Cultura
Personale di Fabiola Faidiga “Lavoro d’ufficio 2 | Default” fino a fine dicembre
- Dettagli
- Categoria: Arte
- Pubblicato Giovedì, 29 Ottobre 2015 21:48
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
Trieste - Oggi giovedì, 29 ottobre 2015, alle ore 18.15, presso il Centro Direzionale di Trieste della Banca di Credito Cooperativo di Staranzano e Villesse (al n. 20 di via Roma, I piano), è stata inaugurata la mostra di Fabiola Faidiga intitolata “Lavoro d’ufficio 2 | Default” , resterà aperta fino al 31 dicembre. La serata è stata introdotta da Maria Campitelli, Katarina Lomić, Lucia Krasovec Lucas.
“Default” è una parola inglese diffusa nel linguaggio informatico e tecnologico che indica “qualche cosa che avviene in modo automatico”, in parallelo nel linguaggio economico “default” significa, in sintesi, “fallimento”. Per Fabiola Faidiga “DEFAULT” è un insieme di queste interpretazioni. Le grafie che afferiscono a questo progetto sono nate “automaticamente” stando al telefono durante lunghe giornate d'ufficio e di lavoro, segni e disegni in penna, pennarello o matita (su fogli di carta o post-it) quasi inconsapevoli che permettono lo stacco psichico dal ritmo spesso inappagante del lavoro impiegatizio ma allo stesso tempo aprono a salvifici flussi di coscienza visiva che, elaborati in studio, diventano collage, bozzetti e infine grandi opere determinanti l’avvio di un nuovo e fantastico scenario interpretativo e ipercolorato.
Così ne scrive Lucia Krasovec Lucas: “La meccanica del segno si innesta nell’automatismo ancestrale che produce grafie apparentemente inconsapevoli nel rigore del lavoro d’ufficio. Appunti estrinsecati su anonimi post-it e fogli rivelano temporanee fughe dalla ratio che l’istinto abbozza con figure irreali. Una successiva elaborazione compositiva delle grafie, interpolando le immagini in modo atemporale, produce una serie di storie i cui protagonisti giungono inaspettatatamente da altri luoghi. I bozzetti, elaborati da segreti flussi di coscienza, si palesano nella contaminazione delle asperità umane con quelle della macchina. L’opera finale traduce la poetica individuale in una visione esplorativa complementare e univoca che determina l’avvio di un nuovo scenario interpretativo”.
Orario di apertura: orario di visita da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 12.00. Per ulteriori info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Gli scatti fotografici di Fabio Rinaldi: ritratti esistenziali in esposizione al Museo Carà di Muggia
- Dettagli
- Categoria: Arte
- Pubblicato Domenica, 25 Ottobre 2015 19:49
- Scritto da Sara Galiza
Muggia (Ts) – All'interno dell'elegante sede del Museo d'Arte Moderna Ugo Carà, di Muggia, la giornata di venerdì 23 ottobre, ha visto alle ore 18.30, l'inaugurazione della mostra “Forty-one shades of portrait” del fotografo triestino Fabio Rinaldi, curata da Adriano Perini, uno dei fondatori del Centro per l'Archiviazione e la Divulgazione del'Immagine Fotografica, Photo Imago.
La presentazione critica della giornalista Cristina Bonadei ha accompagnato i presenti nell'esplorazione del lavoro artistico di Rinaldi. Parlare di fotografia significa parlare di poetica dello sguardo, ci dice.
La mostra si articola in un viaggio triadico, che in un certo senso inizia dove finisce.
Questa circolarità è forse una delle essenziali particolarità della fotografia, che è un'arte sempre soggettiva, ma mai personale. Io che mi guardo, cerco la verità di chi sono. E come tutte le operazioni che coinvolgono lo sguardo, quella fotografica finisce per rivelarsi porta d'accesso per l’anima.
Gli Indiani d’America, temevano la fotografia, pena la perdita dell'anima stessa. Fabio Rinaldi conosce bene, e usa quest'arte, creando una dialettica viva tra la sua soggettività di fotografo e l’oggettività di chi ritrae. Bonadei parla di carattere sovversivo dell'alterità. Sono condannato a guardarmi attraverso lo sguardo arbitrario di chi mi fotografa. Come se io non fossi io, non mi assomigliassi davvero.
“Forty-one shades of portrait” è una galleria fisiognomica che raccoglie ed espande il profondo legame tra l’immagine ed il nostro mondo interiore. La struttura della Mostra si articola in una prima parte attraversata da una serie di ritratti di persone significative nel panorama culturale del Friuli Venezia Giulia, colti quasi in una prossimità domestica, famigliare.
La seconda sezione di questo viaggio per immagini, si articola ne “L’altra faccia del vero, Sembianze, Fugit inexorabile tempus”.
Anche in questo caso la scelta espositiva appare estremamente intrigante, come a voler esibire il carattere immortale, caratteristico della fotografia, come ricorda l'autore: "Il tempo fugge e la foto dovrebbe poterlo catturare, ma così non è, poiché anche la foto invecchia e subisce il passaggio del tempo inesorabile" .
Con l'altra faccia del vero capitolo, restiamo sospesi tra visi pietrificati dall’argilla e maschere, tramite verso il tragico, ma anche con la nostra essenza di umanità. Con “Sembianze” Rinaldi entra nell’immaginario simbolico di chi ritrae, cercandone il doppio e l’archetipo. L’animale che ci si porta dentro, a sua – e spesso anche a nostra – insaputa.
Ultimo capitolo di questa esposizione è Sembianze dove Rinaldi è stato voce per le sue fotografie, accompagnando lui per primo il pubblico all'interno dell'universo poetico messo in moto dai propri scatti, conducendo i presenti tra gli scatti. La critica senza la critica ha permesso di avvicinarsi alla sottile arte di Rinaldi, perchè il riconoscimento è un'operazione esistenziale.
La mostra resterà aperta fino al 15 novembre con il seguente orario da martedì a venerdì dalle 17-19 sabato dalle 10-12 e dalle 17-19 e domenica 10-12.
Nella foto : Sebastiao Salgado
Le "escursioni materiche” di Merola a Fiume Veneto
- Dettagli
- Categoria: Arte
- Pubblicato Sabato, 24 Ottobre 2015 17:00
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
Fiume Veneto (Pn) - Domenica 25 ottobre s’inaugura nello spazio espositivo Euroom di Fiume Veneto alle ore 11, la mostra “Escursioni materiche” di Luigi Merola e resterà visitabile fino al 21 novembre.
Lo scrittore Eugène Ionesco affermava che un’opera d’arte è soprattutto un’avventura della mente e Luigi Merola interpreta benissimo questa avventura lasciando che la sua curiosità, fantasia e manualità trasformi oggetti in disuso in opere d'arte.
La mostra ospitata negli originali spazi di Euro Room e curata da Elena Cantori, conduce il visitatore in un percorso decennale di creazione dell'artista dove lo stesso ha il coraggio di mettere a nudo la sua anima e l'evolversi della sua creatività.
L'inizio del suo percorso artistico è mosso dalla passione per l'arte e dagli oggetti del fare quotidiano e del passato, prevalentemente scovati nei mercatini, che piano piano trasforma in opere d’arte ed installazioni uniche nel loro genere. Scatole di scarpe che grazie all’uso di un'intensa cromia di grigi e rossi mischiati con il bianco diventano un ipotetico orizzonte oppure delle vecchie forme di scarpe che prendono vita grazie ad un arcobaleno di fili colorati da cui sono avvolte o ancora delle vecchie lamiere o delle putrelle ruggini dal tempo che diventano curiosi totem grazie all'inserto di micro scatole colorate con il suo rosso prediletto...solo per citarne alcune. La sua arte negli anni continua incessante senza legami con tendenze, mode o correnti artistiche anche se qualche richiamo all'arte povera e alla recycle art diventa sempre più evidente nel suo progredire artistico.
Passo successivo del suo percorso diventa la lavorazione della carta e del piombo. Inizia a riciclare la carta lavorandola in modo grezzo con la tecnica della cartapesta che unitamente a delle lastre di piombo imbrunite e battute ecco, che per incanto, si trasforma in sculture che richiamano vecchi libri d'epoca lasciati distrattamente negli scaffali più alti delle librerie. L’anno passato invece le opere di Merola prendono degli spunti dalla natura attraverso delle curiose installazioni in cui lo sfondo -o meglio il filo conduttore- delle opere è dettato da vecchie lettere di una famiglia dalmata trovate da un rigattiere che raccontano di vita vissuta dagli anni '20 a metà degli anni '40. Intrecci di vita passata che riprendono un’anima grazie a degli innesti contemporanei che rimangono sempre cari all'artista sia da un punto di vista dell'uso dei materiali sempre rigorosamente di riciclo che cromaticamente con l'uso di colori caldi e naturali.
EUROOM spazio arte: viale della Repubblica 63 Fiume Veneto PN Italia
tel. 0039 0434 561978 mobile. 0039 335 245656http://www.eurorotelli.com/euroom.htm
Altri articoli...
- 9° Salone d’Autunno dell’Arte Triestina: ventaglio d’artisti targati Trieste
- Il progetto “Requiem” dell’artista Mazzelli illustrato al Centro Direzionale della Banca di Credito Cooperativo a Trieste
- “FotoNotte” torna tra eros e seduzione a Trieste
- “Lontani e molto vicini”: In mostra gli angeli di Claudia Degano
- Le sculture dell’artista Lidia Boševski allo Spazio Espositivo EContemporary
- Con “Life still life” la trart torna in scena con le opere di Edward Bernstein e Franco Vecchiet
- “Velature”: personale di pittura di Roberto del Frate all’Atelier Home Gallery
- La pittura dell’inconscio di Claudia Herrath