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"Un gesto di pace e di riconciliazione”: l’ANPI alla cerimonia per l’eccidio di Porzus
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- Pubblicato Lunedì, 06 Febbraio 2017 23:28
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - A Faedis e Canebola si sono svolte il 5 febbraio le cerimonie commemorative dell'eccidio di Porzus, a 72 anni di distanza dall'uccisione di 17 partigiani della Brigata Osoppo ad opera di altri partigiani, esponenti dei Gruppi di Azione Patriottica (GAP).
La cerimonia di quest'anno ha visto per la prima volta la partecipazione di una delegazione dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI) accanto all'Associazione Partigiani Osoppo (APO).
Oltre alla presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, all’evento erano presenti anche l'assessore regionale alle Risorse agricole Cristiano Shaurli, il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, il sindaco di Udine Furio Honsell, il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini, il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop e l'onorevole Gian Luigi Gigli.
“La commemorazione di Porzus - ha detto il presidente Iacop - si configura come un momento di sintesi importante dei valori propri della Resistenza ancora attuali, anzi, oggi ancora più da rappresentare verso i giovani e una società che deve sentire la responsabilità rinnovata nella tutela dei valori fondamentali di libertà, democrazia e giustizia sociale, che sono stati la grande eredità che la Resistenza ha consegnato a un'Italia democratica e repubblicana alle generazioni future”.
“Il riconoscimento della Osoppo quale custode del patrimonio nazionale delle malghe di Porzus - ha aggiunto Iacop - e la partecipazione oggi alla cerimonia anche da parte dell'Anpi, segnano un momento alto della condivisione di questi valori e del comune impegno della loro trasmissione alla società di oggi”.
""Una giornata storica. Un gesto che assume un significato di pace e di riconciliazione” ha rimarcato la governatrice del FVG Debora Serracchiani, che ha definito l’eccidio un episodio "che ha segnato in modo indelebile questi luoghi, imprimendo una duratura e sofferente traccia in quella che vorrei chiamare la coscienza del Movimento di Liberazione".
Riferendosi poi alla complessità di quanto accaduto in quegli anni nelle terre del confine orientale la presidente ha detto che in quei momenti "anche la cognizione chiara di cosa significasse difendere la Patria è stata in alcuni casi smarrita".
Da allora, ha ricordato Serracchiani, Porzus "ha scavato un solco durato decenni tra le associazioni partigiane italiane e tra la stessa popolazione del Friuli".
Un muro che ha cominciato a infrangersi nel 2001, quando alcuni dei protagonisti di allora si ritrovarono alle Malghe per un gesto di riconciliazione.
Non è mancato da parte della presidente un riconoscimento all'Associazione Partigiani Osoppo (APO) per essere stata in tutti questi anni "custode della memoria storica", attraverso atti concreti, come la posa di lapidi commemorative e l'acquisto dei fabbricati dove si svolse l'eccidio, oltre che di alcuni terreni circostanti, e provvedendo a realizzare le necessarie opere di manutenzione, compresa la sistemazione della viabilità di accesso.
Proprio grazie all'attività di conservazione e divulgazione del ricordo svolta dall'APO, la Regione con delibera del 20 gennaio 2017 ha dichiarato le Malghe di Porzus "Bene di interesse storico-culturale".
E in virtù della fattiva collaborazione con le comunità locali e l'APO, l'Amministrazione regionale ha sottoscritto un Protocollo di intesa che regola gli impegni di ciascuna delle parti coinvolte (Regione, Provincia di Udine, Associazione Partigiani Osoppo e Comune di Faedis) nell'attività di tutela e valorizzazione del compendio delle Malghe di Porzus.
Dopo aver evidenziato l'importante ruolo divulgativo dei pannelli informativi che saranno installati nel luogo dell'eccidio, la presidente Serracchiani ha voluto ringraziare l'APO e l'ANPI "perché mi avete resa partecipe dell'inizio di un nuovo cammino delle associazioni partigiane, all'insegna del dialogo e della comprensione. Tutta la comunità regionale - ha concluso - ha bisogno di esempi come il vostro".
Giorno della Memoria, numerose le iniziative in regione. Il messaggio della presidente FVG
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- Pubblicato Giovedì, 26 Gennaio 2017 17:49
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Molte le iniziative che si svolgeranno in Regione - concerti, fiaccolate, proiezioni cinematografiche - per celebrare il Giorno della Memoria, ricorrenza di rilievo internazionale che cade il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime dell’Olocausto.
Fu istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 1º novembre 2005. Il Giorno della Memoria si celebra ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
L’evento principale in Regione FVG si tiene come di consueto presso la Risiera di San Sabba a Trieste, dove alle ore 11 si svolge la cerimonia solenne di commemorazione delle vittime.
La presidente della Regione Debora Serracchiani ha diffuso giovedì 26 gennaio il consueto messaggio di riflessione sulla giornata: "Uno degli aspetti più orrendi del razzismo - scrive la governatrice - è stato giustificare un genocidio in base a supposte colpe di cui il popolo ebraico si sarebbe macchiato. Follie che a forza di essere ripetute sono penetrate in tante menti, fino a che tanti hanno dato per scontato l'assurdo di un popolo inferiore e reietto".
"Non tra le superstizioni del Medioevo ma nella progredita Europa del XX secolo ha riattecchito la pianta maligna dell'antisemitismo che - continua Debora Serracchiani - trovò nelle moderne ideologie nazifasciste gli interpreti più assoluti e nefasti. Individuato un colpevole, furono presto trovati i complici: omosessuali, zingari, oppositori politici".
"Tutto questo è avvenuto nel sostanziale consenso o nel silenzio delle maggioranze, le cui paure furono indirizzate e manipolate, con astuzia e strumenti avanzati. Il Giorno della Memoria ci ammonisca anche a questo: a non scivolare, a non farci attirare mai sul pericoloso terreno dei luoghi comuni, a non rinunciare mai al nostro essere individui liberi e autonomi, a non credere che vi può essere un capo, un Führer o un Duce, che decide al nostro posto".
"Ricordiamo gli orrori infiniti che ci tramandano i testimoni dei campi di concentramento, e non soffochiamo lo sbigottimento che ci prende pensando che sarebbe potuto toccare a noi, o peggio, che noi avremmo potuto essere i carnefici”.
“Fissiamo almeno per un giorno - conclude il messaggio - lo sguardo nell'orrore totale, e da lì ritroviamo la consapevolezza di quanto valga ancora, pur indebolita e strattonata, questa Europa pacifica, democratica e unita. Un'Europa da salvare”.
Qui tutte le iniziative previste in Risiera:
http://www.risierasansabba.it/giorno-della-memoria-27-gennaio-2017/
Le autorità italiane vicine alla famiglia Regeni nell’anniversario del rapimento del ricercatore
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- Pubblicato Mercoledì, 25 Gennaio 2017 17:08
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Roma - In occasione dell'anniversario del rapimento di Giulio Regeni, avvenuto il 25 gennaio 2016, il personale dell'ambasciata d'Italia al Cairo, verso le 13 ora locale, ha osservato un minuto di silenzio. L'iniziativa era stata preannunciata ieri dal ministro degli Affari Esteri, Angelino Alfano.
Dopo il ritiro dell'ambasciatore Maurizio Massari deciso nell'aprile scorso per protestare contro l'insufficiente collaborazione delle autorità egiziane nelle indagini sull'uccisione di Regeni, la rappresentanza diplomatica è senza ambasciatore in quanto non sono state ancora presentate le credenziali del nuovo rappresentante, nominato a maggio, Giampaolo Cantini.
Il premier Paolo Gentiloni ha sentito nella mattinata di mercoledì 25 gennaio i genitori di Giulio Regeni. A Paola e Claudio Regeni il premier ha confermato la vicinanza del governo ed espresso fiducia nel lavoro che sta facendo la magistratura italiana, auspicando ulteriori passi avanti sulla via dell'accertamento della verità.
Il presidente del Consiglio ha anche diffuso un messaggio su Twitter in cui si legge: ”Un anno dall'orribile uccisione di Giulio Regeni. Vicinanza alla famiglia. Impegno con la magistratura per ottenere #veritapergiulioregeni".
Il ministro degli esteri Angelino Alfano, in un altro tweet, scrive: "Un anno dopo la stessa tristezza e dolore. #veritapergiulioregeni: continuiamo a cercarla. Non ci accontenteremo di nient'altro che la verità".
"Un anno fa - ricorda il presidente del Senato Pietro Grasso in una nota - dopo esser stato brutalmente torturato, veniva ucciso Giulio Regeni. In questo triste anniversario ho deciso di scrivere alla sua famiglia per ribadire che il nostro impegno non verrà mai meno, anche nelle molte difficoltà che stiamo affrontando. Incontrai la famiglia Regeni in Senato alcuni mesi fa, quell'incontro fu toccante: da un lato la loro compostezza davanti ad un dolore incommensurabile, dall'altro la volontà di rassicurarli che lo Stato sarebbe stato al loro fianco. L'Italia non ha alcuna intenzione di cedere, pretende la verità su quello che è successo a Giulio e che sia fatta giustizia”.
Sull’anniversario si è espressa anche la presidente della Camera Laura Boldrini, che ha scritto: ”È passato un anno, ma il tempo non ha per nulla fiaccato la voce dei tanti, tantissimi che continuano a chiedere giustizia per Giulio Regeni. È stata la forza di questo movimento, diffuso e popolare, che ha fatto accantonare le prime ricostruzioni dell'omicidio, ridicole e oltraggiose; che ha sollecitato le istituzioni italiane a difendere la dignità stessa del Paese colpita attraverso l'uccisione di un suo cittadino".
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