Fede ed etica nel nuovo libro di Vito Mancuso presentato a Cormònslibri
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Mercoledì, 09 Dicembre 2015 00:30
- Scritto da Timothy Dissegna
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Cormòns (Go) – Il curriculum di Vito Mancuso (foto Vanity Fair) parla da sé: libri, conferenze, docente universitario e un seguito che possono vantare ben pochi altri teologi contemporanei. Anche perché la religione, attualmente, non è tra gli argomenti più facili da trattare ma persone come lui riescono a ottenere un grande successo in ogni dove.
Ieri sera egli è stato infatti ospite dell'ultima giornata di Cormònslibri, intervistato dal giornalista del Piccolo Roberto Covaz, davanti a una Sala Italia gremita e attenta alle parole di questo teologo controcorrente rispetto al Vaticano. Era lì per presentare il suo ultimo saggio, “Questa vita” edito da Garzanti, nell'incontro dal titolo “Aprirsi all'altro, all'etica, al bene”.
Dalle grandi questioni che riguardano l'uomo e Dio ai fatti più recenti, tra tutti l'inizio del Giubileo proprio quel giorno: i temi da trattare erano tantissimi e Mancuso, quasi come un maestro di linguistica, è andato fin da subito a ricercare l'origine etimologica di parole importantissime come impressione, espressione, logos. Perché, se in fondo il Signore è verbo, tutto inizia proprio da ciò che diciamo.
Addentrarsi nelle grandi questioni confessionali è un qualcosa che i grandi pensatori dei secoli scorsi hanno fatto con grande impegno, mentre oggi l'idea comune si arresta a una lettura molto più superficiale delle cose. Spesso basandosi anche su traduzioni errate, tanto da tramandare a noi parole chiave che suonano in un modo ma che, nella loro versione originale, assumono una connotazione totalmente diversa.
I riferimenti di Mancuso sono i grandi pensatori illuministi, ma anche personalità più recenti che hanno lasciato il segno: come don Gallo, il prete di strada genovese che si batteva in prima linea per gli ultimi, e il cardinale Carlo Maria Martini, da cui imparò moltissimo e che diverse volte ha ricordato con affetto durante la serata. Soprattutto quando ha citato il periodo in cui lui stesso stava per diventare sacerdote: un passo che avrebbe anche compiuto prima dell'età prevista, ma a cui alla fine ha rinunciato perché indisposto ad accettare il celibato.
Le posizioni in aperto contrasto con il Vaticano si notano quando il teologo ha detto che l'ora di Religione a scuola, per com'è fatta oggi, è inutile: dovrebbe essere tolta alla Chiesa e resa obbligatoria, perché anche altre materie potrebbero non interessare ad un alunno ma restano comunque essenziali nella sua formazione. E conoscere l'altro, anche in termini confessionali, aiuterebbe senz'altro nel combattere la paura che oggigiorno ci circonda.
Tra gli innumerevoli spunti di riflessione che l'ospite ha donato al pubblico presente, degno di nota è stato il suo discorso sulla violenza nei testi sacri: scene simili ce ne sono nel Corano, ha spiegato, ma sono presenti anche nel Vecchio e Nuovo Testamento. Soprattutto contro bambini ed innocenti: ciò si spiega con il fatto che la Bibbia non è la voce di Dio, ma la contiene. Una differenza per nulla sottile.
Con grande conoscenza della filosofia, dei testi sacri e una buona dose di ironia, Mancuso ha oliato i cardini sempre più arruginiti della porta che ognuno di noi tiene dentro di sé, rivolta verso il mondo esterno. Non basterà invocare il Giubileo per cambiare il (nostro) mondo, ma il primo passo si fa con la cultura: che ci rende liberi, proprio come il Signore,o chi per lui, ci ha creati.