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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

“Lontani e molto vicini”: In mostra gli angeli di Claudia Degano

“Lontani e molto vicini”: In mostra gli angeli di Claudia Degano

“Lontani e molto vicini” la mostra di angeli di Claudia Degano, inaugura il 23 novembre allo spazio Interazioni di Udine.

Sono angeli terreni, angeli dei giorni nostri: giovani o anziani, punk, caduti o perduti. Sono messaggeri, sospesi tra cielo e terra, tra reale e spirituale. Claudia Degano, fotografa nata a Buenos Aires e poi trasferitasi in Italia (si è diplomata all’Istituto d’arte di Udine), se n’è interessata fin da giovane e il frutto del suo percorso di ricerca (anche spirituale) si potrà ora vedere nella mostra “Lontani e molto vicini”, che inaugura venerdì 23 ottobre alle ore 18, nello Spazio Interazioni di Udine (in via della Rosta 46) e sarà visitabile fino al 16 novembre.

Sono una decina le fotografie a colori in esposizione: ritraggono angeli moderni in pose antiche e sono state trattate con filtri particolari che regalano all’immagine quell’atmosfera evanescente che richiama il concetto spirituale da sempre legato all’angelo, figura che scappa dalla nitidezza del reale.

Le foto più grandi saranno “sospese” mentre i visitatori si potranno guardare in alcuni specchi appesi alle pareti, espediente per trasmettere una delle profonde convinzioni dell’autrice, ossia che ognuno di noi può essere l’angelo di qualcun altro. “Quante volte – spiega Claudia Degano -, nei momenti difficili è capitato che una persona, improvvisamente, con una frase, ci mostrasse il percorso, o almeno l’inizio del percorso.

Chiunque può essere l’angelo di un altro. Quelli ritratti nelle mie foto sono angeli terreni, angeli di questi giorni: a volte cadono, si incarnano, si perdono; sono figure che soffrono, confuse come noi, problematiche. Non appartengono pienamente né al cielo né alla terra: sono presenti ovunque, anche se alle volte non li riconosciamo, e il loro compito è bisbigliarci un messaggio”. All’inaugurazione della mostra, Degano presenterà ai visitatori il suo lavoro. L’esposizione si potrà poi visitare gratuitamente dal lunedì al venerdì (dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 19) mentre sabato e domenica solo su appuntamento.

Le sculture dell’artista Lidia Boševski allo Spazio Espositivo EContemporary

Le sculture dell’artista  Lidia Boševski allo Spazio Espositivo EContemporary

Trieste – Sarà inaugurata, sabato 17 ottobre alle ore 19, la mostra dell’artista Lidia Boševski,  allo Spazio Espositivo EContemporary di Trieste le creazioni della designer ed artista croata Lidia Boševski resteranno visibili fino al 19 dicembre.

 “Attraverso le mani e l’argilla, si materializza la mia esperienza nel naturale, si tratta di gigabyte di memoria. Amo osservare come la natura crea attraverso me…” così ci accolgono le opere  dell’artista  Lidia Boševski, con questo suo pensiero, manifesto del suo sentire artistico.

Lidia Boševski è una ceramista di fama internazionale che da sempre ama osservare e vivere con la natura, fotografare i dettagli delle texture, delle strutture, del movimento che essa ci dona e da cui prende personale ispirazione per tradurre il tutto in materia.

I suoi oggetti di design (vasi, lampade e complementi d'arredo) hanno le trame, le strutture e i colori degli elementi naturali che ci circondano. L'artista plasma l'argilla con la consapevolezza che si tratta di un materiale ricco e mutevole, capace di accogliere tanti altri materiali, come legno, fogliame, corteccia, rami, minerali ed elementi metallici, che sapientemente calibra per creare le sue originalissime creazioni. Il rapporto nato tra l'artista, l’argilla e la natura è un’enorme quantità di energia materiale assorbita in modo consapevole ed intuitivo e quindi elaborata attraverso il sentimento che sapientemente si riflette attraverso i suoi lavori.

L’argilla è: una materia viva e flessibile, interessata da un costante processo creativo.

La mostra sarà visitabile sino a sabato 19 dicembre 2015.

Spazio Espositivo EContemporary(Elena Cantori Contemporary)
Via Crispi, 28 – TriesteQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.tel.+39-3287349711 www.elenacantori.com
Orario: dal giovedì al sabato dalle 17 alle 20 gli altri giorni su appuntamento

Con “Life still life” la trart torna in scena con le opere di Edward Bernstein e Franco Vecchiet

Con “Life still life” la trart torna in scena con le opere di Edward Bernstein e Franco Vecchiet

Trieste – S’inaugura, “Life still life”, domani sabato 10 ottobre a partire dalle ore 18.30 nello spazio espositivo trart, con le opere di Edward Bernstein e Franco Vecchiet.

<<Due veri maestri incisori – ci spiega Luser gallerista di trart –  mi piaceva mettere a confronto due mondi. Quello rigoroso di Vecchiet, che con pochi segni ti apre mondi immaginari e la ricerca della bellezza, anche effimera di Bernstein, restano pur sempre due maestri e questo non lo possiamo dimenticare>>

Amici, sperimentatori entrambe, ma diametralmente opposti, sono maestri della tecnica incisoria che, lungi dall’essere mera pratica del segno, utilizzano, giocando con essa per creare quei mondi immaginari legati alla loro ricerca. Ricerca legata agli oggetti reali ammantati di simbolismo e al mito, soprattutto nel ciclo di Icaro, per Bernstein e a una sintesi e trasformazione di ciò che è visibile per Vecchiet.

Bernstein propone la serie di meravigliosi lampadari, ispirati a quelli ammirati negli antichi palazzi veneziani e rielaborati attraverso la manipolazione digitale e la sapienza del tratto inciso, trasfigurandoli in una sorta di rito simbolico tra luce e ombra e vita e morte.

Noi vediamo i lampadari con prospettive diverse: li vediamo dall’alto verso il basso e viceversa, di scorcio, ingigantiti in primi piani azzardati e trasformati dal baluginio delle luci che li avvolgono, come se la materia di cui sono fatti dovesse esplodere e sparire nello spazio. Fantasmi di un tempo che fu, prigionieri della loro bellezza, di quella vanitas che fugge sgretolandosi nello spazio e nel tempo: still life, appunto, momenti fissati da un’immagine ma destinati ad avere una loro fine. Splendidi oggetti presenti nella nostra vita, ma anche simboli di quella luce che illumina la nostra esistenza e che poi deflagra per ritornare all’ombra e al buio.

Se l’immaginario creativo di Bernstein ricerca il binomio simbolico di vita e morte, Franco Vecchiet supera il dato reale ricercando nel segno puro un’espressione esistenziale che lo spinge a cogliere il divenire e la metamorfosi di quel dato nel tempo e nello spazio.

Vecchiet osserva il mondo che lo circonda, la natura e il paesaggio in cui è l’opera dell’uomo a essere protagonista e lo sintetizza con segni gestuali che gli permettono di riprodurre la propria percezione della realtà. In ogni singola opera c’è studio, osservazione e sperimentazione: traccia sulla matrice i segni lasciati dalla natura e dall’attività umana, li rielabora creando altri paesaggi e altri mondi che inevitabilmente richiamano il nostro ma, allo stesso tempo, ci conducono per mano verso una visione altra. Più che memorie di segni lasciati dal tempo sono visioni e tracce di come potrebbe essere un mondo in cui linea e materia si intrecciano per creare altre vite, altri movimenti, altri significati, dove anche l’invisibile diventa visibile. Le opere di Vecchiet per lo più non hanno titolo, ma sono fili che legano il suo pensiero alle sue sensazioni e essi alle nostre emozioni più profonde. Sono pensieri che aprono a nuovi pensieri, indicano una strada, e poi un’altra ancora, ci mettono in cammino su una via, che passo dopo passo, incrocio, dopo incrocio, incontro dopo incontro ci svela un’incredibile varietà di mondi senza dirci se, quando e dove potremmo fermarci.

La mostra resta visitabile fino al 28 novembre con i seguenti orari: dal martedì al sabato dalle ore 17.30 alle ore 19.30.

spaziotrart viale XX Settembre, 33  34126 Trieste - Italy t/f: +39 040 775 285 www.trart.itQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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