“Ritorno. Vento, Confine, Mare” personale di Denis Riva alla trart
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- Pubblicato Giovedì, 09 Aprile 2015 09:10
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Trieste – Si inaugura, sabato 11 aprile alle 18.30, allo spazio espositivo trart la personale di Denis Riva “Ritorno. Vento, Confine, Mare”
Nell’immaginario creativo di Denis Riva c’è posto anche per Trieste. Città di vento, mare e confine. Ritorno. Vento, Confine, Mare è una finestra che offre uno sguardo poetico sulla città. Non c’è nulla di descrittivo. Denis Riva non illustra, entra nell’anima profonda dei luoghi, li annusa, li sente e offre la propria interpretazione, seguendo il proprio immaginario, popolato di personaggi, animali e cose, drammatico a volte, ma anche ironico. Ed è il caso dei disegni e dipinti dedicati alla Bora. Al vento che spazza la città sovvertendo ogni ordine e imponendo il caos. È una calma apparente quella che precede le prime raffiche, poi…tutto si ribalta. Gli alberi si piegano, ogni cosa vola verso un altro luogo. Anche i gabbiani sono Presi alla sprovvista e giocano improvvisando una danza che li rende un tutt’uno con le raffiche, immateriali come solo il vento può essere.
I suoi personaggi nati quasi per caso dal lievito madre, come lo definisce, in realtà pigmenti e acqua stesi sulla carta, macchie di colore che diventano forma, diventano cosa, diventano figura, sono la rappresentazione di quel senso di in-appartenenza tipico di una città di frontiera.
Figure senza volto che si muovono in uno spazio vuoto, in un “non luogo” come lo descrive Claudio Magris, con poche connotazioni, anzi nessuna, ma riconoscibile in quella particolare Stimmung, mal definita in italiano atmosfera, in cui uomini e donne seppur in relazione tra loro sembrano rivolti verso un altrove, lontano e mal definibile.
Ogni opera che Denis Riva ha creato non è un omaggio alla città, ma un verso di una poesia profonda ed emozionante declinata per immagini, pregne di quel senso della vita che travalica il binomio spazio-tempo, ma identifica un’atmosfera, un’aura che solo i poeti, gli artisti-poeti, sanno cogliere.
La mostra resterà aperta fino al 16 maggio presso trart - viale xx settembre 33, Trieste. Gli orari dal martedì al sabato dalle 17.30 alle 19..30. Info: www.trart.it mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Personale d’arte al Museo Carà di Daniel Romero Nieto
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- Pubblicato Mercoledì, 08 Aprile 2015 18:29
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
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Muggia (Ts) – Inaugurata giovedì 9 aprile la mostra personale, a cura di Maria Campitelli, “L’origine dell’universo” di Daniel Romero Nieto al museo d’Arte Moderna Ugo Carà a Muggia. È intervenuto il Rettore dell’Università di Trieste Maurizio Fermeglia.
La mostra resterà aperta fino al 3 maggio con il seguente orario: da martedì a venerdì 17 alle ore 19, il sabato dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore17 alle ore 19, la domenica dalle ore10 alle ore12.
Il progetto artistico descrive nuovi linguaggi pittorici per concepire la realtà, oltre ad offrire una riflessione su come viviamo oggi, sul nostro stadio evolutivo.
Esplora altresì nuove maniere di concepire l'Universo, per ampliare la nostra COSMOVISIONE per assumere la consapevolezza di ciò che rappresentiamo in questo universo e del nostro ruolo. La proposta pretende di attivare le menti passive infondendo “curiosità creativa”: è l’inizio di una nuova via per concepire la nostra realtà.
Daniel Romero Nieto, nella sua ricerca, vuol far confluire il mondo esteriore e quello interiore in un unico solco; l'oggetto della ricerca scientifica fuori di noi e lo scavo in profondità dentro di noi. Il micro e il macro propongono i medesimi meccanismi in scale diverse ove tutto è connesso.
La pittura, la grafica e una splendida scultura di vetro che dentro di sé ingloba raffinate ramificazioni di rame, raccontano il cosmo e un differente modo di intendere l’arte fatto di reti di connessioni come sinapsi, grumi materici, masse interattive in movimento dove il colore gioca un ruolo determinante.
Daniel Romero Nieto è un artista messicano che vive e lavora in Norvegia presso l'Università della Scienza e Tecnologia nell'ambito delle nano-tecnologie.
Nell'occasione di questa mostra personale l’artista-ingegnere - che aveva già esposto alla Biennale Diffusa a Trieste nel 2011 - presenta anche un libro, frutto di una ricerca quindicennale, con cui elabora il connubio arte-scienza.
Evento promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Muggia in collaborazione con il GRUPPO78, nell'ambito del progetto PRACC (Progetto arte contemporanea Carà).
Il video al seguente link: https://vimeo.com/125411584
Personale di Matjaž Geder al Mini Mu
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- Pubblicato Giovedì, 02 Aprile 2015 09:50
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Trieste - Sabato 11 aprile 2015, alle ore 18.00, nello spazio espositivo del “mini mu” (a Trieste, all’interno del comprensorio del parco di san Giovanni, via E.Weiss n. 15) si terrà l’apertura della mostra di Matjaž Geder, presentata da Robert Inhof, direttore della Galerija Murska Sobota.
Quale idea ci siamo fatti di un’enciclopedia? Pensiamo sia solo una raccolta ordinata delle conoscenze o è anche un insieme di illustrazioni che schematizzano queste conoscenze? Se andiamo con la mente all’immane lavoro dell’Enciclopedia storica (quella degli illuministi, quella alla quale si dedicarono Diderot e d’Alembert), allora comprendiamo che le immagini sono parte integrante del sapere: talvolta le parole impiegate per descrivere non chiariscono veramente e un’illustrazione è talvolta più comprensibile di mille parole. Ecco, i lavori qui esposti, da Matjaž Geder fanno pensare proprio a questa possibilità, ovvero che la parola possa essere succedanea all’immagine. Per dirla in altro modo: tale è la varietà della composizione delle figure impiegate che viene da pensare a una grammatica visiva che si compone sulla base di regole in perenne sviluppo. La varietà della lingua parlata diviene in questo caso la varietà dell’immagine proposta. Varietà nella ripetizione, così come sappiamo che si ripetono gli articoli, i nomi e i verbi.
Si tratta di una miscellanea di immagini comprensibili (diciamo pure riconoscibili): talvolta sono graficizzate come dei timbri o delle sigle, talaltra assumono una diversa veste colorata: si tratta della varianza ovvero delle infinite e mutevoli possibilità offerte dalla materia pittorica. Quindi, non di pittura piatta e caratterizzata dal primo piano esasperato, dalla perdita del dettaglio e dell’aneddoto, bisogna parlare, bensì di una proposizione che si fa stratificazione di variegati cut up, di inserimenti incongrui, di eccitazioni paradossali. L’autore ragiona nei termini di un raptus ironico che conduce a una meta-stabilità ovvero a una multiformità di soggetti e immagini. In questo mondo, a tratti fumettistico a tratti illustrativo, non c’è traccia di vera carne, poiché le figure spesso scompaiono nella fluidità dello sfondo, irreali, in modo da isolare il soggetto dalla superficie che lo contiene. Perdita del centro viene da dire per troppa disponibilità a incorporare una varietà spregiudicata di merce. Questi soggetti nascono lentamente da una particolare visione interiore: l’immaginazione trasferisce oggetti e situazioni da realtà e ambienti a essi congeniali ad altri surreali; corrispondenze a-logiche di vari ambienti e spazi, tanto che le naturali o convenzionali associazioni vengono trasfigurate, estrapolate dal loro piatto universo. È un ordine inaspettato, insperato, a sorpresa dove tutto è possibile, dove tutto è passibile di trasfigurazione o di naturale contrapposizione, pur facendo parte in misura eguale della mente e dell’operatività dell’artista, proprio perché ognuno è ricco di innumerevoli significati intrinseci, che trovano realizzazione in alterità diverse.
La serata, realizzata sotto l’egida della Provincia di Trieste, è stata organizzata dall’Associazione Juliet con la collaborazione di Elisabetta Bacci. Il rinfresco sarà offerto da Azienda Agricola Sandi Škerk.
La mostra proseguirà fino al 15 maggio, con orario di visita il lun / mer / ven dalle 16.00 alle 18.00.
Per ulteriori info: 393 9706657.
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