“Cento Foto. Cento Storie” di Piero Pastorello al Circolo Allianz
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- Pubblicato Venerdì, 23 Gennaio 2015 23:14
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Trieste - Verrà inaugurata martedì 28 gennaio alle ore 18.30, la mostra “Cento Foto. Cento Storie”, dove saranno esposte alcune delle foto della collezione di Piero Pastorello e sarà visitabile fino all’11 febbraio, al Circolo Allianz di Trieste- via Maestri del Lavoro 2.
Piero Pastorello, veronese d'origine, laureato in Scienze Politiche internazionali e specializzato in Marketing e Comunicazione d’Impresa ha vissuto in molte città e abita attualmente a Monfalcone, dove lavora come impiegato commerciale presso una industria dell’elettronica per la difesa.
E’ da sempre un appassionato cultore di storia e di temi militari. Nei primi anni ’90 come ufficiale al Centro Militare di Studi Strategici dello Stato Maggiore della Difesa a Roma, e poi come ricercatore freelance, ha contribuito con pubblicazioni alle attività di studio sulle Forze Armate. Accanito lettore – tra gli autori preferiti Hemingway, Jünger, Benjamin, T.E. Lawrence, Casanova, Calvino, Eco, Malaparte- da oltre venti anni scrive amatorialmente prose brevi e poesie. Nel 2014 è stato vincitore del Premio letterario Carlo Ulcigrai, nella sezione racconti brevi, con “Il Turno”. E’ collezionista praticamente da sempre, tra i suoi interessi principali vi sono militaria, foto d’epoca, grafica e Futurismo.
Gli abbiamo fatto alcune domande sulla sua passione e sulla sua mostra “Cento Foto. Cento Storie”.
Un tuo amico come sottolinei nella premessa della tua esposizione “Cento Foto. Cento Storie” dice “Tu raccogli le foto di morti!”. Io invece faccio da contraltare e ti dico che tu raccogli la memoria collettiva attraverso le immagini che collezioni, con la sensibilità che ti è consona, facendoti guidare dall’istinto e da un criterio estetico. E così le tue foto hanno un valore aggiunto perché non raccontano solo una storia singola, ma tante storie che diventano immortali attraverso uno scatto, e mettendole insieme ne componi una storia.
Dobbiamo risalire all’incipit di questa raccolta, una quindicina d’anni fa: la iniziai per una pulsione puramente estetica, scoprendo con sorpresa che esiste una testimonianza di bellezza minima, ma accessibile in modo tutto sommato semplice e relativamente a buon mercato.
E’ certo vero che quel pezzetto di carta raccoglie l’immagine di qualcuno che fu reale e ora non è più – una “irradiazione”, come dice Jünger - ma proprio per questo non bisogna “farsi impressionare”. Non bisogna in sostanza provare timore di fronte ad un oggetto così personale, reale e vissuto, anzi: il suo valore sta proprio nel fatto che esso non è una semplice riproduzione a stampa – in fondo anche le immagini dei libri di storia riproducono personaggi scomparsi da tempo. La foto è giunta fino a noi chissà come, passata di mano in mano attraverso le generazioni, e ineffabilmente impregnata di pensieri e vita, echi di vibrazioni. Ecco che ciò che osserviamo in essa uno sguardo, una situazione, un’atmosfera sprigiona la sua magia e ci racconta un frammento di storia. Non sono sicuro che le immagini elettroniche, che così facilmente scattiamo sui nostri smartphone, posto che siano accessibili a chi non ha le password, o non siano manipolate via software, viste su uno schermo o stampate, abbiano la medesima forza d’attrazione. Esse sono mediate dal software, come giustamente ha commentato il Maestro Mazzelli, e forse ora non sono più tecnicamente nemmeno delle fotografie. Quando le foto diventano decine di migliaia, ecco che da tante piccole storie emerge un quadro ancora più interessante. Scegliendo tra tutti questi scatti mi sento un po’ come Salvatores nel suo documentario “Italy in a Day”, ma in stile retrò.
Sei un collezionista, ma anche un fruitore di cultura che transita dai testi più disparati e che leggi in contemporanea, alle passioni per la scrittura e l’arte. Certa che hai visitato la mostra di Man Ray a Villa Manin, cosa ti ha più affascinato del personaggio?
Man Ray è stata una rivelazione. Come ti ho detto non ho studi specifici sulla fotografia e i suoi grandi artisti, vado ad intuito e seguo la passione. Ebbene avevo già letto il suo “Sulla fotografia”, e scoperto che fu autore di spessore molto profondo. Personalità poliedrica e artista d’avanguardia corrisponde nel Dadaismo a ciò che fu Boccioni per il Futurismo: il guru, lo scienziato pioniere. Sappiamo che il Futurismo non utilizzò in modo particolare la fotografia, a proposito, nella mia raccolta c’è pure un “Io+Noi” di Boccioni trovato non mi ricordo più dove, mentre Man Ray che ricordo partì come pittore contribuì a portarla ai più alti livelli artistici. La retrospettiva a Villa Manin è un’occasione unica per avvicinarsi a quel talento.
Perché hai voluto questa mostra che approda a Trieste dopo la tappa di Milano?
Il motivo di fondo è semplice, quasi banale: sedicimila foto che se ne stanno chiuse nei cassetti sono uno spreco. Mancava l’occasione, e grazie all’amico milanese Fabrizio Capsoni - fotografo e grande appassionato - l’anno scorso la luce è finalmente tornata su quei volti. Click. Trieste, città a me molto cara e in cui spero di vivere presto stabilmente, grazie al Circolo Allianz vede la sua seconda tappa. Click click. Il seguito è una storia ancora da scrivere.
Per info – Telefono +39 040 7781.509 – Fax +39 040 3175091 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Inverno ungherese in mostra a Trieste negli scatti della fotografa Laura Poretti Rizman
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- Pubblicato Venerdì, 23 Gennaio 2015 16:33
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Si inaugura sabato 24 gennaio alle ore 19 allo Shaky Bar di Trieste (via Macchiavelli 13) la mostra personale della fotografa-artista Laura Poretti Rizman intitolata Frozen shots / Scatti congelati, curata dall’arch. Marianna Accerboni e dedicata all’inverno ungherese: in mostra una ventina d’immagini a colori realizzate nell’inverno 2013 dall’autrice con una Reflex digitale.
Nel corso della vernice l'artista sperimentale Piero Lancini, pittore e musicista, eseguirà alcune improvvisazioni musicali ispirate alle opere esposte .
“I lavori della rassegna sono il frutto di un viaggio onirico, oltre che reale, compiuto dalla Poretti Rizman, che si traduce in un reportage molto calibrato ma nel contempo fantastico” scrive la curatrice. Accerboni.
Afferma la fotografa: "In questo momento siamo congelati, quasi paralizzati dalla visione di quanto ci accade intorno: la violenza si esprime in ogni parte del mondo, ampiamente divulgata da telegiornali e mass media, e la risposta a tutto questo potrebbe plausibilmente essere un irrigidimento e uno straniamento nei confronti della realtà".
"Il ghiaccio - prosegue Laura Poretti - rappresenta davvero bene questa sensazione perché, se è vero che tutto sembra immobile, sotto vi scorre la vita e basta a volte un po’ di fiducia e di sole, cioè di amore, per riscaldare il nostro animo e far rivivere la speranza".
Laura Poretti Rizman frequenta corsi di camera oscura, fotografia, computer e grafica. I suoi maestri sono stati Tullio Fragiacomo, Mario Pierro, Tullio Stravisi ed Enzo Gomba. Collezionista d’antiquariato fotografico, orienta la sua specializzazione sul marchio Ferrania.
Socia fondatrice dell'Associazione Onlus Futuro Donna e con essa socia della Consulta Femminile di Trieste, ha esposto in numerose personali e collettive di prestigio e le sue foto sono state pubblicate su riviste di settore e su libri nazionali.
Ha partecipato a un corso per giurati indetto dalla Fiaf al Circolo Fotografico Triestino, con il quale ha cooperato per oltre un decennio come assistente esterna ai corsi di fotografia e di camera oscura.
Collabora con la rivista online del Centro delle Culture di Trieste, Freaksonline, pubblicando articoli e recensioni e seguendo in particolare la sezione artistica. Blogger su Libero, ha ricevuto l’attestazione di GoldBlogger con Emozioni dell’Anima, sito/blog da lei creato.
Ideatrice e organizzatrice del Primo Concorso Nazionale di Fotografia al Femminile per l’Associazione Futuro Donna, intitolato DolcevitaCarovita, negli ultimi anni ha partecipato al progetto Fotografare Donna con un contributo fotografico al libro Femminile Reale. Ha preso parte inoltre alle rassegne d’arte Espansioni Art Watching ed Evoluta e al progetto Artisti per Emergency. Molte sue fotografie vengono utilizzate da varie Associazioni artistiche e culturali.
(La mostra è aperta fino al 28 febbraio 2015/ orario: tutti i giorni 7 - 21, domenica chiuso/ info: +39 328 4614240 · info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)
Presentazione del catalogo della mostra "L’Europa in guerra. Tracce del secolo breve" a Trieste
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- Pubblicato Mercoledì, 21 Gennaio 2015 15:49
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Si presenta giovedì 22 gennaio il catalogo della mostra "L’Europa in guerra. Tracce del secolo breve", l'esposizione pittorica sulla Grande guerra che sta riscuotendo notevole successo di pubblico e di critica al Magazzino delle idee di Trieste, e che si può visitare fino al 28 febbraio 2015.
Realizzata grazie alla Regione FVG, la Provincia di Trieste e la Provincia Autonoma di Trento, con l’organizzazione della cooperativa La Collina, la rassegna ospita lavori dei maggiori artisti italiani ed europei coinvolti o protagonisti della Grande guerra.
Tra le opere selezionate quadri di Otto Dix, George Grosz, Kathe Kollwitz, Mario Sironi, Giacomo Balla, Giulio Aristide Sartorio (presente in mostra con ben 11 tele), Italico Brass, Giuseppe Augusto Levis, Aldo Lugli, Arcangelo Salvarani, Giacomo Federico Quarenghi fino a Fortunato Depero, Giuseppe Scalarini (tra gli unici, veri oppositori della guerra con i suoi disegni sulle pagine dell’Avanti!, pubblicate sino all’intervento italiano e alla censura), Alberto Helios Gagliardo.
Le opere indagano nello “choc” che la guerra determinò nell’arte accademica e “alta”, così come nei furori interventisti: al fronte, i cosiddetti “pittori-soldato” cambiano radicalmente atteggiamento e pittura.
Alla mostra si accompagna un catalogo di oltre mille pagine, un volume delle “edizioni e” curato da Piero Del Giudice, che completa e definisce (con documenti, fotografie e pagine di letteratura) il progetto espositivo.
Le opere in mostra sono la rappresentazione artistica di questa tragedia, le pagine del catalogo ne sono il complemento letterario con lettere censurate, processi, ribellioni, diari di guerra, atti delle arti minori contro la guerra.
Del Giudice ha dedicato il lavoro ad Andrea Mariani (già assessore comunale alla cultura del Comune e presidente della Comunità Ebraica di Trieste, scomparso poco più di un anno fa) con cui aveva condiviso parte dell’ideazione del progetto.
Il catalogo viene presentato al pubblico giovedì 22 gennaio alle 18.00 al Museo della Comunità Ebraica di via del Monte, alla presenza dell’assessore alla cultura della comunità ebraica Mauro Tabor, la Presidente della Provincia di Trieste Maria Teresa Bassa Poropat, l’Assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti, Stefania Grimaldi della cooperativa La Collina, Piero Del Giudice curatore della mostra e del catalogo, Khaled Fouad Allam, docente di sociologia del mondo musulmano dell’Università di Trieste, il consigliere regionale Franco Rotelli e lo scrittore e critico letterario Gianfranco Franchi.
Si ricorda che la mostra è visitabile ogni giorno al Magazzino delle Idee con gli orari: lun, mar, mer :9.30 – 13.30; gio: 9.30 – 17.00 ven: 15.30 – 19.30, sab, dom: 10.00 – 13.00 / 15.30 – 19.30
Prossimo appuntamento con le visite guidate gratuite domenica 25 gennaio alle ore 11.00
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