Gli scatti fotografici di Fabio Rinaldi: ritratti esistenziali in esposizione al Museo Carà di Muggia
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Domenica, 25 Ottobre 2015 19:49
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Muggia (Ts) – All'interno dell'elegante sede del Museo d'Arte Moderna Ugo Carà, di Muggia, la giornata di venerdì 23 ottobre, ha visto alle ore 18.30, l'inaugurazione della mostra “Forty-one shades of portrait” del fotografo triestino Fabio Rinaldi, curata da Adriano Perini, uno dei fondatori del Centro per l'Archiviazione e la Divulgazione del'Immagine Fotografica, Photo Imago.
La presentazione critica della giornalista Cristina Bonadei ha accompagnato i presenti nell'esplorazione del lavoro artistico di Rinaldi. Parlare di fotografia significa parlare di poetica dello sguardo, ci dice.
La mostra si articola in un viaggio triadico, che in un certo senso inizia dove finisce.
Questa circolarità è forse una delle essenziali particolarità della fotografia, che è un'arte sempre soggettiva, ma mai personale. Io che mi guardo, cerco la verità di chi sono. E come tutte le operazioni che coinvolgono lo sguardo, quella fotografica finisce per rivelarsi porta d'accesso per l’anima.
Gli Indiani d’America, temevano la fotografia, pena la perdita dell'anima stessa. Fabio Rinaldi conosce bene, e usa quest'arte, creando una dialettica viva tra la sua soggettività di fotografo e l’oggettività di chi ritrae. Bonadei parla di carattere sovversivo dell'alterità. Sono condannato a guardarmi attraverso lo sguardo arbitrario di chi mi fotografa. Come se io non fossi io, non mi assomigliassi davvero.
“Forty-one shades of portrait” è una galleria fisiognomica che raccoglie ed espande il profondo legame tra l’immagine ed il nostro mondo interiore. La struttura della Mostra si articola in una prima parte attraversata da una serie di ritratti di persone significative nel panorama culturale del Friuli Venezia Giulia, colti quasi in una prossimità domestica, famigliare.
La seconda sezione di questo viaggio per immagini, si articola ne “L’altra faccia del vero, Sembianze, Fugit inexorabile tempus”.
Anche in questo caso la scelta espositiva appare estremamente intrigante, come a voler esibire il carattere immortale, caratteristico della fotografia, come ricorda l'autore: "Il tempo fugge e la foto dovrebbe poterlo catturare, ma così non è, poiché anche la foto invecchia e subisce il passaggio del tempo inesorabile" .
Con l'altra faccia del vero capitolo, restiamo sospesi tra visi pietrificati dall’argilla e maschere, tramite verso il tragico, ma anche con la nostra essenza di umanità. Con “Sembianze” Rinaldi entra nell’immaginario simbolico di chi ritrae, cercandone il doppio e l’archetipo. L’animale che ci si porta dentro, a sua – e spesso anche a nostra – insaputa.
Ultimo capitolo di questa esposizione è Sembianze dove Rinaldi è stato voce per le sue fotografie, accompagnando lui per primo il pubblico all'interno dell'universo poetico messo in moto dai propri scatti, conducendo i presenti tra gli scatti. La critica senza la critica ha permesso di avvicinarsi alla sottile arte di Rinaldi, perchè il riconoscimento è un'operazione esistenziale.
La mostra resterà aperta fino al 15 novembre con il seguente orario da martedì a venerdì dalle 17-19 sabato dalle 10-12 e dalle 17-19 e domenica 10-12.
Nella foto : Sebastiao Salgado