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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

“L’insostenibile leggerezza di un pensiero” con le opere di Francesco Demundo

“L’insostenibile leggerezza di un pensiero” con le opere di Francesco Demundo

Trieste - Giovedì 24 settembre, a partire dalle ore 19, presso l’affascinante sede dell’Impresa Sociale AD FORMANDUM, in via Ginnastica 72, si inaugura la mostra “L’insostenibile leggerezza di un pensiero” di Francesco Demundo, presentata da Enzo Santese.  In sottofondo il supporto del video “Fermo l’immagine”.

Come scrive Enzo Santese, l’autore “interpreta la ricerca come una continua ricognizione nel passato dove preleva argomenti e motivi per l’innesco di una riflessione critica sulla contemporaneità”. Queste poche parole segnano tutto il percorso di Francesco Demundo: l’attenzione per la storia, la citazione “rettificata”, l’amore per l’oggetto, il motto di spirito, la battuta che si contrappone all’immagine. L’assunto è facile e il riferimento più immediato è con il più grande inciampo della storia dell’arte del Novecento corrisponde all’avventura Dada: in primis le regole del caos e del gioco che hanno fermato ogni perplessità, ogni dubbio, ogni interrogazione. In questo modo, la testimonianza di Marcel Duchamp che ha saputo spostare l’ago della bilancia dal fare al pensare, ha lasciato tracce profonde che hanno poi sfiorato anche le sponde della pop art (pensiamo agli assemblaggi e ai combine-paintings di Rauschenberg e Johns), mentre oggi, toccano i fantasmagorici teatri della realtà di Demundo. Infatti, è nella tecnica del collage e del ready-made “rettificato” che hanno trovato humus fertile le radici della sua opera, ovvero in quel fondamento della coscienza in cui la storia diviene soltanto ineluttabile presenza dell’essere, dell’essere qui e ora, senza possibilità di vero giudizio.

D’altra parte, la tecnica del collage, iniziata già in ambito cubista, con bene altre motivazioni, fin dal suo apparire si è configurata come la tecnica più radicale dell’inizio del Novecento, pari come portata all’uso della fotocopiatrice nell’ambito della progettazione grafica prima dell’avvento del computer.

È nella tattilità dei materiali impiegati che si constata come in tempi di devastazione delle speranze, di annunci apocalittici e di cronache d’incombente catastrofe, la sua opera rimanga testimonianza e argine della storia. Nel recupero del relitto, dello scarto, e nella casualità di questi incontri, non c’è un vero godimento estetico, ma un muro e un limite da intendere come coscienza divorante di abisso e precipizio. Il messaggio dell’autore non è dentro le cose, è nelle cose, e ambiguamente le occupa e le respinge.

La serata, organizzata con il concorso dell’Associazione Juliet, proseguirà fino al 30 dicembre e sarà visitabile da lunedì a giovedì, dalle ore 17.00 alle 20.00. 

Creazioni culinarie degli allievi Cuochi e Camerieri e degustazionevini Azienda Agricola Zerial

Per ulteriori info:  335 264611 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

AD FORMANDUM  Impresa Sociale / Socialno Podjetje via / ul. Ginnastica 72 – Trieste

 

La personale di Vidoni arriva anche a Udine: "Tracce di resistenza" a Casa Cavazzini

La personale di Vidoni arriva anche a Udine:

Udine – Un progetto che stende i suoi “rami” in tre province, in altrettanti musei, e che delinea i tratti di un'arte che mette in moto i meccanismi del pensiero: dopo l'inaugurazione a Pordenone l'11 settembre, arriverà anche a Udine e Gradisca d'Isonzo la mostra “Vidoni. Tracce di esistenza” dell'artista tarcentino Carlo Vidoni.

Partita dalla Fondazione Ado Furlan, dove sarà visitabile fino al 3 ottobre, la personale arriverà quindi a Casa Cavazzini, nella città natale dell'artista, il 25 settembre e vi rimarrà per un mese. Nel frattempo, dal 9 ottobre, alla Galleria Spazzapan di Gradisca sarà inaugurata la terza “tappa” del progetto, che sarà visitabile fino all'8 novembre.

Realizzata in collaborazione tra l'Associazione Culturale “Venti d'arte”, il Comune di Udine e i luoghi in cui verrà esposta, la mostra “si lega alla poetica della condizione esistenziale dell'uomo contemporaneo e alla complessità del rapporto tra natura e azione umana”, scriveva Margherita Reguitti della Biblioteca statale isontina, sul sito del MiBAC per presentarla nella sua prima esperienza a Gradisca, nel giugno di quest'anno.

La mostra – continua la Reguitti - è parte di un percorso di respiro regionale che ha come filo conduttore la ricerca di un rapporto tra i segni lasciati dal contesto antropologico e quelli ritrovati dall'artista nell'ambito naturale”.

Per far questo, Vidoni spazia dalla sperimentazione scultorea, alla fotografia e disegno, puntando sull'innovazione come testimoniano “delle piccole opere a forma di volumi, appese alla volta della galleria, da cui scendono delle radici. Lavori che per l'autore significano il rapporto tra la cultura e le sue componenti antropologiche originarie”.

All'inaugurazione udinese alle ore 18 sarà presente il Sindaco, Furio Honsell, e il Presidente dell'Associazione Culturale “Venti d'arte”, Stefano Chiarandini. Le opere saranno visitabili da martedì a domenica con orario continuato, per ulteriori informazioni contattare Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o il 0432 1273772.

Due artiste triestine alla notte dei ricercatori romana con “L'Orizzonte degli eventi”

Due artiste triestine alla notte dei ricercatori romana con “L'Orizzonte degli eventi”

Roma - Si sa, Trieste è "la città della scienza", ha il più alto rapporto tra ricercatori e residenti in Italia e "La Notte dei Ricercatori" si avvicina..... ma quest'anno, un'inedita unione tra scienza ed arte, porterà a Roma non due ricercatrici ma due artiste triestine, Tullia Cubani ed Alessandra Amstici.

Con il gruppo "Eclettici" esporranno le loro opere all'Osservatorio Astronomico Romano, all'interno della settimana europea dei ricercatori.

Il 22 settembre alle 20.30 una conferenza di Roberto Spagnuolo "Le due culture", aprirà la mostra "L'orizzonte degli eventi", dove per orizzonte degli eventi, in astrofisica, s’intende "il limite oltre il quale nessun evento può raggiungere un osservatore esterno”.

Questo concetto, ha stimolato i quattro artisti ad esplorare il conosciuto fin lì dove è possibile, fino alla terra proibita, trovando in questo percorso il punto di incontro tra scienza e dell'arte, la favola, leitmotiv di ogni racconto umano, sia esso scaturito dalla parte razionale della mente (scienza) o da quella intuitiva (arte).

Le tele di Cubani, pannelli verticali (il più lungo 18m), sono favole inconsuete, raccontano per immagini alcuni principi scientifici ed episodi della vita di scienziati. Notevoli sia il pannello dedicato a Margherita Hack che quello dedicato ad Einstein. Questi fanno parte del filone "Scienziati" creati a quattro mani con Spagnuolo.

Cubani presenta, anche, due suoi pannelli orizzontali: "Verigola" dove nostrani ingranaggi sapientemente assemblati ripropongono al pubblico personaggi e figure e "La favola del tempo”.

Alessandra Amstici propone invece, una scultura.
L'artista triestina che ultimerà l'allestimento sul luogo, ci ha lasciato sbirciare nel suo laboratorio mentre la scultura prendeva forma, possiamo dirvi in anteprima, che c'è tanto di Trieste in quest'opera, che richiama alla mente un avveniristico ricettore di segnali provenienti dallo spazio, forse c'è la Bora, forse le vele delle navi della Barcolana, forse le onde del mare.... lo scopriremo solo martedì 22 all'inaugurazione della mostra.

Oltre a Cubani, Amstici e Spagnuolo, a far parte del gruppo "EcletticI" ci sono anche Donatella Giovannangeli, per maggiori informazioni sul gruppo: www.eclettici.org

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