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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

La Gorizia dei confini raccontata dai "suoi" soldati

La Gorizia dei confini raccontata dai

Gorizia – Le frontiere sono da sempre state caratterizzate da un fattore: la forte presenza militare. Lo sa bene il capoluogo isontino, che fin da quando faceva parte dell'Impero Austroasburgico e ancora di più sotto l'Italia è stata il punto di inizio e fine per numerosi popoli e nazioni.

Oggi il termine confine ritorna minaccioso nei discorsi politici, mentre è possibile passare dal nostro Paese alla Slovenia come se niente fosse, come un prolungamento logico della città. Del passato militare a Gorizia rimangono comunque numerose caserme, luoghi spesso abbandonati a sé stessi mentre il tempo li deteriora, sotto l'occhio dei cittadini.

Per raccontare questo lato della Storia la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia (Carigo) ha allestito la mostra fotografica “Soldati”, ospitata nella propria sede in via Carducci. Aperta dal 30 ottobre e visitabile fino al 28 febbario 2016, questa è un percorso che parte dall'era asburgica e attarverso tutto il secolo scorso, fino ad arrivare ai giorni nostri, raccontato dal punto di vista di chi si trovò nella “Nizza austriaca” per difenderla o conquistarla.

Le immagini storiche del capoluogo arricchiscono il racconto: luoghi che ancora oggi esistono, come numerosi bar del centro storico, e altri che invece sono spariti, come la Caserma Vittoria che sorgeva proprio nell'omonima piazza, al fianco della chiesa di Sant'Ignazio: verrà demolita negli anni '30, mentre altre sorgevano in tutta la città.

Si va avanti negli anni e i periodi che si toccano sono tanti: l'arrivo di Mussolini nel 1938, occasione per la quale i addobbò a festa tutte le vie tanto da apparire come la Capitol City di Hunger Games; la bandiera statunitense che sventolò sul Castello alla fine della Seconda Guerra Mondiale, alla vigilia della decisione a Parigi di separare Gorizia dal suo entroterra e, quindi, dalla Jugoslavia titina; e i vallichi molto diversi da come li conosciamo oggi, a volte improvvisati.

Mano a mano che si prosegue nel percorso fotografico, il bianco-e-nero lascia il posto ai colori, che mostrano la brigata Pozzuolo in piazza Vittoria in parata dopo una delle sue numerose missioni nell'ambito ONU. E poi ci sono le caserme vuote, ormai inutili dopo che la Guerra Fredda è finita e non c'è più la minaccia comunista da Est: che futuro hanno quelli edifici? Una risposta tenta di darla il filmato “Un Paese di primule e caserme”, nella speranza di smuovere qualche coscienza.

Realizzata in collaborazione con il Gruppo di ricerca isontina “Isonzo” e il Comune di Gorizia, la mostra “Soldati” offre una retrospettiva della Storia a dir poco unico. Un viaggio che merita di essere intrapreso, per capire che da quei vecchi confini oggi non si può tornare indietro ma solo puntare avanti, riprendendo in mano con progetti lungimiranti le caserme abbandonate: dalle macerie possono nascere solo nuove sfide.

Ingresso gratuito.

Doppio appuntamento con Minimalia: “L’ironia è una cosa seria”

Doppio appuntamento con Minimalia: “L’ironia è una cosa seria”

Allo spazio Interazioni di Udine, il 2015 si chiude con due eventi dedicati all’arte e realizzati in collaborazione con Poesia&Friends. Il primo appuntamento è per sabato 19 dicembre (ore 17.30) con l’inaugurazione, in via della Rosta 46, della mostra internazionale Minimalia, dedicata al miniquadro e alla miniscultura e visitabile fino al 14 gennaio.

L’esposizione, che sarà introdotta dal critico d’arte Enzo Santese, vede la partecipazione di 15 artisti che presenteranno le loro opere realizzate in vari materiali: Luciano Lunazzi, i pordenonesi Roberto Raschiotto e Pedro Grizzo, Alessandro Cadamuro (scultore di vetro), Alfredo Pecile, Livio Fantini (che lavora pietra, legno e metallo), Domenico Montesano, il performer Luca Zaro (chine), gli astrattisti Mario Snaidero e Paola Martinella, Michele de Agostini, Natasha Bondarenko (che lavora con la iuta), il fotografo Rudy Barborini, nonché il pittore autriaco Franz Bergher e l’artista sloveno Etco Tutta.

Il 21 dicembre alle 18, invece, la stessa sede ospiterà “L’ironia è una cosa seria”, serata di letture incentrate sull’ironia in tutte le sue espressioni, dal grottesco alla satira, dall’umorismo alla derisione. I protagonisti saranno alcuni scrittori e poeti friulani, come Nicola Skert, Natalia Bondarenko, Alessandra Flores d’Arcais, Alessandra Zenarola, Matteo Cimenti, Maurizio Pessina, Sandro Pecchiari e Massimiliano Lancerotto, accompagnati dalle improvvisazioni del trombettista sardo Sandro Carta che suona in formazioni di musica contemporanea (TMO-Topoloska Minimalna Orkestra) e di musica Oberkrainer (Trio Tocai, Popotnikj). .

6.800 quintali di sabbia per il Presepe di Lignano Sabbiadoro giunto alla 12ª edizione

6.800 quintali di sabbia per il Presepe di Lignano Sabbiadoro giunto alla 12ª edizione

Lignano Sabbiadoro (Ud) - Dopo il record di oltre 30 mila visitatori dello scorso anno, il grande "Presepe di Sabbia" di Lignano Sabbiadoro tornerà da sabato 5 dicembre in Piazza Natale.

L'iniziativa, giunta alla 12ª edizione, è organizzata dall'associazione Dome Aghe e Savalon d'Aur, in collaborazione con la Città di Lignano Sabbiadoro, la Pro Loco Lignano, Lignano in Fiore Onlus e la Biblioteca Comunale.

Per la sua realizzazione sono stati utilizzati 400 metri cubi per 6.800 quintali di sabbia dell'arenile lignanese, trattata come sempre senza l'uso di alcun collante chimico dagli artisti dell'Accademia della Sabbia guidata da Antonio Molin: una squadra di sette artisti che ha lavorato per 5 settimane.

La squadra è composta da valorosi artisti, ragazzi che per realizzare queste stupende opere sono venuti da tutte le regioni italiane. Un'esperienza lunga 29 anni di lavoro, che fin dall'inizio di questa mostra, collabora con la città e la proloco di Lignano sabbiadoro nella realizzazione della grande opera di sabbia.

Ricordiamo che il presepe è creato senza l'uso di colle o altri materiali simili per il mantenimento. Viene usata solo dell'acqua, sabbia, e un'abile lavoro dei professionisti del settore. Il segreto per il mantenimento, la creazione,la sua stabilità, sta nel comprimere per giorni tutta la sabbia con grande cura.

L'opera raggiunge i 4 metri di altezza, concepita su più livelli e studiata per stimolare il visitatore ad interagire, addentrandosi con lo sguardo per scoprire nuovi anfratti. Le persone si troveranno così al centro di una vera e propria "città in movimento" popolata da oltre 200 figure umane e 300 animali, intenti in scene di lavoro e di vita quotidiana.

Non poteva come ogni anno mancare l'omaggio al Friuli Venezia Giulia e alla sua gente: fra i personaggi umani trovano quindi posto alcuni illustri rappresentanti di questa terra quali Carlo Rubbia, Margerita Hack e Enzo Bearzot, magistralmente riprodotti con la sabbia.

A sovrastare la città, poi, la grande porta e le maestose mura finemente scolpite, oltre le quali si può scorgere all'orizzonte l'arrivo dei tre Magi.

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