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I Friulani chiedono garanzia di rappresentanza politica nella nuova legge elettorale
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- Pubblicato Lunedì, 13 Febbraio 2017 12:15
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Udine - L’Assemblea Comunità linguistiche friulane, costituita da 102 sindaci, chiederà al Parlamento che, nella revisione della legge elettorale, sia garantita la rappresentanza politica della minoranza linguistica friulana in Parlamento.
In tal senso il sodalizio ha approvato all'unanimità una lettera, che è stata inviata a tutti i parlamentari eletti in Regione e ai Gruppi consiliari del Consiglio Regionale.
La decisione parte dal fatto che l'Italicum prevede lo sbarramento al 20% per le liste rappresentative di comunità linguistiche su base circoscrizionale, norma derogata per Trentino Alto-Adige/Südtirol e Valle D'Aosta/Vallee d’Aoste, dove è vigore un regime elettorale speciale.
Secondo le Comunità, con la creazione in Fvg di "due collegi il cui confine sottrae aree amplissime friulanofone per inglobarle nel debordante collegio triestino, verrà diluita, senza possibilità di rappresentanza, la minoranza friulana e la minoranza slovena".
“Per i nostri parlamentari e i nostri consiglieri regionali – spiega Diego Navarria – ora è arrivato il momento di mettere in campo una forte azione per far sì che ai friulani sia restituita la dignità politica, insieme a quei diritti che sono affermati dalla Costituzione, dalle leggi e dall'Europa, ma che lo Stato non ci riconosce”.
“La Corte costituzionale - ha ricordato il presidente - con sentenza 215 del 18 luglio 2013 ha precisato come 'non è ammessa discriminazione tra le 12 minoranze linguistiche riconosciute in quanto tutelate, senza differenze, all'articolo 6 della Costituzione'. Per questo motivo i nostri rappresentanti devono elaborare proposte concrete per garantire il rispetto dei nostri diritti e spingere a ogni livello affinché esse vadano a buon fine. I friulani se lo aspettano”.
Celebrazioni del Giorno del Ricordo. A Trieste arrivano Matteo Salvini e Giorgia Meloni
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- Pubblicato Giovedì, 09 Febbraio 2017 22:30
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Roma - Nell’Aula della Camera dei deputati la presidente Laura Boldrini ha fatto rispettare un minuto di silenzio in memoria delle vittime delle foibe alla vigilia del Giorno del Ricordo, che si celebra il 10 febbraio di ogni anno.
Ricordare le vittime delle foibe e dell'esodo "contribuisca a rafforzare quei principi di democrazia, solidarietà e libertà che anche grazie agli esuli fu possibile affermare nel Paese” ha detto la presidente.
Venerdì 10 in Aula si tiene una cerimonia alla presenza di esponenti del governo e degli esuli. Saranno presenti anche alunni delle scuole di ogni ordine e grado, accompagnati dagli insegnanti.
In tutta la provincia di Trieste è prevista la deposizione di corone di fiori sui monumenti dedicati ai caduti in seguito ai fatti del Confine orientale.
Presso la foiba di Basovizza si svolge la consueta cerimonia commemorativa alla quale partecipa un picchetto del Piemonte Cavalleria con la musica d'ordinanza della brigata alpina Julia.
Oltre al sindaco di Trieste Roberto Dipiazza sono presenti alla commemorazione anche i leader della Lega Nord Matteo Salvini, di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni e il sottosegretario agli Affari esteri Benedetto Della Vedova.
Numerose le iniziative che si svolgeranno nel corso del 2017, per ricordare il 70° anniversario del Trattato di Parigi, in cui furono dettate al’Italia le condizioni della pace dopo la sconfitta nella Seconda guerra mondiale.
Il presidente della Lega nazionale Paolo Sardos Albertini ha proposto di invitare alla cerimonia, a partire dal prossimo anno, anche chi commemora le vittime slovene e croate della repressione jugoslava della primavera del 1945.
“Forse è giunto il momento - ha affermato Sardos Albertini - di fare un passo ulteriore; in quel periodo furono assassinati migliaia di italiani, ma decine di migliaia di sloveni e centinaia di migliaia di croati subirono la stessa sorte per mano degli uomini di Tito. Se siamo consapevoli di questo e della comune identità degli assassini, invitiamo a partire dal prossimo anno anche chi in Slovenia e Croazia ricorda quei caduti a essere presente alla cerimonia annuale al Sacrario di Basovizza”.
Giorno del Ricordo 1947-2017: a Trieste il convegno “Il Trattato di Pace, settant'anni dopo”
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- Pubblicato Giovedì, 09 Febbraio 2017 16:46
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Venerdì 10 febbraio alle ore 15, nel Salone di rappresentanza del Palazzo della Regione a Trieste, in occasione del Giorno del Ricordo, la Regione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con l'Unione degli Istriani e il Segretariato esecutivo del Central European Initiative (CEI), organizza il primo convegno del ciclo di conferenze intitolato “Il Trattato di Pace, settant'anni dopo. Aspetti giuridici, politici e diplomatici di un diktat”.
Oltre alla presidente della Regione Debora Serracchiani, che interverrà per un indirizzo di saluto unitamente al segretario generale del CEI Giovanni Caracciolo di Vietri, parteciperanno ai lavori della prima parte del convegno, a cui farà da moderatore l'ex sottosegretario di Stato Roberto Antonione, il ministro plenipotenziario Francesco Saverio De Luigi, il presidente dell'Unione degli Istriani Massimiliano Lacota e, per una riflessione finale, la giornalista de La Repubblica Alessandra Longo.
Nella seconda parte della conferenza è prevista un'illustrazione del quadro storico giuridico svolta da Maurizio Maresca del Dipartimento di Scienze giuridiche e Diritto dell'Unione Europea dell'Università di Udine, a cui faranno seguito gli interventi dell'ex ministro degli Affari esteri Gianfranco Fini e degli ex sottosegretari di Stato Roberto Menia e Milos Budin.
Il convegno prende spunto dalla data del 10 febbraio del 1947, allorché venne firmato a Parigi il Trattato di Pace fra lo Stato italiano e le potenze alleate vincitrici della Seconda Guerra Mondiale, che mise formalmente fine alle ostilità e i cui contenuti erano stati definiti a seguito dei lavori della Conferenza di Pace svoltasi sempre nella capitale francese tra il 29 luglio e il 15 ottobre 1946.
Il Trattato di Pace attribuiva all'Italia, che aveva sottoscritto il Patto tripartito con la Germania e il Giappone, la responsabilità della guerra di aggressione con le potenze alleate e le altre Nazioni Unite.
L'Accordo non si limitò soltanto a regolare le questioni pendenti a seguito degli avvenimenti bellici, ma impose anche la cessione di territori sui quali la sovranità dell'Italia era stata riconosciuta in epoca antecedente all'avvento del regime fascista.
Assiste ai lavori anche un gruppo di studenti siciliani in visita in questi giorni sui luoghi storici del Confine Orientale.
L'accesso in sala al pubblico è consentito entro le 14:45 e comunque fino a esaurimento dei posti disponibili.
L'evento viene trasmesso in diretta streaming sul sito istituzionale della Regione Friuli Venezia Giulia.
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