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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cibo: Sapere/ Sapore una collettiva di Liberarti per sperimentare nuove riflessioni

Cibo: Sapere/ Sapore una collettiva di Liberarti per sperimentare nuove riflessioni

Trieste – Sabato 19 settembre alle ore 19 si inaugura la mostra “Cibo: Sapere/ Sapore” - L’immaginazione ci può salvare, collettiva degli artisti: Barbara Stefani, Giulio Rigoni, Marco Bevilacqua, Tiziano Neppi, María Sánchez Puyade,  presso lo spazio espositivo Liberarti in piazza barbacan a Trieste.

Conoscere vuol dire assaggiare, prendere la mela dall’albero della conoscenza e morsicarla. Da quel curioso gesto di Eva nasce, secondo la tradizione giudeo cristiana, la nostra cultura. Sapere e sapore due parole con la stessa radice.

Il sapore ha che fare con il sapere. Ha cosa sa una mela comprata nel discount e ha cosa invece quella strappata dall’albero del pollaio a lungo abbandonato? Rispondere vuol dire cercar di capire ciò che sta alla radice di quello che incorporiamo, e quindi, cosa diventiamo dopo averlo incorporato.Oggi il rapporto tra l’uomo e la natura è a rischio.

La nostra epoca è testimone di due fallimenti: quello del progresso infinito, e quindi della tecnologia come fonte di liberazione, e quello del mondo contadino, che a sua volta si era affidato a quel modello e che oggi appare sovrastato da esso.

Quella che in apparenza è la più banale delle domande risulta essere semplicemente vitale: “Cosa c’è da mangiare?”. La domanda è inquietante perché ci riporta alla natura materiale e transitoria dell’uomo: alle nostre necessità. Non a caso, il mangiare è materia etico-religiosa, da disciplinare in modo tale che lo spirito domini il corpo. Il modello di vita dei monaci torna alla ribalta: mangiare vuol dire incorporare cibo per il corpo ma anche per lo spirito. Possiamo “mangiare” un libro, un film, ore davanti al computer, al tablet, al cellulare.

Sottrarci al modello del consumo veloce e cercare di rallentare e apprezzare il valore di ogni singola cosa, dietro la quale si nasconde il lavoro e la vita delle persone, è oggi eticamente auspicabile.  Possiamo vivere nella natura come in un locus amoenus, o come in una giungla dalla quale sottrarsi, possiamo rispettarla, come invitano a fare le religioni, o devastarla, come lo fa il capitalismo atrocemente cieco.

Qualunque sia la scelta avremo sempre bisogno di acqua, di cibo e di un rifugio per sognare e immaginare un altro futuro, perché l’immaginazione è quella che ci può tirar fuori da questa congiuntura.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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