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Categoria: Arte
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Pubblicato Giovedì, 26 Marzo 2015 16:14
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Scritto da Gabriele Franco
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Non manca molto alla conclusione della mostra “Angelo Popesso pittore”. Ancora poche tornate tra meraviglia e contemplazione che subito il gran premio di ricordo e celebrazione volgerà al termine. Eppure si sa, gli ultimi giri di pista sono i più emozionanti. Perché accolgono i ritardatari. Perché permettono di godersi per l’ennesima e ultima volta lo spettacolo di sensazioni. Perché rappresentano il momento più alto, gradino del podio pittorico.
È per questa e altre numerose motivazioni che Angelo Popesso va riscoperto (e se è il caso conosciuto) proprio approfittando di queste ultime curve. La Chiesa di Sant’Antonio Abate a Udine farà da suggestiva cornice alla mostra ancora fino al 29 marzo, offrendo una panoramica inedita e prestigiosa sul lavoro e la vita di uno dei più amati e ricordati pittori del Friuli, occhio attento all’ambiente rurale e umano in cui ha vissuto, animo emozionato che ha saputo e sa ancora emozionare, mano capace di guidare le pennellate direttamente alla sensibilità più profonda.
E tuttavia l’esposizione delle opere di una vita, voluta e organizzata dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Udine con il sostegno della Fondazione CRUP, troverà sua naturale conclusione proprio nel luogo dove il lavoro del “pittore dei gelsi” ha avuto inizio, il negozio “L’amico del pittore”.
Con la visita guidata prevista per venerdì 27 marzo sarà infatti possibile conoscere la sfera più personale, ma al tempo stesso laboriosa e collettiva, dell’artista, non semplice bottega di corniciaio, non semplice laboratorio di lavoro, spazio di esposizione e punto di vendita, non semplice luogo di confronto e condivisione con i contemporanei, ma vero e proprio centro di riferimento per la cultura e l’arte nella Udine della seconda metà del Novecento.
“Mio padre apparteneva a una generazione che ha vissuto l'arte come parte integrante della vita. Non un passatempo, quindi, né un modo come un altro per diventare famoso. Assieme ai suoi amici pittori si caricava in spalla tele e cavalletto e in lambretta cercava soggetti da dipingere, partecipava alle ex tempore (frequenti negli anni '60, '70), visitava gallerie e musei… dedicava insomma tutto il tempo possibile alla sua passione, anche a costo di sacrifici. Oggi questo tipo di artista non c'è più. Tutto deve evolversi, giustamente, e rispecchiare il proprio tempo, ma mi sembra giusto che il passato, soprattutto quello che ha in sé valori importanti come l'amore per la natura, il rispetto per il lavoro, l'attenzione per le piccole-grandi cose, non debba essere dimenticato”.
Questo il ricordo e il pensiero del figlio Dario Popesso, attuale gestore del negozio di Via Aquileia, depositario e promotore di un senso dell’arte che va riscoperto, che deve essere riscoperto, per poter ancora essere in grado, attraverso la semplicità di un arbusto, di un palazzo o di una figura stilizzata, di raggiungere la più bella e serena delle astrazioni emotive.
“Tanti, dopo aver visitato la mostra, mi hanno detto di aver provato un senso di serenità nel guardare i quadri di mio padre e questo è un risultato davvero meraviglioso. Dimostra che il suo discorso è ancora valido e che semplicità e umanità sono esigenze sempre vive. Forse abbiamo bisogno anche di trovare di nuovo nell'arte il potere di emozionare e di parlare in modo comprensibile: il potere di dare qualcosa di più. Una specie di magia, insomma”.
Il tempo per ritrovare questa magia c’è ancora, meglio affrettarsi.
“Angelo Popesso pittore”: Udine, Chiesa di S. Antonio abate,13 febbraio – 29 marzo 2015, orari 10.00 – 12.30 / 16.30 – 19.00 (lunedì chiuso), ingresso gratuito