Cultura
"I partigiani di un'altra Europa" a palazzo Gopcevich fino a dicembre
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Domenica, 08 Novembre 2015 11:09
- Scritto da Sara Grubissa
Trieste – E’ stata inaugurata la mostra fotografica "I partigiani di un'altra Europa", il 25 ottobre, e si potrà visitare fino al 8 dicembre a Gopcevich a Trieste, un'occasione per conoscere da vicino storie altre della nostra Europa.
Cinquantacinque primi piani, cinquantacinque volti segnati dalle rughe, centodieci occhi pieni di storia. A settanta anni dalla liberazione dal nazifascismo, Danilo De Marco ci offre una tangibile testimonianza della storia d'Europa.
La mostra è frutto dell'immenso lavoro di De Marco, svolto in dieci anni di ricerche, incontri, scatti.
Il valore aggiunto di questo progetto è la visione europea: l'autore ci dà una visione collettiva, per una memoria collettiva della Resistenza di tutta Europa. De Marco va in Francia, in Spagna, Grecia, Repubblica Ceca, Slovenia, Germania ed Italia per incontrare i giovani europei di allora, quelli che hanno contribuito a renderci liberi.
I cinquantacinque volti selezionati sono stati stampati, per la prima, volta su carta fotografica di grandi dimensioni, regalano una forte sensazione grazie all’accuratezza della stampa.
Le inquadrature sono volutamente concentrate sul viso, sugli occhi, come nelle foto segnaletiche. Succede che guardandoli, siano gli occhi della Resistenza Europea,a prendere vita e che a guardarti siano loro.
Quei volti intensi, vissuti, segnati da profonde rughe, la forza di quegli sguardi, in cui è ancora evidente l'intensità della lotta giovanile, l'intensità degli ideali che li hanno guidati, mettono il pubblico di fronte un'ineluttabile domanda: siamo stati in grado di raccogliere pienamente la loro eredità?
L' esposizione è sostenuta dalla Regione Fvg e realizzata dall’Anpi regionale Fvg in co-organizzazione con il Comune di Trieste.
Per ulteriori informazioni: http://www.partigianidiunaltraeuropa.it
Alla ri-scoperta di Giacomo Balla: ai Musei Provinciali di Gorizia tre punti di vista
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Lunedì, 02 Novembre 2015 10:06
- Scritto da Timothy Dissegna
Gorizia – L'Italia ha prodotto, nel corso dei secoli, una quantità smisurata di arte. Lo ha fatto anche in periodi turbolenti, animati da lotte e guerre, diventandone a volte voce o semplicemente descrizione: basti pensare al Risorgimento con Haynez o alle opere di Leonardo come “La battaglia di Anghiari”.
Alla seconda “fazione”, ossia chi vide l'arte come strumento politico attivo, apparteneva Giacomo Balla, che da febbraio 2015 a gennaio 2016 i Musei Provinciali di Gorizia ricordano con una mostra dedicatagli: “Balla3”, allestita all'interno del percorso “Interventismo 1915-2015” che raggruppa anche numerose cartoline di propaganda dell'epoca di proprietà degli stessi Musei.
Ospitato nella Sala Diaz, ultima tappa del percorso del Museo della Grande Guerra, questo ricordo postumo del pittore futurista si basa su tre punti di vista, tutti concentrati sullo stesso dipinto: partendo, infatti, dal suo quadro “Verginità” del 1925, si è scoperto che sotto di esso c'era uno più vecchio di 10 anni, “Dimostrazione interventista” (nella foto), facente parte di una serie di pitture legate alla volontà di entrare nella Prima guerra mondiale.
Ma la cosa più incredibile è che entrambe le opere appoggino su un dipinto ancora più datato, sempre di Balla, realizzato a inizio Novecento, in stile divisionista, e oggi non più recuperabile (ciò spiega l'elevazione al cubo del titolo).
Comunque sia, già la scoperta di una seconda opera ad olio è unica: esposto per la prima volta proprio per l'occasione a Gorizia, teatro di sanguinose battaglie durante quel primo conflitto mondiale voluto anche dal protagonista della mostra, è stato recuperato dopo una scansione che ha rivelato qualcosa sotto la superficie nera della “Verginità”. Ridando così alla luce un'opera di forte impatto politico, nascosta per quasi un secolo e che segue le linee guida futuriste.
Entrambe le opere ammirabili sono esposte come copie in Borgo Castello (gli originali erano esposti fino al 22 marzo scorso, ora a Milano), insieme ad altri due oli originali dell'artista torinese, “Bandiere in movimento” e “Dimostrazione XX settembre”, dell'epoca interventista. E, come “cornice” del tutto, questi sono circondati da cinque bacheche ricche di cartoline di propaganda italiana sia neutralista che interventista.
Per lungo tempo passato in secondo piano dopo la Seconda guerra mondiale per i suoi legami con l'interventismo durante la Prima e il fascismo in seguito, il Futurismo e i suoi esponenti non hanno così sempre avuto il giusto riconoscimento che gli si deve. E non c'è posto migliore di Gorizia, che provò sulla propria pelle entrambi i conflitti, per far ciò con uno dei nomi più importanti di questo movimento culturale nostrano.
La mostra “Balla³: un Giacomo Balla riscoperto nella propaganda interventista italiana” sarà aperta al pubblico fino al 6 gennaio 2016, dopo essere stata inaugurata il 13 febbraio scorso. Gli orari sono gli stessi del Museo della Grande Guerra (dal martedì alla domenica: 9.00-19.00) e la prima domenica di ogni mese, seguendo l'iniziativa ministeriale “Domenica al museo”, l'ingresso è gratuito.
Visita guidata dall’autore Fabio Rinaldi alla sua personale al Museo Carà di Muggia
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Venerdì, 30 Ottobre 2015 10:48
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
Muggia (Ts) – Domani sabato 31 ottobre, alle ore 10 avrà luogo una visita guidata da parte dell’Autore Fabio Rinaldi della sua mostra fotografica intitolata “Forty-One Shades of Portrait”, presso gli spazi espositivi del Museo d’Arte Moderna di Muggia Ugo Carà, sito in via Roma n.9.
PHOTO-IMAGO è particolarmente orgogliosa di presentare a Muggia i lavori fotografici di questo autore che dà il meglio di sé nel ritratto. Di lui abbiamo già avuto modo di apprezzare i lavori sui vignaioli del Carso e del Collio, immagini colte nell’ambiente di lavoro di questi personaggi.
La mostraForty-one shades of portrait, ovvero quarantun sfumature di ritratto, che sottolinea le sottili differenze, anche psicologiche, esistenti tra i personaggi raffigurati, è curata da Adriano Perini ed è accompagnata dalle note critiche di Cristina Bonadei; tra gli scatti presentati si evidenzia una sezione costituita da tre gruppi di immagini: il primo denominato L’altra faccia del vero nel quale l’Autoreritrae visi modellati nella creta e maschere etniche, il secondo Fugit inexorabile tempus vede il divenire dell’Autore attraverso il tempo in un autoritratto-trittico ed infine il terzo, Sembianze, ove Fabio RINALDI interpreta le somiglianze ed affinità dei soggetti con esemplari del mondo animale.
Estremamente intrigante ed originale l’esperimento di individuare nell’aspetto fisico, ma forse anche psicologico di taluni, delle assonanze fisiognomiche con altri esseri, operazione molto impegnativa e delicata sia sul piano del riconoscimento delle affinità che su quello tecnico. L’accostamento nel montaggio risulta quasi impercettibile, al punto che la fusione tra le due immagini, la persona e l’animale, appare quasi naturale.
Fabio RINALDIsi rivela con questa mostra un grande ritrattista e le sue immagini di Magris, Massini, Rumiz ed altri meno noti, si fisseranno nella nostra memoria come delle vere e proprie icone.
In questa rassegna muggesana l’autore penetra maggiormente nella psicologia dei suoi personaggi accorciando la distanza che lo separa dallo sguardo di coloro che si aprono al suo obbiettivo.
La mostra è organizzata da PHOTO-IMAGO, Centro per l’Archiviazione e la Divulgazione dell’Immagine Fotografica, e si inserisce nel programma PRACC (Progetto Arte Contemporanea Museo Carà) che l’Assessorato alla Cultura del Comune di Muggia ha varato già nel 2007 assieme alle associazioni culturali PHOTO-IMAGO, Gruppo 78 e Juliet.
La mostra, che si avvale dell’adesione della Casa dell’Arte di Trieste, sarà visitabile sino al 15 novembre con il seguente orario: da martedì a venerdì dalle 17 alle 19, sabato dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, domenica e festivi dalle 10 alle 12.
Ingresso libero.
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