A Villa Manin mostra speciale per il 90° della Scuola Mosaicisti di Spilimbergo
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Martedì, 15 Maggio 2012 16:27
- Scritto da Tiziana Melloni
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Giovedì 17 maggio alle 18 a Villa Manin si tiene la cerimonia di inaugurazione della mostra dedicata ai 90 anni della Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo. L’esposizione, che resterà aperta fino al 22 luglio, è stata allestita nella Barchessa di Levante e si snoda attraverso due percorsi: il primo è quello storico-documentale sulla nascita e l’evoluzione dell’istituto dal 1922 ad oggi attraverso le opere realizzate in quasi un secolo. Il secondo, invece, ripercorre l’esperienza della scuola sia nelle opere degli studenti durante i tre anni di frequenza delle lezioni sia nell’attività degli ex allievi ora diventati artisti.
Il taglio del nastro della mostra avviene alla presenza dell’assessore regionale alla Cultura Elio De Anna, del commissario straordinario di Villa Manin Enzo Cainero nonché del presidente della Scuola Mosaicisti del Friuli Alido Gerussi.
Nata nel 1922, la Scuola Mosaicisti si pone come obiettivo l’impegno didattico, il sodalizio tra tradizione e rinnovamento, tra realtà produttiva e realtà culturale. Nella luminosità dei laboratori di mosaico e di terrazzo, martelline, ceppi e taglioli ancora oggi scandiscono il tempo di un lavoro di lontana memoria (quello del mosaicista e quello del terrazziere).
I pionieri del mosaico moderno, i mosaicisti di Sequals del secolo scorso, sono stati capaci di allacciare relazioni con pittori e architetti per lavori di grandi dimensioni: dalla decorazione della Library of Congress di Washington a quella dell’Opéra di Parigi.
Con queste premesse, nella sua tipologia didattica e produttiva, la Scuola realizza importanti e grandiosi interventi musivi di richiamo internazionale, passando attraverso lo studio e l’applicazione del mosaico romano, bizantino e moderno.
Tra le moltissime opere ricordiamo la decorazione parietale e pavimentale di diecimila metri quadrati di mosaici al Foro Italico di Roma su bozzetti di Giulio Rosso, Angelo Canevari, Achille Capizzano e Gino Severini. Nel secondo dopoguerra, esecuzioni di così grande respiro vengono realizzate dalla Scuola nei mosaici del Santo Sepolcro a Gerusalemme: l’intervento, su cartoni dell’agiografo greco Blasios Tsotsonis, è pensato nel rispetto dei canoni bizantini.
Consolidatosi, nel corso degli anni, un buon rapporto con la committenza, la Scuola oggi cerca soprattutto di non dimenticare la sua stessa ragione di essere e valorizza il mosaico come fatto culturale oltre che tecnico: lo studio, la ricerca, la sperimentazione, l’utilizzo delle più innovative tecnologie sono segni di apertura e di crescita. La Scuola, oggi, si confronta con artisti di grande spessore: Basaglia, Celiberti, Ciussi, Dorazio, Finzi, Licata, Pizzinato, Zigaina, solo per citarne alcuni.
La scuola è già stata in mostra a Villa Manin di Passariano nell’estate 2000.