La magia del raku è in mostra ad Udine da sabato 23 giugno
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Mercoledì, 20 Giugno 2012 12:22
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Ritorna l’esposizione delle ceramiche raku, sabato 23 e domenica 24 giugno, presso il Ristorante "Al Melograno" in via Cividale a Udine. Dopo la presentazione del laboratorio sperimentale alle ore 11.30, il taglio del nastro alla presenza di Vittorio Zanon, direttore della rivista “La Panarie”
La mostra di ceramica raku espone le opere degli artigiani Luciano Beltramini, Naka Nicola Tumiz, Carla Moro, Annamaria Perco, Carla Supino, Lorena Colombaro, Romina Sassara, Laura Masetti, Eleonora Piazza, Margery Kronegold.
Un progetto che coinvolge maestri artigiani capaci di creare oggetti bellissimi frutto della conoscenza della tecnica millenaria del raku. Tra i gli oggetti esposti opere ispirate all’autunno ed i suoi colori ed al mare con le sue ineguagliabili suggestioni.
Nata per mano di Chojiro, ceramista giapponese vissuto nel 1500, la ceramika raku, è da sempre legata alla produzione di ciotole per la cerimonia del tè. E' infatti per Sen Rickyu, maestro dello cha-no-yu, che Chojiro iniziò ad utilizzare la tecnica che poi verrà chiamata "Raku". Da allora in poi Raku è diventato anche il cognome della famiglia di ceramisti discendenti di Chojiro che da 15 generazioni porta avanti la tradizione del Raku in Giappone. Nel Raku Giapponese il biscotto viene sottoposto ad una seconda cottura che serve a vetrificare il rivestimento. Il pezzo, una volta raggiunta la temperatura di fusione dello smalto, viene estratto dal forno e lasciato raffreddare rapidamente all'aria aperta. Nella tecnica tradizionale nulla è lasciato al caso, l'artista segue una precisa sequenza di operazioni che acquistano un carattere quasi rituale. la ciotola è sempre eseguita a mano, senza l'ausilio di particolari strumenti: in questo modo le mani possono esprimersi liberamente trasmettendo all'argilla la sensibilità dell'artista.
Con la diffusione del metodo Raku nel mondo occidentale il vincolo con la cerimonia del tè si è perso e la tecnica ha subito profonde trasformazioni. L'introduzione di varianti personalizzate, la sperimentazione libera e continua, hanno fatto di questa tecnica ceramica un'importante mezzo di espressione artistica, anche se per le stesse ragioni lo stesso termine "Raku" ha perso a poco a poco il contatto con la sua origine.
“L'innovazione più importante, spiega Luciano Beltramini, rispetto alla tecnica tradizionale è quella che prevede una post cottura riducente anzi che ossidante: il pezzo cioè, una volta estratto dal forno viene inserito in un recipiente contenente foglie, paglia, segatura o altro materiale infiammabile. Tale operazione innesca una combustione che viene subito soffocata dal ceramista artigiano, generando un'atmosfera riducente che avvolge il pezzo.
Questo processo determina, in combinazione con gli ossidi dello smalto particolari effetti e sfumature, spesso unici e casuali ed ogni esperto ceramista saprà ripetere di volta in volta la sequenza ed i tempi necessari ad ottenere un determinato effetto”.
La mostra, è visitabile gratuitamente con orario continuato dalle ore 10.00 alle 21.30.