Francesco Lauretta in esposizione al Laboratorio
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Sabato, 13 Dicembre 2014 10:54
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Trieste - Lunedì 15 dicembre 2014, alle ore 19.00, presso il Laboratorio, di via san Francesco 28, a Trieste, si terrà l’apertura della mostra dell’artista Francesco Lauretta. Mai, come in questo caso la parola “artista” assume un significato a trecentosessanta gradi, visto che sebbene la produzione che qui si propone è di tipo pittorico, l’autore ama sconfinare nel campo della fotografia e del video e dell’installazione.
Con l’insieme delle sette opere qui proposte, l’autore ci indica la possibile soluzione di una pittura d’impostazione fotografica che scivola su un disegno corretto e prospetticamente congruente. La stranezza e la particolarità di questo suo lavoro non sta, quindi, nella deformazione espressiva, bensì nei temi trattati, che sono tutti di natura religiosa o popolare, come la processione del santo, gli ex voto, i flagellanti, i veglianti; temi che si rifanno alle tradizioni della sua calda e assolata terra d’origine: la Sicilia. Inoltre, accanto ai profili tematici, non bisogna dimenticare l’uso macchiettato e stratigrafico del pigmento. Tuttavia, la complessità che l’autore ha raggiunto con le sue configurazioni pittoriche è il frutto di un lungo lavorìo di pulizia, operato sulla costruzione linguistica, stando ben attento non solo alle testimonianze offerte dalla contemporaneità, ma anche dagli esempi che dal passato possono ancora fornire un valido insegnamento, tanto che vien da pensare che l’arte sia davvero una continua, sublime ricapitolazione di esperienze già fatte da altri prima di noi, nel corso dei secoli. Allora, viene da tirare in ballo Segantini e Previati, proprio per quell’effetto di pastosità e di luminosità che per Lauretta è punto focale dell’intero discorso pittorico.
Per Lauretta, andare a cercare le immagini attraverso le quali parlare dei sentimenti, ponendole in una luce forte e assoluta, suggerendo a noi che le si guarda la legge che le governa, significa spulciare nella memoria collettiva, quella attraverso la quale si è costruita la storia e la coscienza astrologica di un luogo, di un’area geografica, sottraendo l’immaginazione al nostro intelletto, calpestando senza pietà le parole di Freud e Jung, allo stesso modo in cui si può pensare di buttare un secchio d’acqua su di un formicaio.