Omaggio delle opere di Carlo Piemonti ai vincitori del “Premio Giorgetti”
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- Pubblicato Lunedì, 27 Aprile 2015 21:47
- Scritto da serenella dorigo
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Trieste - Nell'ambito del prestigioso "Premio Giorgetti" che, grazie al contributo della Regione, si svolge ogni anno a Trieste, verrà inaugurata - mercoledì 29 aprile alle ore 20 nel ridotto del teatro Miela - la mostra dell'artista Carlo Piemonti, le cui opere sono state selezionate dalla rivista d'arte "Juliet" per essere donate ai vincitori del premio letterario.
Il "Premio Giorgetti" ha un taglio del tutto peculiare, nel senso che intende dare visibilità a scrittori e giornalisti nazionali ed internazionali, che con le loro opere abbiano contribuito, nello specifico tema del fenomeno migratorio, alla promozione dei fondamentali diritti umani, con particolare attenzione ai conseguenti cambiamenti avvenuti non solo nelle società di destinazione ma anche in quelle di origine.
Di grande prestigio i componenti della Giuria, tra cui don Luigi Ciotti, lo scrittore Pino Rovereto ed il regista Andrea Segre.
Una menzione speciale è stata assegnata dalla Giuria alla singolare esperienza artistica di "Metropoliz", sorta dentro una fabbrica dismessa, nel quartiere di Tor Sapienza a Roma, in cui si è sviluppato il MAAM, un progetto polivalente di arte contemporanea.
La fabbrica, grazie ai "murales" realizzati da selezionati artisti è divenuta un inedito modello d'integrazione sociale e di nuova convivenza urbana.
FuoriLuogo: street art condivisa a Pordenone, protagonisti una writer e il condominio Incis. Video
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Sabato, 25 Aprile 2015 22:38
- Scritto da Maurizio Pertegato
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Pordenone - L’associazione culturale Ubik Art e la ditta Franzo pittori edili, in collaborazione con la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Pordenone, dà il via a FuoriLuogo, un nuovo progetto che, nel corso dei prossimi 2 anni, prevede di qualificare artisticamente almeno 12 superfici di medie/grandi dimensioni (il primo condominio interessato si svolge per un’altezza di 5 piani) nell’area urbana di Pordenone.
Gli interventi si susseguiranno regolarmente, ma a distanza di circa un paio di mesi l’uno dall’altro e saranno sempre accompagnati da eventi volti all’interazione coi cittadini e con il tessuto urbano come talks o interviste presso il Museo di Arte Contemporanea di Pordenone e il coinvolgimento delle scuole pubbliche cittadine.
Protagonista è un’artista torinese, Alina Vergnano, residente in Svezia, specializzata nella pittura murale su ampie superfici. La writer è al lavoro da martedì 21 aprile e in una settimana conta di realizzare un murales che ricoprirà l’intera parete del condominio Incis di via Oberdan.
Su un fondo di rosa antico, l’artista realizzerà in beige i volti femminili che andranno a comporre “Sussurri”, l’opera scelta dai condomini su quattro bozzetti di diversi artisti.
Guarda il video:
L’associazione culturale Ubik Art con la condivisione e il sostegno della Franzo, di Sigma Coatings PPG e di Ivicolors, intende portare, con questo nuovo progetto, anche al di fuori delle strutture espositive museali nuove opere d’arte per ampliarne così l’accessibilità a tutti i cittadini.
Il progetto “FuoriLuogo – Urban Art – Arte contemporanea fuori dal museo” nasce infatti dalla volontà di trasformare un luogo riquafilicandolo sotto il segno dell’arte e restituendolo così alla collettività per fare sì che l’arte sia la chiave e lo strumento per una ri-appropriazione del territorio rendendolo luogo di incontro e di aggregazione.
Il progetto è pensato a supporto della città di Pordenone e si potrà estendere, come si augurano i promotori, su tutto il territorio. Sarà sostenuto dal patrocinio del Comune di Pordenone, Il Museo di Arte Contemporanea di Pordenone, l’azienda Franzo e altre associazioni, fondazioni ed enti sensibili all’iniziativa.
Chi volesse conoscere più da vicino le opere di Alina Vergnano, può ammirarle fino a lunedì 27 aprile negli spazi di Ubik Art all’ex mulino De Franceschi di Roraigrande, dalle 18 alle 22.
(Video a cura di Maurizio Pertegato)
Dentro Casa Cavazzini, un viaggio nei dipinti raccolti nella collezione Marangoni...e non solo
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- Pubblicato Venerdì, 24 Aprile 2015 18:34
- Scritto da Timothy Dissegna
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Udine - Il pavimento in parquet scricchiola, nel silenzio assoluto in cui è avvolta la stanza. Alle pareti si alternano decine e decine di cornici, dipinti, colori che evolvono, mutano, si distendono sulle tele per ridimensionarsi subito. Ti guardi attorno e ti sembra di essere finito in un angolo di mondo tagliato fuori dal tempo, abitato da opere di rara bellezza che raccontano storie ed emozioni.
Il Museo di arte moderna e contemporanea "Casa Cavazzini" a Udine, un edificio cinquecentesco, è un luogo che stupisce per la sua bellezza, figlia di recenti restauri che hanno riportato in auge una delle location più suggestive della città friulana. Al piano terra sono spesso allestite mostre sulle innovazioni artistiche più suggestive degli ultimi anni, come quella che è in corso fino al 3 giugno sulla pittura analitica italiana degli anni '70 "Un'idea di pittura", ma è al primo piano che inizia la vera ricchezza di questo posto: la collezione Marangoni.
Antonio Marangoni fu uno dei mecenati udinesi più importanti di fine '800, grazie all'incredibile donazione della sua collezione personale al Comune della città. A un patto, però: periodicamente, la Fondazione a lui intitolata doveva acquistare nuovi dipinti di giovani artisti emergenti. Ciò venne fatto per lungo periodo, all'inizio del XX secolo, andando a cercare talenti presso le più importanti esposizioni artistiche dell'epoca.
In questa enorme collezione sono raccolti dipinti e sculture dei più svariati artisti nazionali e internazionali, conosciuti e apprezzati a cavallo tra l'800 e '900 nelle Esposizioni più importanti a livello italiano (come la Biennale di Venezia) e locale. Passeggiando per le sale, immersi nella tranquillità di un caldo pomeriggio primaverile, si ripercorrono le tappe dell'arte europea, attraverso le pennellate di nomi ungheresi, francesi e molti altri, testimoni di un passato animato ancora da sentimenti romantici, rinascimentali, sublimi.
Il primo piano non è però solo consacrato alla collezione Marangoni, ma anche a una preziosissima raccolta di opere dei celebri fratelli udinesi Dino, Mirko e Afro Basaldella. A loro, e in modo particolare ad Afro, è legata la storia di Casa Cavazzini: fu lui, infatti, a decorarne gli interni nei primi del Novecento, chiamato dal proprietario Dante Cavazzini, un mercante di stoffe famoso per la sua filantropia. E oggi i dipinti e le sculture dei tre fratelli sono collocate qui, per raccontare i molteplici stili e le diversità che contraddistinsero questi artisti.
La tribalità delle opere di Mirko (il più famoso dei tre), il ruolo politico nella pittura di Afro, le sculture di metallo, contorto e arrugginito, di Dino: sono solo alcune delle cose che colpiscono il visitatore, attratto inevitabilmente dalla storia personale di questa famiglia, che fu sempre legata al Friuli, nonostante solo uno di loro decise di rimanere a vivere a Udine, mentre gli altri lavorarono all'estero.
Il percorso stabile del Museo non termina però qui: salendo le scale fino al secondo piano, infatti, si entra in un universo denominato “collezione Astanti”, dagli omonimi coniugi che nel 1983, nel testamento, donarono il loro patrimonio artistico inestimabile alla città, lasciando così in Friuli opere di de Chirico e Picasso, tra I tanti. Ma c'è anche la collezione FRIAM (Friul Arts and Monuments), nata da un'idea del grande Carl Andre, che chiese ad alcuni suoi colleghi di offrire in dono dei propri lavori al Friuli all'indomani del sisma del 1976. E oggi quelle meraviglie possono essere ammirate da tutti. Un'altra incredibile storia, che vive e respira dentro Casa Cavazzini.
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