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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Dentro Casa Cavazzini, un viaggio nei dipinti raccolti nella collezione Marangoni...e non solo

Dentro Casa Cavazzini, un viaggio nei dipinti raccolti nella collezione Marangoni

Udine - Il pavimento in parquet scricchiola, nel silenzio assoluto in cui è avvolta la stanza. Alle pareti si alternano decine e decine di cornici, dipinti, colori che evolvono, mutano, si distendono sulle tele per ridimensionarsi subito. Ti guardi attorno e ti sembra di essere finito in un angolo di mondo tagliato fuori dal tempo, abitato da opere di rara bellezza che raccontano storie ed emozioni.

Il Museo di arte moderna e contemporanea "Casa Cavazzini" a Udine, un edificio cinquecentesco, è un luogo che stupisce per la sua bellezza, figlia di recenti restauri che hanno riportato in auge una delle location più suggestive della città friulana. Al piano terra sono spesso allestite mostre sulle innovazioni artistiche più suggestive degli ultimi anni, come quella che è in corso fino al 3 giugno sulla pittura analitica italiana degli anni '70 "Un'idea di pittura", ma è al primo piano che inizia la vera ricchezza di questo posto: la collezione Marangoni.

Antonio Marangoni fu uno dei mecenati udinesi più importanti di fine '800, grazie all'incredibile donazione della sua collezione personale al Comune della città. A un patto, però: periodicamente, la Fondazione a lui intitolata doveva acquistare nuovi dipinti di giovani artisti emergenti. Ciò venne fatto per lungo periodo, all'inizio del XX secolo, andando a cercare talenti presso le più importanti esposizioni artistiche dell'epoca.

In questa enorme collezione sono raccolti dipinti e sculture dei più svariati artisti nazionali e internazionali, conosciuti e apprezzati a cavallo tra l'800 e '900 nelle Esposizioni più importanti a livello italiano (come la Biennale di Venezia) e locale. Passeggiando per le sale, immersi nella tranquillità di un caldo pomeriggio primaverile, si ripercorrono le tappe dell'arte europea, attraverso le pennellate di nomi ungheresi, francesi e molti altri, testimoni di un passato animato ancora da sentimenti romantici, rinascimentali, sublimi.

Il primo piano non è però solo consacrato alla collezione Marangoni, ma anche a una preziosissima raccolta di opere dei celebri fratelli udinesi Dino, Mirko e Afro Basaldella. A loro, e in modo particolare ad Afro, è legata la storia di Casa Cavazzini: fu lui, infatti, a decorarne gli interni nei primi del Novecento, chiamato dal proprietario Dante Cavazzini, un mercante di stoffe famoso per la sua filantropia. E oggi i dipinti e le sculture dei tre fratelli sono collocate qui, per raccontare i molteplici stili e le diversità che contraddistinsero questi artisti.

La tribalità delle opere di Mirko (il più famoso dei tre), il ruolo politico nella pittura di Afro, le sculture di metallo, contorto e arrugginito, di Dino: sono solo alcune delle cose che colpiscono il visitatore, attratto inevitabilmente dalla storia personale di questa famiglia, che fu sempre legata al Friuli, nonostante solo uno di loro decise di rimanere a vivere a Udine, mentre gli altri lavorarono all'estero.

Il percorso stabile del Museo non termina però qui: salendo le scale fino al secondo piano, infatti, si entra in un universo denominato “collezione Astanti”, dagli omonimi coniugi che nel 1983, nel testamento, donarono il loro patrimonio artistico inestimabile alla città, lasciando così in Friuli opere di de Chirico e Picasso, tra I tanti. Ma c'è anche la collezione FRIAM (Friul Arts and Monuments), nata da un'idea del grande Carl Andre, che chiese ad alcuni suoi colleghi di offrire in dono dei propri lavori al Friuli all'indomani del sisma del 1976. E oggi quelle meraviglie possono essere ammirate da tutti. Un'altra incredibile storia, che vive e respira dentro Casa Cavazzini. 

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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