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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Trieste Next, tre giorni con la scienza. Al teatro lirico Verdi l'evento inaugurale

La presidente del Consiglio europeo della ricerca all'inaugurazione di Trieste Next

Trieste - L’evento inaugurale di Trieste Next - che propone 150 appuntamenti sul tema dell'alimentazione in 28 diversi luoghi di Trieste, con più di 200 relatori - si è svolto presso il teatro Verdi nel primo pomeriggio di venerdì 28 settembre. Piena la platea ed i primi ordini di palchi.

Molti gli studenti tra il pubblico e soprattutto tra i volontari, che hanno reso possibile organizzare l'evento e che ne garantiscono lo svolgimento. A loro sono andate le prime parole di ringraziamento del direttore di Trieste Next Filiberto Zovico.

"In Italia avete ottimi ricercatori che stanno raggiungendo livelli superiori alle medie europee, ma servirebbero maggiore apertura delle istituzioni, innovazione ecologica, sistemi di ricerca" ha affermato Helga Nowotny, presidente del Consiglio Europeo della Ricerca (CER), che ha aperto la prima edizione di Trieste Next, Salone Europeo dell’Innovazione e della Ricerca Scientifica, in programma fino a domenica 30 settembre nel capoluogo.

Helga Nowotny ha tracciato il quadro della ricerca a livello europeo. "Il CER ha finanziato 3102 progetti fino al 2012, con un tasso di successo medio del 12%. Un quinto dei ricercatori finanziati è donna. Dal 2007 l’Italia ha presentato 4512 progetti, di cui 189 finanziati, soprattutto starters (il 38% di donne), ma anche progetti di ricerca avanzata (19%). Il soggetto che ne ha proposti di più è il Cnr, seguito dall’Università La Sapienza di Roma. Nel futuro del CER c’è una proposta di bilancio di 15 miliardi di euro per i prossimi 7 anni".

L’intervento di Helga Nowotny è stato preceduto dai saluti dei promotori del Salone. Assente la Regione, che avrebbe dovuto essere rappresentata da Renzo Tondo. Il governatore era impegnato con il presidente del Senato Renato Schifani.

"Con Trieste Next - ha detto il sindaco di Trieste Roberto Cosolini - la città si riappropria di un grande evento, che è anche una grande festa che coinvolge tutta la comunità. Le tre giornate del Salone offrono, inoltre, la possibilità di far conoscere a tutti il sistema di alta formazione e ricerca che caratterizza il nostro territorio, qui quotidianamente lavorano e collaborano tante realtà scientifiche ognuna con un'elevata propensione internazionale".

"Questo evento – ha spiegato il rettore dell’Università di Trieste Francesco Peroni – rappresenta per la città una pagina nuova che fa venire fuori il meglio del dna triestino. Fattore che assume una valenza particolarmente urgente in una fase storica che richiede di mettersi in gioco con ciò di cui si è realmente padroni, senza chiudersi ciascuno nella propria esperienza. La rete che ha costruito Trieste Next garantisce poi un’autorevolezza politica che la città può giocare a livello nazionale. Dal nostro punto di vista la centralità della ricerca scientifica è sempre e ancora più strategica".

"Venezia e il Nordest - ha detto Filiberto Zovico direttore di Trieste Next - aspirano a diventare la Capitale Europea della Cultura 2019. Nell'ambito di questa prospettiva Trieste ha scelto di diventare il polo di riferimento della ricerca scientifica e della costruzione di un nuovo rapporto tra ricerca e impresa. Trieste Next nasce quindi proprio per determinare nuove basi per la competitività delle imprese e del territorio, puntando sui giovani, sulla conoscenza e sulla costruzione di reti di relazioni a livello nazionale ed internazionale soprattutto verso i Paesi di quella Nuova Europa di cui il Nordest è la porta di accesso".

La Presidente della Provincia di Trieste, Maria Teresa Bassa Poropat, ha definitoTrieste Next una straordinaria esperienza di altissimo rilievo per la città e il territorio di Trieste, grazie alla quale si è potuto dimostrare che l’intera città, e quindi non solo le istituzioni pubbliche e di ricerca, vive in maniera diretta la scienza. «Siamo maturi - ha concluso la presidente Poropat - per proporci con le nostre eccellenze: la ricerca scientifica fa parte del tessuto del nostro territorio».

È seguito il dibattito sul tema "Le nuove politiche europee della ricerca" che ha visto confrontarsi Helga Nowotny, Diana Bracco, vice presidente vice presidente Confindustria con delega alla Ricerca e Innovazione e presidente Expo 2015 nonché tra i presidenti onorari del Comitato Scientifico del Salone e Stefano Fantoni, presidente dell'Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR), moderati dal direttore del quotidiano locale "Il Piccolo" Paolo Possamai.

"La ricerca libera è fondamentale per trovare dei filoni nuovi - ha detto Diana Bracco - ma certamente le imprese devono poi fare i conti con anni di investimento prima di arrivare ad avere dei risultati. Ci sono temi che deve portare avanti il sistema pubblico se vuole avere un paese protagonista nella ricerca".

"Nel momento in cui riapriranno il tema credito d'imposta, devono dare un segnale distintivo sulla collaborazione tra ricerca e industria, è un forte incentivo. L’obiettivo è quello di creare il ruolo del ricercatore industriale, che passi per alcuni periodi dall'università all'industria. Trieste è una città di frontiera – ha concluso – e con questo evento ha alzato l’asticella".

E, riferendosi alla questione bonifiche, "trovo che l'Italia non abbia lungimiranza nel salvaguardare i siti industriali. Non possiamo dire che il manifatturiero è quello che traina e poi mandare in difficoltà i siti perché c'é sempre la battaglia sulle bonifiche. Bisogna decidere se si vuole produrre o no".

"Questa è una città che può competere, così come il nostro Paese, con la sfida 2020 - ha affermato Stefano Fantoni - ma soffriamo di sottofinanziamenti alla ricerca e nemmeno il ministro Profumo può negarlo e se un Paese resta sottofinanziato per troppo tempo si instaurano dei processi irreversibili".

"Abbiamo qualche difficoltà a fare rete; la capacita di collaborare credo esista, ma da lungo tempo esiste una debolezza italiana in Europa, nella nostra rappresentatività nei contesti giusti e le scelte europee non sono evidenti in Italia come in altre nazioni. Questo non va ascritto ai nostri ricercatori ma a chi queste cose le deve fare".

"L'Italia - ha concluso - però deve diventare meno individualista e più collaborativa con l’Europa. Dobbiamo imparare a lavorare per essere internazionali davvero, internazionali nell'anima e nelle collaborazioni, non con un semplice Erasmus".

"Trieste è sempre stata una città emporio ovvero un luogo di scambio - ha ricordato Paolo Possamai. Oggi si tratta di mettere in circolazione le idee che sono un capitale intangibile, ma essenziale. Tra i torti che la storia ha fatto a Trieste emerge una sorta di condizione isolana, in qualche modo eccentrica rispetto all'Italia".

La prima giornata del Salone ha proposto una serie di eventi che sono stati seguiti con interesse e hanno registrato in molti casi il tutto esurito, soddisfando un pubblico di diverse fasce d’età.

Al via Trieste Next sul tema della salvaguardia delle risorse alimentari

Al via Trieste Next sul tema della salvaguardia delle risorse alimentari

Trieste - Si apre venerdì 28 settembre con inaugurazione ufficiale alle 15 la prima edizione di Trieste Next - Salone Europeo dell'Innovazione e della Ricerca Scientifica, che per tre giorni, fino a domenica 30 settembre, trasforma il capoluogo in un grande laboratorio dove trovano spazio innovazione, tecnologia e ricerca.

La manifestazione propone 150 eventi in 28 diversi luoghi della città, che si svolgono dal mattino alla tarda serata, con protagonisti più di 200 relatori tra ricercatori e studiosi, imprenditori ed esponenti istituzionali, tra cui due ministri: Corrado Clini e Francesco Profumo.

Gli eventi sono divisi in cinque sezioni: Scienza al futuro, La città della scienza, Next per i bambini, Next per le scuole, La città del caffé. Il tema di questa prima edizione è Save the Food: si parlerà di sicurezza alimentare, Ogm, politiche per la ricerca, innovazione nel settore agroalimentare, percezione del cibo e impatto sulla salute, disturbi alimentari, eccellenze territoriali.

Si parlerà anche di accessibilità della conoscenza e di scienza ai tempi del web interattivo, di donne e ricerca, di trasferimento tecnologico, di salute mentale.

L'inaugurazione si svolge al Teatro Verdi con i saluti del Sindaco, Roberto Cosolini, del Rettore dell'Università degli Studi di Trieste, Francesco Peroni, del Presidente della Provincia di Trieste, Maria Teresa Bassa Poropat, del Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, e del Direttore di Trieste Next, Filiberto Zovico.

Trieste Next intende contribuire alla candidatura di Venezia Nordest Capitale Europea della Cultura 2019.

Il percorso per arrivare a quest'importante traguardo vede i territori di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige coinvolti “in rete” in una grande sfida comune, ciascuno valorizzando le proprie vocazioni.

Trieste ha scelto di sviluppare la sua caratteristica di "città della scienza", rilanciandola attraverso eventi come Trieste Next.

( Per visualizzare la diretta streaming dal Teatro Verdi: http://streaming.di3.units.it/next/teatroverdi.html )
 

Il ministro Profumo a Trieste per presentare il nuovo bando che finanzia ricerca e Università

Il ministro Profumo a Trieste per presentare il nuovo bando che finanzia ricerca e Università

Trieste - Il ministro  dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Francesco Profumo era in Fvg mercoledì 19 settembre per promuovere diverse iniziative. Nella mattinata il ministro ha incontrato altri 5 ministri di altrettanti Paesi dell'Ince (Iniziativa Centro europea) a Basovizza, nell'Area di Ricerca di Trieste, dove è stato fatto un passo importante per avviare il Consorzio per l'infrastruttura di ricerca distribuita centro-europea (C-Eric), il cui statuto è all'esame della Commissione europea per l'approvazione preliminare.

Più tardi, Profumo era nel Palazzo della Regione a Trieste per presentare al sistema della ricerca, alle imprese e agli Enti locali il bando ''Smart Cities and Communities and Social Innovation'' che mette a disposizione in tutta Italia 1,2 miliardi di euro per progetti in grado di innovare, semplificare e accrescere la competitività dei sistemi urbani e sociali.

Erano presenti i principali rappresentanti delle istituzioni e del mondo della ricerca e delle imprese del Fvg: oltre al presidente della Regione Renzo Tondo e dell'assessore all'istruzione e ricerca Roberto Molinaro, sono intervenuti i rettori dei due atenei regionali, Francesco Peroni (Trieste) e Cristiana Compagno (Udine), Adriano De Maio, presidente dell'Area Science Park di Trieste, il presidente della Confindustria regionale Alessandro Calligaris, il rappresentante degli artigiani ed il presidente dell'Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) del Fvg.

"Smart cities" è stato illustrato dal consigliere del ministro per le Politiche di ricerca e innovazione Mario Calderini. Si tratta di un programma che finanzia sia a fondo perduto che con credito agevolato sia le Università che le imprese per lo sviluppo di prodotti innovativi destinati a incrementare l'efficienza degli enti locali e dei territori.

"Il Friuli Venezia Giulia è pronto a raccogliere la sfida dell'innovazione" ha detto il presidente Renzo Tondo. ''Dobbiamo considerare i bandi europei - ha detto Tondo - non solo come un'opportunità per acquisire risorse europee ma anche come un'importante occasione per rafforzare la coesione, per lavorare tutti assieme nella stessa direzione ragionando in termini di sistema''.

''Innovare - ha aggiunto - è fondamentale per poter competere. E l'innovazione deve avere un fondamentale obiettivo: creare sviluppo e quindi nuovi posti di lavoro, per dare sicurezza alle famiglie in un periodo in cui la crisi non è ancora finita''.

Tondo ha sottolineato come il Friuli Venezia Giulia abbia saputo interpretare l'autonomia speciale come responsabilità. E questo vale anche per il sistema della ricerca, che l'assessore regionale all'Università e alla Ricerca Roberto Molinaro ha illustrato nel suo intervento di apertura: tre Università, una cinquantina di istituti di ricerca collegati ai distretti tecnologici, 8.300 ricercatori fissi più altri 6.000 provenienti da tutto il mondo che trascorrono in regione periodi più o meno lunghi, dimostrando quindi una forte capacità di attrazione. Un sistema che lo stesso ministro Profumo ha riconosciuto: ''qui a Trieste e in Friuli Venezia Giulia - ha detto - c'è un bene comune di altissima qualità''. 

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