibilmente giovani nel cuore. Le donne del villaggio raccontano con naturalezza i loro pensieri e sogni intimi davanti alla macchina da presa.

Alle 22, il lungometraggio fuori concorso I KORI del greco Thanos Anastopoulos, che ha partecipato all'ultima Berlinale e al Festival di Toronto.

Un'adolescente, un bambino di 8 anni e un padre che all'improvviso non c'è più: quando la quattordicenne Myrto capisce che lui è fuggito per evitare di pagare i debiti, rapisce il figlio del suo socio in affari, colpevole per lei di aver mandato in bancarotta la falegnameria del padre. “Quasi tutti gli artisti, dai tempi delle antiche tragedie greche, parlano delle questioni che riguardano la società, Sono il modo e le forme della narrazione a cambiare, ma non il bisogno fondamentale di condividere le domande, le paure e le preoccupazioni con la società...Sono diventato padre sei anni fa e spesso penso a quale sia l'impatto sui nostri figli di tutto quello che sta accadendo attorno a noi”, commenta il regista greco Thanos Anastopoulos.

Ci si sposta al Teatro Miela alle 14.30 con l'evento collaterale Premio Salani Corso Salani con AISHITERU MY LOVE di Stefano Cattini, finalista nella passata edizione del premio e selezionato al Festival dei Popoli di Firenze. “Aishiteru significa ti amo in giapponese. E l'amore è il grande tema sempre sospeso sopra tutte le vicende umane, come ogni adolescente ben sa.” S.C.

Alle 16 i vincitori dello scorso Premio Salani Corso Salani: ARCTIC SPLEEN di Piergiorgio Casotti e IL MONDO DI NERMINA di Vittoria Fiumi. Arctic Spleen è un viaggio intimo e personale nella vita giovanile groenlandese dove natura, noia, violenza e tradizione stanno da decenni reclamando il più alto dei “tributi”, quello di centinaia di giovani vite. Nella Groenlandia dell'Est, ogni anno il 2% dei ragazzi tra i 15 e i 25 anni si toglie la vita e il 25% ci prova. “...ho cercato di raccontare senza documentare in modo didascalico, senza dare ricette, che vorrei fare passare allo spettatore attraverso l'elaborazione dei miei occhi di fotografo, videomaker e dei miei sentimenti di essere umano.” Riconrda il regista Casotti.

Il mondo di Nermina parla della storia di una sopravvissuta alla guerra in Bosnia, rifugiata in Germania, e tornata al suo villaggio natale, isolato, dove sono tornate a vivere soltanto tre famiglie. La crisi economica e la disoccupazione mettono alla prova la sua determinazione a rimanere in Bosnia. ”Ero affascinata da queste donne forti che affrontano con coraggio il dopoguerra e in generale sono interessata alla capacità degli esseri umani di reagire di fronte alle catastrofi...non sono alla ricerca di eroi ma di persone normali che hanno vissuto esperienze straordinarie.” V.F.

Alle 18 evento speciale e nuova collaborazione del festival, con SKY Arte: TRIESTE FF ARTHOUSE 2 i film in programma.

Il primo è MELTING STREET della croata Ivana Hrelja. A Pola, lo scorso 5 maggio, l'artista Elisa Vladilo ha creato un'installazione urbana in una strada. Molti volontari hanno preso parte a questo evento, questo breve documentario è un ricordo di quella giornata.

A seguire PROJECT: RAK di Damjan Kozole. Il diario di Ulay da novembre 2011 a novembre 2012. Ulay è stato pioniere della body art, della performance art e della polaroid art...Ma è noto soprattutto per il lungo sodalizio con Marina Abramovic e per le loro famose performance. Ulay sarà presente.

Alle 20 evento speciale GRANDI MAESTRI & TRIESTE: OMAGGIO AD ALBERTO FARASSINO (docente di Storia del cinema all'Università di Trieste dal 1976 al 1996), vedremo un montaggio di 9 minuti, realizzato da Tatti Sanguineti, di materiali tratti dal film in super8 girato da Yervant Gianikian nel 1979, da una puntata del “Il Club” dedicata a Mario Camerini e andata in onda su Cineclassic nel 1999, e fotografie di Fulvia Farassino.

A seguire PAYS BARBARE di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi. Da più di quarant'anni Gianikian e Ricci Lucchi, entrambi nati nel 1942, lui armeno lei romagnola, hanno costruito il loro approccio cinematografico a partire dalla rivisitazione di archivi visivi. Pays barbare racconta una delle pagine più buie e vergognose della storia d'Italia, la guerra d'Africa, che portò alla conquista d'Etiopia.

Alle 18 nella sala video del Teatro Miela si potrà rivedere in replica il programma dei cortometraggi in concorso e alle 20 il programma di animazione

 

 

 

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