Alla ri-scoperta di Giacomo Balla: ai Musei Provinciali di Gorizia tre punti di vista
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Lunedì, 02 Novembre 2015 10:06
- Scritto da Timothy Dissegna
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Gorizia – L'Italia ha prodotto, nel corso dei secoli, una quantità smisurata di arte. Lo ha fatto anche in periodi turbolenti, animati da lotte e guerre, diventandone a volte voce o semplicemente descrizione: basti pensare al Risorgimento con Haynez o alle opere di Leonardo come “La battaglia di Anghiari”.
Alla seconda “fazione”, ossia chi vide l'arte come strumento politico attivo, apparteneva Giacomo Balla, che da febbraio 2015 a gennaio 2016 i Musei Provinciali di Gorizia ricordano con una mostra dedicatagli: “Balla3”, allestita all'interno del percorso “Interventismo 1915-2015” che raggruppa anche numerose cartoline di propaganda dell'epoca di proprietà degli stessi Musei.
Ospitato nella Sala Diaz, ultima tappa del percorso del Museo della Grande Guerra, questo ricordo postumo del pittore futurista si basa su tre punti di vista, tutti concentrati sullo stesso dipinto: partendo, infatti, dal suo quadro “Verginità” del 1925, si è scoperto che sotto di esso c'era uno più vecchio di 10 anni, “Dimostrazione interventista” (nella foto), facente parte di una serie di pitture legate alla volontà di entrare nella Prima guerra mondiale.
Ma la cosa più incredibile è che entrambe le opere appoggino su un dipinto ancora più datato, sempre di Balla, realizzato a inizio Novecento, in stile divisionista, e oggi non più recuperabile (ciò spiega l'elevazione al cubo del titolo).
Comunque sia, già la scoperta di una seconda opera ad olio è unica: esposto per la prima volta proprio per l'occasione a Gorizia, teatro di sanguinose battaglie durante quel primo conflitto mondiale voluto anche dal protagonista della mostra, è stato recuperato dopo una scansione che ha rivelato qualcosa sotto la superficie nera della “Verginità”. Ridando così alla luce un'opera di forte impatto politico, nascosta per quasi un secolo e che segue le linee guida futuriste.
Entrambe le opere ammirabili sono esposte come copie in Borgo Castello (gli originali erano esposti fino al 22 marzo scorso, ora a Milano), insieme ad altri due oli originali dell'artista torinese, “Bandiere in movimento” e “Dimostrazione XX settembre”, dell'epoca interventista. E, come “cornice” del tutto, questi sono circondati da cinque bacheche ricche di cartoline di propaganda italiana sia neutralista che interventista.
Per lungo tempo passato in secondo piano dopo la Seconda guerra mondiale per i suoi legami con l'interventismo durante la Prima e il fascismo in seguito, il Futurismo e i suoi esponenti non hanno così sempre avuto il giusto riconoscimento che gli si deve. E non c'è posto migliore di Gorizia, che provò sulla propria pelle entrambi i conflitti, per far ciò con uno dei nomi più importanti di questo movimento culturale nostrano.
La mostra “Balla³: un Giacomo Balla riscoperto nella propaganda interventista italiana” sarà aperta al pubblico fino al 6 gennaio 2016, dopo essere stata inaugurata il 13 febbraio scorso. Gli orari sono gli stessi del Museo della Grande Guerra (dal martedì alla domenica: 9.00-19.00) e la prima domenica di ogni mese, seguendo l'iniziativa ministeriale “Domenica al museo”, l'ingresso è gratuito.