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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Linguaggi contemporanei: inaugura a Clauiano la mostra d'arte tra memoria e futuro

Linguaggi contemporanei: inaugura a Clauiano la mostra d'arte tra memoria e futuro

Ha inaugurato , domenica 25 novembre, la mostra dei progetti artistici realizzati dai partecipanti al workshop Linguaggi Contemporanei. Tra memoria e futuro nel Borgo storico di  Clauiano.

Realizzato a cura delle artiste Isabella Pers e Tiziana Pers, il workshop ha visto l’intervento di Daniele Capra, curatore indipendente e giornalista di Artribune e gruppo L’Espresso, e dell’artista sonoro e visivo Michele Spanghero.

I giovani creativi della regione hanno presentato le proprie opere, installazioni, dipinti, fotografie, sculture e video, nei luoghi più suggestivi e di particolare interesse storico e architettonico facenti parte del medioevale borgo di Clauiano, inserito tra ‘i borghi più belli d’Italia’.

Una particolare attenzione è stata dedicata al rapporto tra l’opera e un contesto specifico con cui il lavoro si deve confrontare, introducendo il concetto di opera site-specific, ovvero dell’opera pensata già nel suo concepimento come collocata all’interno di un determinato spazio e un preciso contesto, in stretta relazione ad esso.

Negli scenari di foledors, antiche carrozze, sottoportici in sassi, sale di ville d'epoca, si sono svuluppati i progetti dei partecipanti, in un susseguirsi di suggestioni, proiezioni e performance. Sculture in ceramica cruda che subiranno l'evolversi del tempo, affreschi contemporanei che verranno ricoperti e nascosti per sempre alla vista, architetture leggere e aeree, idilliaci suoni di costrizioni trascorse, percorsi della memoria da rincorrere attraverso il borgo, sono il risultato dell'impegno dei giovani creativi.

Il gruppo di lavoro del laboratorio è composto da artisti emergenti, giovani curatori, studenti, neo-laureati e professionisti di diversa estrazione, e ciascuno ha apportato elementi efficaci al dialogo e alla progettazione, portandoa compimento il laboratorio e la mostra rispettivamente nel ruolo di artista, di curatore o di assistente, in relazione al proprio percorso, al background, agli studi e al talento.

Il workshop, rivolto ai giovani della Regione FVG, ha introdotto i linguaggi contemporanei dell’arte e le molteplici possibilità legate alle caratteristiche e agli utilizzi specifici dei media, delle differenti declinazioni possibili, e della multimedialità che caratterizza le forme espressive degli ultimi anni. Organizzato dal Comune di Trivignano Udinese in collaborazione conl’associazione di promozione sociale East Village per l’evento ImmaginArte, il progetto è supportato dallaPresidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale, dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e da Giovani FVG.

Il percorso della mostra comprende Casa Palladini Piani, Casa Foffani, Casa Spinello, Villa Ariis, Casa Barnaba Manin.

L'esposizione riaprirà domenica 2 dicembre, dalle 14.30 alle 18.30, quando verranno riproposte anche le performance.

 

Le mie camere di Giovetti alla Biblioteca Civica

Le mie camere di Giovetti alla Biblioteca Civica

Pordenone  - E’ stata inaugurata  “Le mie camere (che bella foto, sembra un quadro)”, sabato 24 novembre presso gli spazi espositivi della Biblioteca Civica di Pordenone, la mostra è una personale di opere fotografiche di Roberto Giovetti.

Questa rassegna presenta l’ultimo lavoro dell’autore sacilese, con il quale egli, con rara autoironia e notevole sarcasmo, esprime la propria opinione sul mondo della fotografia, sui tabù e sui luoghi comuni che la caratterizzano. Come ricorda Adriano Perini, - fondatore dell’Associazione Culturale Photo-Imago, della quale è tuttora il principale animatore -  “Le foto di questa mostra vogliono essere un omaggio alle fotocamere, ritratte come si farebbe con una persona, tutte macchine che sono state usate dall’autore o che fanno parte della sua collezione o che hanno avuto un particolare significato nella sua vita fotografica e nella storia della Fotografia.La "confezione" un po' kitsch aggiunge ironia all'operazione, perchè bisogna sempre ricordarsi che effettivamente una buona foto non prescinde totalmente dal mezzo con il quale è stata creata”.

Ricordiamo che Roberto Giovetti è un professionista, che affianca all’attività quotidiana una personale ricerca iconografica sul mondo della musica rock e pop, Beatles in particolare, nonché sulle antiche tecniche di stampa. Inoltre ha creato il “Giovetti Fotospazio”, piccola galleria fotografica nel centro di Pordenone.

La mostra sarà visitabile sino a tutto il 29 dicembre, con il seguente orario: lunedì dalle 14.00 alle 19.00, da martedì a sabato dalle 9.00 alle 19.00. Ingresso libero.

 

"Camera con vista" sull'arte contemporanea

S’inaugura domani sabato 17 novembre dalle ore 19.30 in poi la mostra “Camera con Vista” - nello spazio espositivo “Art e Space” in via San Nicolò, 4 - dedicato alla promozione, in forma liberale, dell’arte contemporanea, esporranno Elisabetta Bacci, Enzo Gomba, Fabio Fonda, Luigi Tolotti e Piero Toresella.

Abbiamo chiesto all’artista Piero Toresella di condurci per mano in anteprima alla mostra…

Camera con Vista è una mostra collettiva, cosa vi accomuna? In realtà, non si tratta di una collettiva di tipo tradizionale. Questa, come le due precedenti, è una mostra in cui ogni artista espone in uno spazio a lui dedicato. Grazie alla collaborazione con Juliet, anche questa volta saremo in cinque. Quindi, cinque mini-personali. E nemmeno tanto mini, perché nel mio caso, ad esempio, tra dipinti e installazioni espongo 20 opere; esattamente quante ne avevo alla personale a palazzo  Costanzi due anni fa. Va da sé che, non trattandosi di una vera collettiva, la mostra non propone un tema comune. 

Qual è l'intento della mostra? Credo che l'obiettivo di questa mostra sia quello di offrire al pubblico un insieme di opere che, sebbene provengano da ricerche ed esperienze diverse, hanno in comune la stessa finalità, quella cioè di interpretare la nostra epoca, di affrontare la contemporaneità a viso aperto e contribuire, ove possibile, alla costruzione di un'estetica impegnata a cogliere i nuovi fermenti e le istanze che la società rivolge all'Arte, al momento ancora vaghe e inespresse.

Partecipare ad una mostra, anche se non una collettiva in genere classico come lei ha precisato, confronta generi di pittura diversi, credo sia un ulteriore stimolo alla creatività e al confronto, dico bene? Indubbiamente. Anzi, il ragionamento riguardo all'utilità del mettere a contatto gli artisti, affinché possano confrontare i loro lavori e animare il contraddittorio tra le loro idee, risponde ad un'esigenza universale. Che, a monte, coinvolge il processo creativo svolto in studio o in laboratorio. Purtroppo, a differenza di quanto accade all'estero, in Italia le comunità artistiche non sono molto diffuse. Peccato, perché, senza citare le numerose esperienze del passato (dalla Bauhaus in poi), le "officine ", dove gli artisti e le tecniche s'incrociano e si contaminano vicendevolmente in un ambiente ben diverso dall'Accademia, sono luoghi di "inseminazione "  e di evoluzione dell'arte. Nel mio piccolo, ho avuto la fortuna di un esperimento del genere grazie a Serse, con il quale, per poco più di quattro anni, ho condiviso lo studio. Un'esperienza straordinaria. Quanto alle mostre, che rappresentano il momento finale del processo creativo e la vetrina dei risultati, la loro natura, come sedi di confronto, è diversa e, a mio avviso, meno incisiva. Più che delle fucine di idee, le mostre, spesso dispensano agli artisti spunti d'imitazione.  

L'arte richiede sforzo, oltre alla dannata ispirazione e la indubbia creatività, mi può declinare le priorità ? L'arte richiede uno speciale modo di vivere. L'artista, quando è tale, identifica la propria vita nell'arte. Il resto è lavoro, lavoro fisico e intellettuale.

"Illuminare la profondità del cuore umano è il compito dell'Arte" dice Schumann, ma Tolstoj definisce "Il pittore un uomo che sa diseganre e dipingere tutto", quale crede sia più appropriata in questa mostra? Illuminare la condizione umana in rapporto al mistero della vita e nutrire l'aspirazione dell'uomo alla dimensione del trascendente, cui corrisponde l'istanza estetica.

Anche lo spazio espositivo ha un suo ruolo, me ne parla. Giancarlo Pagliasso, un noto critico e curatore torinese, venuto a Trieste a visitare le due mostre precedenti, ha suggerito un paragone tra ARTeSPACE di via S. Nicolò e il "Common Ground" insito in certe proposte dell'ultima Biennale di Architettura di Venezia. Sottolineando, l'esistenza di una affinità di principio tra il "recupero" abitativo messo in atto dagli squatters della Torre Cofinanza a Caracas e questo spazio espositivo: entrambi "sottratti" alle Banche. Ma, nel caso di ARTeSPACE, va posto l'accento sulla decisione della LUISI SpA che, in attesa di collocarlo sul mercato, ha voluto destinare questo magnifico e prestigioso spazio agli artisti, e l'ha fatto in forma assolutamente liberale. Un esempio di contemporaneo mecenatismo, fondato sulla convinzione - all'estero maggiormente diffusa -   che tra impresa e artisti si possano sviluppare fruttuose sinergie.

Nella foto d'apertura un'opera di Piero Toresella, l'altra opera  "Piers" è di Elisabetta Bacci


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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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