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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

La Finlandia di oggi nelle immagini di Stefan Bremer

La Finlandia di oggi nelle immagini di Stefan Bremer

Cividale – Prosegue fino al 28 gennaio la  mostra “There is Something Strange in Finland” di Stefan Bremer, uno dei maggiori fotografi finnici.  “Il Bello, l’Assurdo, il Bizzarro della terra finnica nelle immagini di un grande fotografo” è il sottotitolo esplicativo della mostra “There is Something Strange in Finland”, inaugurata venerdì 14 dicembre al Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli, con una raccolta di 25 foto del grande fotografo.  

Le immagini di Bremer ritraggono la Finlandia odierna in scatti sospesi fra il comico, il lirico e lo stralunato: scenari naturali e sociali, oggetti, volti, artisti, corpi sorpresi dall’obiettivo del fotografo nei quali la sensibilità dell’artista ha colto rimandi alla condizione attuale dell’uomo finnico, al suo spazio esistenziale, ai suoi paesaggi interiori. Bremer, che ha al suo attivo numerose personali in Europa e negli Stati Uniti, si è tuffato spesso nel mondo dei giovani, testimoniando il nihilismo ma anche l’ottimismo nel futuro di una generazione - ricerca questa approfondita in una delle sue più fortunate mostre, Helsinki by night. Ha osservato la morale dei politici e più in generale l'assenza di morali; ha messo al centro temi elitari come la musica da camera, la danza e il teatro, insieme ad altri fortemente populistici.

La mostra fotografica rappresenta un momento d’incontro con la Finlandia, con cui il Friuli Venezia Giulia attraverso l’Associazione Gaggia ha intessuto negli ultimi anni un intenso rapporto di scambio e di collaborazione, prima con il festival Finlandia (2010), organizzato in sinergia con altre importanti realtà culturali della regione come vicino/lontano e lo stesso Museo Archeologico Nazionale, e successivamente con il convegno internazionale Kalevala (2011). La terra finnica tornerà protagonista di Highlights il 28 e 29 gennaio nei due concertiin collaborazione con il Chamber Music Festival di Kuhmo che porteranno in Friuli alcuni dei migliori archi della grande scuola musicale finlandese, fra le più celebrate al mondo. Ancora, sabato 9 febbraio, con la proiezione – che sarà impreziosita dalla presentazione del prof. Juha Pentikäinen, carismatico esperto di sciamanesimo siberiano –, del docu-fiction Les Feux arctiques (I fuochi artici), sull’avventurosa spedizione in Lapponia del 1838-1839 di un gruppo di esploratori francesi.

Tale mostra è organizzata nell’ambito di Highlights 2002/2012, il festival con cui l’Associazione Musicale Sergio Gaggia di Cividale celebra il suo primo brillante decennio di attività con “variazioni” sui temi più significativi sin qui sviluppati.

L’esposizione resterà aperta fino al 28 gennaio 2013 (orari: 8.30-19, lunedì 9-13.30).

Si inaugura il 15 dicembre a Villa Manin la mostra dedicata a Giovanni Battista Tiepolo

Si inaugura il 15 dicembre a Villa Manin la mostra dedicata a Giovanni Battista Tiepolo

Codroipo (Ud) - Dal 15 dicembre al 7 aprile, presso la fastosa dimora dell'ultimo Doge di Venezia, la scenografica Villa Manin di Passariano, sono esposti dipinti sacri e profani di Giovanni Battista Tiepolo (1696-1770), provenienti da prestigiosi musei europei e americani e da luoghi di culto, per illustrarne il percorso artistico dalle prime esperienze fino alle imprese della tarda maturità che lo confermano pittore di prima grandezza.

Tele, talvolta di eccezionale dimensione, affiancate dai bozzetti preparatori utili per la valutazione delle doti inventive e della capacità tecnica, dipinti restaurati per l'occasione, eleganti disegni, in una mostra che coniuga belleza e rigore scientifico.

Un evento, quello affidato alle cure di Giuseppe Bergamini, Alberto Craievich e Filippo Pedrocco, programmato da quattro anni e accuratamente preparato, molto atteso anche a livello internazionale e di imponente impegno organizzativo per numero e qualità delle opere esposte.

La straordinaria esposizione trova compimento nella visita al Palazzo patriarcale di Udine, ora Museo Diocesano, ove il giovane Tiepolo, a partire dal 1726, affrescò il soffitto dello Scalone d'onore, la Galleria degli Ospiti, la Sala Rossa e la Sala del Trono, e a Trieste, al Civico Museo Sartorio, che custodisce oltre 250 suoi disegni.

La mostra segue di una generazione (esattamente 41 anni) quella che la Villa udinese propose nel 1971 in occasione dei duecento anni dalla morte del pittore e destinata a segnare il punto di svolta nella sua fortuna critica.

Ora l'Azienda Speciale villa Manin e la Regione Friuli Venezia Giulia realizzano in quella stessa sede un'esposizione monografica in grado di attraversare l'intera complessa parabola artistica del pittore: una mostra di grande impegno che anche alla luce dei numerosi studi susseguitisi da allora consente oggi una valutazione più ampia e approfondita del Tiepolo.

Se ne documenta l'evoluzione stilistica, con l'individuazione di alcuni momenti chiave del rapporto del Tiepolo con i suoi mecenati. Accanto all'esame dei singoli dipinti vengono quindi ricordati i maggiori committenti e gli intellettuali - come Scipione Maffei, Francesco Algarotti, i cugini Zanetti - che hanno seguito l'artista fin dagli esordi, influendo sulla sua formazione culturale.

Impegnativi restauri promossi proprio in occasione della mostra permettono inoltre di accostarsi ad opere difficilmente visibili per la loro ubicazione o che hanno rischiato di essere compromesse da recenti, traumatici, avvenimenti.

Vengono esposti anche dipinti di straordinaria dimensione, poiché per esplicita dichiarazione dell'artista "Li pittori devono procurare di riuscire nelle opere grandi [...] quindi la mente del Pittore deve sempre tendere al Sublime, all'Eroico, alla Perfezione".

In alcuni casi il complesso lavoro preparatorio, dai disegni al bozzetto all'opera finita, presentato nel dettaglio, introduce in modo coinvolgente il visitatore nel magico mondo tiepolesco.


Servizio informazioni e prenotazioni:
Call Center Villa Manin tel. +39.0432 821210 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.villamanin-eventi.it

L'esposizione dei disegni di Tiepolo a Villa Sartorio si affianca alla grande mostra di Villa Manin

L'esposizione dei disegni di Tiepolo a Villa Sartorio si affianca alla grande mostra di Villa Manin

Trieste - Viene inaugurata sabato 15 dicembre, alle ore 12.00, al Civico Museo Sartorio di Largo Papa Giovanni XXIII, 1, la mostra “Tiepolo a Trieste – la collezione di disegni del Museo Sartorio”.

Una tra le più importanti collezioni al mondo di disegni di Giambattista Tiepolo che appartiene ai Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste. Costituita nel 1893 dal barone Giuseppe Sartorio, che la acquistò con accortezza e tempestività da un antiquario triestino. Fu donata al Comune di Trieste, per sua espressa volontà, alla sua morte, avvenuta nel 1910.

A Giambattista Tiepolo sono attribuiti ufficialmente più di duemila disegni, il nucleo grafico più corposo che un artista abbia mai lasciato nel Settecento. Disegni dispersi in moltissimi musei e collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, tra cui le più consistenti si trovano al Victoria and Albert Museum di Londra, al Kupferstich Kabinet di Stoccarda, al Metropolitan Museum di New York, alla Pierpont Morgan Library di New York.

La collezione Sartorio riunisce ben 254 fogli, di cui venticinque sono disegnati su tutti e due i lati, per cui il numero dei disegni è di 279, e solo cinque sono attribuibili al figlio Giandomenico.

In occasione della grande mostra “Giambattista Tiepolo. Luce, forma, colore, emozione” che sarà inaugurata il 14 dicembre prossimo a Villa Manin di Passariano, su iniziativa dell’Azienda speciale Villa Manin e a cura di Giuseppe Bergamini e Alberto Craievich, il Civico Museo Sartorio di Trieste, che è presente alla mostra con 54 disegni, propone al pubblico nella sua sede altri 120 disegni normalmente esclusi dall’esposizione permanente per ragioni di conservazione, che completano il panorama della grafica tiepolesca con una rassegna preziosa e originale voluta dalla direttrice Maria Masau Dan e curata da Lorenza Resciniti e Francesca Nodari.

Il percorso della mostra si articola in tredici sezioni, che sono state allestite al secondo piano della villa, una delle più interessanti testimonianze del periodo neoclassico, ognuna dedicata ad una diversa tipologia di disegni: studi preparatori per le decorazioni ad affresco, disegni relativi a dipinti di soggetto storico-mitologico e sacro; abbozzi e studi di singole figure (vecchi orientali, soldati, personificazioni allegoriche, caricature), teste di carattere, a cui si affiancano esercitazioni con alberi, cani, vasi e altri oggetti.

All’interno di ogni singola sezione i disegni sono esposti seguendo un ordine cronologico che permette di capire lo sviluppo stilistico della grafica di Tiepolo, dagli esempi giovanili degli anni Trenta fino alle prove più tarde a ridosso della partenza per la Spagna.

Per evidenziare la stretta connessione tra il disegno e l’opera finita, fanno da supporto alcune riproduzioni fotografiche di cicli di affreschi e pale d’altare, come ad esempio quelli di Villa Loschi al Biron (1734), di Villa Valmarana (1757) a Vicenza e le pale dei Gesuati a Venezia (Madonna con le Sante Caterina, Rosa e Agnese,1748) e della parrocchiale di Mirano (Miracolo del piede risanato,1760).

La mostra costituirà anche un’attrazione ulteriore per gli appassionati d’arte e i turisti che sicuramente raggiungeranno il Friuli per visitare la grande mostra di Villa Manin e non perderanno l’occasione di completare l’itinerario regionale (va ricordato che una tappa fondamentale è il palazzo Arcivescovile di Udine con i celebri affreschi che Tiepolo eseguì nel 1726) con una puntata a Trieste, dove Tiepolo si potrà vedere in un contesto particolarmente suggestivo come quello della grande villa abitata dalla famiglia Sartorio e da oltre sessant’anni divenuta museo civico.

Oltre ai disegni i visitatori del Museo Sartorio avranno l’opportunità di vedere anche un’opera pittorica di Tiepolo, la Madonna della cintola e santi, una pala di oltre due metri di altezza datata 1730 circa, proveniente dalla Chiesa della Consolazione di Pirano ed esposta qui dal 2006 assieme alle altre opere dell’Istria di proprietà dello Stato ricoverate in Italia durante la seconda guerra mondiale.

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