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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

Raffaella Cargnelutti racconterà alla Friuli la storia del padre deportato a Buchenwald

Raffaella Cargnelutti racconterà alla Friuli la storia del padre deportato a Buchenwald

Udine – Gli spettri della Seconda Guerra Mondiale sono ancora vivi, anche se nascosti spesso tra le piaghe del tempo. Ma se un uomo non perde educazione e speranza nemmeno nel momento della disperazione significa che il suo animo è davvero grande. Lo era Giulio Cargnelutti, che il 20 luglio 1944 fu catturato dalle SS a Tolmezzo e sbattuto su un vagone diretto in Germania, a Buchenwald.

“Alla gentilezza di chi la raccoglie” è il volume che Raffaella Cargnelutti ha scritto descrivendo la storia di suo padre Giulio e sabato 16 gennaio, alle ore 11 presso la Libreria Friuli, l'autrice lo racconterà al pubblico. A presentare questa storia del secolo scorso il Presidente della sezione udinese dell'ANED (Associazione Nazionale Esuli e Deportati).

Tenente dell’esercito italiano, come tanti altri soldati a casa lo aspettava una giovane moglie con una bimba piccola da accudire e il suo unico pensiero correva a loro. Da quel vagone che stava per partire senza dargli né la certezza di una destinazione né di un ritorno, Cargnelutti lanciò una lettera sul binario, nella speranza che qualcuno la raccogliesse.

L'intestazione di quella busta carica di amore, scritta di fretta per far sapere ai suoi cari quel che stava succedendo, recitava cosí: “Alla gentilezza di chi la raccoglie”. Cargnelutti non aveva tempo, era disperato ma non perse l’educazione nello scrivere quelle sei delicatissime parole. E la sorte lo premiò, facendo arrivare a destinazione quella busta, ora diventata il cuore del libro che porta lo stesso titolo. Da quelle parole oggi è nato un libro che lascerà una traccia nel cuore di chi lo leggerà.

Ingresso libero.

Giulio Serra: "La mafia punta ai piccoli comuni del Nordest"

Giulio Serra:

Fogliano Redipuglia (Go) – Gente onesta e grandi lavoratori: l'identikit tipico di chi vive nel Nordest è spesso questo, da decenni. C'è però un altra faccia della medaglia che si tende a ignorare, e a farlo sono in primis i veneti e friulani stessi: la presenza mafiosa in questo lembro estremo d'Italia.

Proprio questo scottante tema è al centro del libro del giornalista veneto Giulio Serra, “Nel Nordest la mafia non esiste” (ed. Alba), uscito già da un anno e vincitore del Premio nazionale Microeditoria 2015. Per presentarlo, l'autore è stato quindi ospite ieri sera della Biblioteca comunale, come secondo appuntamento del ciclo d'incontri “Libro del Lunedì”.

Intervistato dal politologo Ivan Buttignon, Serra ha quindi ha iniziato a raccontare che tipo di criminalità organizzata esiste in queste terre: “Non esiste nel Nordest quella mafia che abbiamo in testa” ha detto l'autore, discostando l'idea che si può avere osservando il panorama delle crime-fiction. E già individuarla è difficile, poiché difficilmente i giornali locali riservano più di un trafiletto a notizie del genere, in modo opposto alle testate del Sud.

Con pazienza, quindi, il giornalista si è creato un proprio archivio con i pochi articoli trovati e collezionati nel tempo. Ma non ha deciso di scrivere un saggio alla fine, bensì un romanzo raccontato in prima persona da uno dei protagonisti: un modo, ha spiegato, per coinvolgere un pubblico più ampio.  E nelle sue pagine ha inserito il panorama triveneto odierno, riassunto in Pordenone, dov'è ambientato il libro: una città che prima della crisi correva a 200 km all'ora e poi si è schiatata di colpo con la crisi. Come il resto della zona.

Di tutta quella velocità, però, c'era già una fetta legata ai clan criminali: “150 ce ne mettevamo noi, 50 la mafia” ha specificato Serra. E gli stessi personaggi principali del romanzo, due politici dei giorni nostri provenienti dall'ex PCI, sono le due facce della stessa medaglia: il più giovane contrario a prescindere ad avvicinarsi alla “zona grigia”, il più anziano e abituato a vecchi meccanismi politici che cerca una via “facile” per sanare i buchi di bilancio. Affidandosi a criminali.

La mappa che il giornalista traccia del Friuli Venezia Giulia è agghiacciante: spartita con il coltello dalle varie mafie, con i porti di Trieste e Monfalcone punti strategici per la 'Ndrangheta verso l'Est; Udine che vede la presenza fissa di Cosa Nostra e nel Pordenonese con la Camorra. È una guerra che si  gioca soprattutto nei piccoli comuni, dove i clan vogliono collocare la propria “bandierina” anche se i profitti collegati sono insignificati.

L'acceso dibattito in sala ha coinvolto tutto il pubblico, che non è rimasto indifferente a un tema così attuale ma comunque poco trattato. Anche perché le radici sono ben lontane nel tempo, con l'arrivo di mafiosi in Friuli e Veneto già dagli anni '60, per non parlare di quelli autoctoni come Felice Maniero: solo che nel Nordest vivono ancora più nell'ombra rispetto alle grandi città, alimentandosi alle spalle dei cittadini. A volte paradossalmente con la loro stessa complicità.

(Foto di Ivan Bianchi)

Il 12 dicembre la prima presentazione di "The Magic Cat" di Marceline

Il 12 dicembre la prima presentazione di

A sei anni dalla scomparsa dell’artista pordenonese Marceline (Marcella Manicardi) la casa editrice di Pordenone Safarà Editore, con marchio Universalia, pubblica l’opera completa inedita "The Magic Cat" (rivisitazione romanzata de "Il Gatto con gli stivali") scritta e illustrata da Marceline nel 1985.
Il libro verrà presentato il 12 dicembre alle ore 17.30 presso la sala incontri del Convento di S. Francesco a Pordenone, con il patrocinio del Comune di Pordenone e dell’Associazione Sol Omnibus Lucet di Padola (BL).

Queste illustrazioni vennero realizzate su commissione della Mondadori, ma rimasero non pubblicate per scelte di catalogo.
Dopo la mostra “Marceline", tenutasi ad aprile di quest’anno presso il Museo Civico d’arte di Pordenone, che ha riscosso tanto successo in un pubblico di più di 1500 persone, i familiari dell’artista hanno accolto le numerose richieste di molti visitatori di poter avere un libro dell’artista.
Un prodotto tutto pordenonese quindi, dai testi, alle illustrazioni, alla case editrice, persino i volti dei personaggi sono quelli dei parenti dell’artista, cui si ispirava.
Il libro è stato curato dallo studio pordenonese Main - Comunicazione Manicardi e Cecchin.

La casa editrice ha creduto fortemente in questa pubblicazione, così importante per Pordenone, e la Banca Friuladria ne ha ordinato subito un cospicuo numero di copie, da regalare ai suoi soci.

"The Magic Cat" è un libro elegante, da collezione, per adulti che per piccini, ricco di colori e di disegni che nella moderna editoria per l’infanzia sono introvabili.


Marcella Manicardi (1960 -2009) - dal 1986 per più di vent’anni è stata stimata professoressa di disegno e illustrazione nei licei della Provincia di Pordenone.
Ha lavorato anche in ambito privato. Nel 1989 è assistente dello scultore Zadok Ben David a Londra. Nel 1992 è grafica pubblicitaria per lo studio Verduco Art Group. Dal 1995 al 1996 è coadiutrice grafica del museo d’Arte di Pordenone.  Espone in mostre personali e collettive a Bari e Pordenone. Il suo stile tecnicamente preciso, definito come una miniatura nel figurativo/illustrativo con pastelli ed acquerelli, si presta invece ad innovative sperimentazioni nell’astratto e nel sacro minimale, con l'uso di colori polimaterici, cenere, polvere d'oro, tecniche miste.
Raffinata scultrice di volti di santi e maschere in cartapesta, scrive anche numerosi romanzi in italiano e inglese.
Illustra egregiamente le 6 Fiabe di O. Wilde ed. AMZ Milano (Mondadori), copie del libro sono conservate anche nella Biblioteca di Stoccolma.
Marceline ha vissuto con profonda fede tutta la sua vita.


 

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