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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Il giovane pittore triestino Francesco Ceglie in mostra alla sala comunale d'arte

Il giovane pittore triestino Francesco Ceglie in mostra alla sala comunale d'arte

TRIESTE - S’inaugura giovedì 16 agosto alle 19.00, nella sala comunale d’arte di piazza dell’Unità d’Italia 4, la mostra “Anteprima” del giovane pittore triestino Francesco Ceglie. Con ingresso libero, la rassegna espositiva resterà aperta fino al 5 settembre, con orario dalle 10.00 alle 13 e dalle 17.00 alle 20.00.

Nato nel 1992 a Trieste, Francesco Ceglie ha conseguito il diploma all’Istituto d’Arte Nordio e attualmente frequenta il corso di scenografia e architetture di scena dell’Accademia delle belle arti di Venezia.

Ha esposto nel 2008 al Museo Carà di Muggia e a Trieste nel 2010 e 2011 nella collettiva dell’Istituto Nordico alla Rettori Trebbio, alla collettiva Artefatto Candy World alla stazione Rogers e all’esposizione collettiva permanente presso l’RSA San Giusto.  

Così scrive di Ceglie Enzo Santese: “Il disegno è contorno dell’emozione provata di fronte a un aspetto della realtà, che nel ricordo torna a farsi mobile richiamo di un istante esistenziale; spesso le frazioni temporali del vissuto assumono determinazioni più vicine all’inconsistenza del sogno che all’oggettività del mondo fisico. Da questo punto di vista il dipinto di Francesco Ceglie non ha valore soltanto rappresentativo, ma è momento speculare di una vibrazione interiore, di uno scatto psicologico, di una sensazione scaturita dal contatto con il mondo esterno.”

“Il giovane artista - prosegue il critico-, dopo aver registrato un dettaglio, lo consegna alla pagina facendolo lievitare verso esiti di poesia tra l’evidenza di un segno marcato, ‘inciso’ e la leggerezza dell’impianto cromatico. Presenze di natura, morfologie floreali, possenti architetture (soprattutto di Venezia), fontane, si installano nella centralità dell’opera e paiono immerse in un ambiente liquido dove perdono la loro consistenza ponderale per assumere pura valenza simbolica".

Infine, conclude Enzo Santese: “Il fondo è solitamente innervato da una scrittura seriale, giocata sull’idea del quadrato, del labirinto, della tramatura di segni che delimitano lo spazio con un reticolo di linee in cui l’occhio si perde dentro un’avventura labirintica: una sorta di filigrana, capace di cadenzare la superficie di motivi grafici con cui l’acquerello innesca un movimento dinamico, entro il quale l’immagine fluttua senza perdere riconoscibilità".

“Teatro alla moda”, folto pubblico nelle prime settimane. Aperture straordinarie per i villeggianti

“Teatro alla moda”, folto pubblico nelle prime settimane

Passariano (Ud) - A meno di 20 giorni dall’apertura della mostra “Teatro alla moda – costumi di scena” sono già in molti coloro che hanno visitato l’esposizione ospitata a villa Manin. I biglietti staccati sono stati infatti più di 1500, un numero più che soddisfacente e in linea con le aspettative degli organizzatori.

I visitatori provengono da diverse località di fuori regione e del resto d’Italia, di cui circa il 20 per cento è di oltre confine con una grande prese senza di emigranti residenti in Francia. Vista la richiesta proveniente dal pubblico, gli organizzatori della mostra hanno deciso di modificare gli orari di apertura.

“Proprio per venire incontro anche alle esigenze dei tanti turisti presenti nelle spiagge del Friuli Venezia Giulia e del vicino Veneto – spiega il Commissario Straordinario di Villa Manin Enzo Cainero - abbiamo deciso di dilatare gli orari della mostra. Per cui dal martedì al giovedì l’esposizione sarà visitabile dalle 10 alle 18 mentre nei fine settimana – da venerdì a domenica - quando c’è un maggior afflusso di turisti in regione, prolungheremo di tre ore l’apertura portandola fino alle 20”.

Dopo il successo riscosso a Roma, al Museo della Fondazione Roma, a Brescia ai Musei Mazzucchelli, a Milano a Palazzo Morando e a Los Angeles - Beverly Hills, la mostra “Teatro alla Moda - Costumi di scena” è ora a Villa Manin, dove si possono ammirare un centinaio di costumi originali, realizzati per celebri rappresentazioni teatrali e operistiche, insieme a bozzetti e figurini.

Un’occasione per vedere da vicino creazioni uniche come opere d’arte, confezionate da alcuni tra i più importanti stilisti italiani, quali Gianni Versace, Roberto Capucci, Missoni, Valentino, Enrico Coveri, Antonio Marras e Romeo Gigli in un percorso curato da Pierangela Gemignani e Lara Alberti.

Gli abiti sono stati appositamente disegnati per i più grandi interpreti del teatro, dell’opera e della danza contemporanei quali Luciano Pavarotti, Katia Ricciarelli, Montserrat Caballé, Anna Caterina Antonacci, Raina Kabaivanska, Luciana Serra.

L’esposizione si propone come un affascinante viaggio nella produzione teatrale, e si articola in otto sezioni. L’ultima sala espositiva è una “mostra nella mostra” e vuole essere un omaggio a Maria Callas, a cui si aggiunge anche quello dedicato a Pier Paolo Pasolini.

L’iniziativa è promossa da Fondazione Giacomini Meo Fiorot - Musei Mazzucchelli, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Azienda Speciale Villa Manin con la fondamentale collaborazione di Assicurazioni Generali, Fondazione Crup, Fondazione CRTrieste e Fondazione CariGo.

La mostra, aperta fino al 4 novembre, è visitabile dal martedì al giovedì dalle 10 alle 18; da venerdì a domenica dalle 10 alle 20. Chiuso il lunedì.

Le sculture di Paolo Polenghi alla sala Comunale d'Arte

Le sculture di Paolo Polenghi alla sala Comunale d'Arte

TRIESTE - Resta aperta fino al 15 agosto la mostra "Sensi" dell'artista Paolo Polenghi presso la Sala Comunale d'Arte in piazza Unità d'Italia 4 a Trieste.

A rendere omaggio all'arte è Paolo Polenghi con le sue sculture lignee, di creta e di bronzo. Paolo, laureato in architettura a Venezia, oltre ad aver praticato la libera professione, insegna al Liceo artistico 'E. U. Nordio' di Trieste e si esprime con la forma artistica che ora gli è più consona, la scultura. Bene si addice la frase di Roosveelt 'Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni' alla mostra di Polenghi che trascina lo spettatore dai 'sogni' ai 'sensi'. Diamo voce alle sue sculture attraverso le parole dell’autore e gli chiediamo:

Le tue opere prima di diventare quello che realizzi sono un'idea, una forma o un materiale?

Direi che ogni opera ha una sua storia, un suo diverso percorso. Alle volte parti con un’idea: vuoi realizzare un ritratto, magari un viso che ti dice qualcosa. Poi, mentre lo fai, ti vengono in mente altre cose, non sai neanche tu cosa. Soltanto quando è finita l’opera, a volte soltanto anni dopo che l’hai finita, ti rendi conto cosa poteva significare quello che ti è venuto fuori in quel momento.

Dalle opere delle tue donne traspira sensualità ma allo stesso tempo severità...ci racconti qualcosa...

In tutte le nostre espressioni mettiamo un po’ di noi stessi e la natura umana è complessa. Tutti noi conteniamo lati dolci e lati spigolosi e il fatto di accettarci per quello che siamo ci fa stare meglio con noi stessi e con gli altri… sono riuscito a girarci abbastanza  bene intorno?

Con cosa esperimenti prima le tue sculture...da dove parti...legno...creta... bronzo?

Per me la creta è un materiale magico, che ti permette la massima libertà in fase di abbozzo. Puoi togliere, aggiungere, aumentare o diminuire la torsione di un busto, correggere la postura di un corpo. Poi passare al legno ti permette di ottenere una scultura di grandi dimensioni, con cui il fruitore può rapportarsi in modo diverso, più diretto.

Oltre al materiale con cosa incidi le tue donne?

Direi con l’amore ed il rispetto che ho nei loro confronti.

Qualcuno o qualcosa a cui ti ispiri?

Valentina di Guido Crepax ha decisamente segnato in modo indelebile il mio immaginario, e ritorna nel taglio dei capelli ma soprattutto nella spontaneità di porsi verso il mondo.

Ci vuoi raccontare qualcosa del tuo futuro artistico...?

Non vedo l’ora di mettere mano ad una scultura a cui sto lavorando da un bel po’, che mi dà filo da torcere perché è parecchio…contorta.  Ma…evidentemente mi piacciono le cose complicate, e se non mi riescono subito, le affronto con calma e con grande gusto.

La mostra resterà aperta fino al 15 agosto dalle ore 10-13 e 17-20. Info www.paoloplenghi.it

 

 

                                                                 

 

 

 

 

 

 

 

 

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