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Mar05072024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Villa Manin palcoscenico della mostra “Teatro alla Moda”

Villa Manin palcoscenico della mostra “Teatro alla Moda”

Seppur abbia già fatto il giro del mondo, la mostra “Teatro alla moda costumi di scena” presentata alla stampa a Villa Manin costituisce una novità assoluta. Dopo il successo riscosso a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, a Brescia presso i Musei Mazzucchelli, a Milano a Palazzo Morando e a Los Angeles - Beverly Hills, l’esposizione è stata appositamente concepita per la sede neopalladiana.

Tra le straordinarie creazioni che si possono ammirare nel suggestivo percorso espositivo spiccano i variopinti costumi di Missoni per Lucia di Lammermoor al Teatro alla Scala  di Milano (1983), le originali creazioni di Romeo Gigli per Il flauto Magico (1995) e i raffinati costumi di Marras per Sogno di una notte di mezza estate (2008). Si susseguono poi abiti meravigliosi appositamente disegnati per i più grandi interpreti del teatro, dell’opera e della danza contemporanei come: Luciano Pavarotti, Katia Ricciarelli, Montserrat Caballé, Anna Caterina Antonacci, Raina Kabaivanska, Luciana Serra.

Ma, rispetto alle precedenti edizioni, sono stati aggiunti costumi e opere mai esposti prima e un’articolazione in sezioni di carattere monografico dedicate ai diversi couturier nel tentativo di proporre un approfondimento tematico per ognuno di essi. Inoltre, a conclusione del percorso di visita, è stata inserita una sezione con straordinari costumi e gioielli di scena quale Omaggio a Maria Callas e un tributo all’artista adottato dalla provincia di Pordenone ossia Pierpaolo Pasolini con i mantelli utilizzati durante la ripresa di Edipo Re.

La mostra è promossa da Fondazione Giacomini Meo Fiorot - Musei Mazzucchelli, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Azienda Speciale Villa Manin con la fondamentale collaborazione di Assicurazioni Generali, Fondazione Crup, Fondazione CRTrieste e Fondazione CariGo.

Come ha avuto modo di sottolineare l’assessore alla Cultura Elio De Anna nel corso della presentazione della mostra, la Regione ha sposato subito l’iniziativa poiché rappresenta un elemento innovativo per Villa Manin. “In questa stupenda cornice – ha detto De Anna – l’arte della moda si sposa perfettamente con la residenza dogale. Ciò che ci ha spinti a dire di si a questa stupenda mostra è il fatto che la moda rappresenta una delle eccellenze del made in Italy capace di richiamare il grande pubblico e il biglietto da visita del nostro Paese nel mondo. Gli abiti disegnati appositamente per artisti del calibro di Luciano Pavarotti, Katia Ricciarelli, Montserrat Caballé, Anna Caterina Antonacci, Raina Kabaivanska, Luciana Serra rappresentano dei “pezzi unici” che di per sé già giustificano la visita alla mostra. Ma è da questi veri e propri prototipi che poi la moda si ispira per la creazione di collezioni raffinate e suggestive che non hanno eguali al mondo”.

Per il commissario straordinario di Villa Manin Enzo Cainero, la dimora dogale si presta ad una molteplicità di settori dell’arte, di cui la moda ne è una rappresentazione a pieno titolo. “Coloro che solitamente sono abituati a vedere qui da noi mostre di quadri e sculture, ora resteranno meravigliati dagli abiti di scena che trovano in queste stanze una loro collocazione “naturale”. Ciò perché al pari della pittura questi abiti sono veri e propri gioielli d’arte capaci di stupire per la loro pregevole fattura e per il significato che essi racchiudono. Abbiamo deciso di allestire questa iniziativa in un periodo dell’anno solitamente non utilizzato per eventi espositivi. Ciò perché il nostro obiettivo è quello di attirare l’attenzione dei turisti che frequentano la nostra regione e le località balneari del Friuli Venezia Giulia; la moda è uno di quei settori di interesse che si sposa con il grande pubblico”.

Oggi, 20 luglio, alle 18 è prevista la cerimonia di taglio del nastro mentre da sabato la mostra è aperta al pubblico. L’esposizione sarà visitabile fino al 4 novembre, dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18, mentre il sabato, la domenica e nei giorni festivi dalle 10 alle 19. Chiuso il lunedì.

 

Hit Business Center Nova Gorica, la mostra di Ljubo Radovac

Hit Business Center Nova Gorica, la mostra di Ljubo Radovac

NOVA GORICA - Giovedì 5 luglio presso la galleria d’arte Paviljon dell’Hit Business Center di Nova Gorica, verrà
inaugurata la mostra “Viaggi nella terza dimensione” di Ljubo Radovac. La personale dell’artista
sloveno è un vero è proprio tuffo nel mondo della tridimensionalità, visibile gratuitamente fino al
30 settembre dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00 e il sabato dalle 10.00 alle 14.00.
Anche nel 2012 la galleria d’arte Paviljon dell’Hit Business Center di Nova Gorica continua a
promuovere l’arte slovena, istriana e giuliana, organizzando mostre che permettono a tutti i visitatori di
scoprire il patrimonio artistico degli artisti locali.

Da giovedì 5 luglio la galleria ospiterà “Viaggi nella terza dimensione”, la personale di Ljubo
Radovac, artista sloveno nato a Celje che dopo aver frequentato la School of Modern photography in
Canada ed essersi in seguito laureato all’Accademia delle Belle Arti a Venezia, torna nella sua terra, più
precisamente a Capodistria, dove oggi vive e lavora.

La mostra, sarà presentata a partire dalle ore 20.00 dal critico d’arte Nives Marvin, la quale commenta: “I
suoi stereogrammi rappresentano la simbiosi tra tradizione e moderno creando risultati estremamente
innovativi”. Le opere di Radovec sono delle vere e proprie immagini piane bidimensionali che provocano
l’illusione di profondità; l’artista stesso le definisce come “illusioni ottiche degli spazi la cui visione, oltre ad
essere un ottimo esercizio per gli occhi e per la concentrazione, ha un effetto meditativo e di ricerca
personale”. I principali soggetti dei suoi lavori sono i paesaggi tra cui spiccano le rappresentazioni di
saline, ambienti tipici dell’Istria slovena legati alle origini dell’artista. La mostra è visitabile, con ingresso
gratuito, dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00 e il sabato dalle 10.00 alle 14.00 - fino al 30
settembre 2012.

La magia del raku è in mostra ad Udine da sabato 23 giugno

La magia del raku è in mostra ad Udine da sabato 23 giugno

Ritorna l’esposizione delle ceramiche raku, sabato 23 e domenica 24 giugno, presso il Ristorante "Al Melograno" in via Cividale a Udine. Dopo la presentazione del laboratorio sperimentale alle ore 11.30, il taglio del nastro alla presenza di Vittorio Zanon, direttore della rivista “La Panarie”

La mostra di ceramica raku espone le opere degli artigiani Luciano Beltramini, Naka Nicola Tumiz, Carla Moro, Annamaria Perco, Carla Supino, Lorena Colombaro, Romina Sassara, Laura Masetti, Eleonora Piazza, Margery Kronegold.

Un progetto che coinvolge maestri artigiani capaci di creare oggetti bellissimi frutto  della conoscenza della tecnica millenaria del raku. Tra i gli oggetti esposti opere ispirate all’autunno ed i suoi colori ed al mare con le sue ineguagliabili suggestioni.

Nata per mano di Chojiro, ceramista giapponese vissuto nel 1500, la ceramika raku, è da sempre legata alla produzione di ciotole per la cerimonia del tè. E' infatti per Sen Rickyu, maestro dello cha-no-yu, che Chojiro iniziò ad utilizzare la tecnica che poi verrà chiamata "Raku". Da allora in poi Raku è diventato anche il cognome della famiglia di ceramisti discendenti di Chojiro che da 15 generazioni porta avanti la tradizione del Raku in Giappone. Nel Raku Giapponese il biscotto viene sottoposto ad una seconda cottura che serve a vetrificare il rivestimento. Il pezzo, una volta raggiunta la temperatura di fusione dello smalto, viene estratto dal forno e lasciato raffreddare rapidamente all'aria aperta. Nella tecnica tradizionale nulla è lasciato al caso, l'artista segue una precisa sequenza di operazioni che acquistano un carattere quasi rituale. la ciotola è sempre eseguita a mano, senza l'ausilio di particolari strumenti: in questo modo le mani possono esprimersi liberamente trasmettendo all'argilla la sensibilità dell'artista.

 Con la diffusione del metodo Raku nel mondo occidentale il vincolo con la cerimonia del tè si è perso e la tecnica ha subito profonde trasformazioni. L'introduzione di varianti personalizzate, la sperimentazione libera e continua, hanno fatto di questa tecnica ceramica un'importante mezzo di espressione artistica, anche se per le stesse ragioni lo stesso termine "Raku" ha perso a poco a poco il contatto con la sua origine.

“L'innovazione più importante, spiega Luciano Beltramini, rispetto alla tecnica tradizionale è quella che prevede una post cottura riducente anzi che ossidante: il pezzo cioè, una volta estratto dal forno viene inserito in un recipiente contenente foglie, paglia, segatura o altro materiale infiammabile. Tale operazione innesca una combustione che viene subito soffocata dal ceramista artigiano, generando un'atmosfera riducente che avvolge il pezzo.

 Questo processo determina, in combinazione con gli ossidi dello smalto particolari effetti e sfumature, spesso unici e casuali ed ogni esperto ceramista saprà ripetere di volta in volta la sequenza ed i tempi necessari ad ottenere un determinato effetto”.

 

 

La mostra,  è visitabile gratuitamente con orario continuato dalle ore 10.00 alle 21.30.

 

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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