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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Politica

Il No vince a Nord Est ma non a Bolzano. In Friuli Venezia Giulia i No fanno 61% con affluenza 72,51%

Il No vince a Nord Est ma non a Bolzano. In Friuli Venezia Giulia i No fanno 61% con affluenza 72,51

Trieste - Il dato più significativo di questo referendum, per il FVG (come per l’Italia) è l’affluenza: alle urne sono andati 690.717 elettori, pari al 72,51% degli aventi diritto.

Nelle elezioni regionali 2013, ultimo appuntamento di voto a cui ha partecipato tutta la popolazione del Friuli Venezia Giulia, l’affluenza era stata del 50,48%.

Quanto al risultato, i No hanno vinto col 61%, contro il 39% dei Sì. Un esito in linea con l’Italia (59,11% e 40,89% rispettivamente) e con il Veneto (61,94% e 38,06%), ma non con l’altra Regione del Nordest, il Trentino Alto Adige, dove in controtendenza si è affermato il Sì con il 53,87% (No: 46,13%) ma con un importante dettaglio: Trento opta per il No (54,30%), mentre Bolzano è deciso sul Sì, che vince con un pesante 63,69%.

Si tratta di un elemento interessante, che conferma come l’Alto Adige sia piuttosto in linea con l’Austria, dove alle elezioni presidenziali si è affermato - anche lui domenica - l’europeista Van Der Bellen.

Un dettaglio che viene confermato leggendo i risultati del voto nei comuni del Friuli Venezia Giulia: se nella provincia di Udine nel suo complesso il No si è affermato con il 60,67%, nell’enclave germanofona di Sauris il Sì ha vinto con il 61,21%. Peraltro, nella carnica Tarvisio vince il No, con un sonoro 64,86%.

Passando ai risultati provinciali, a Trieste il No ha vinto con il 63,37%; a Udine con il 60,67%; a Pordenone con 59,98%, a Gorizia con 60,53%.

Ora la palla passa alle direzioni locali dei partiti e dei movimenti, per fare i conti con una mappa piuttosto precisa del sentimento popolare.

Una cosa è certa: speck a parte, il Friuli Venezia Giulia non è così europeista come sembra.

Nella foto: la schermata con i dati del Ministero dell’Interno

Referendum, affluenza record in FVG: alle 19 ha votato il 63,69. Alle regionali 2013 era 28,55%

Referendum, affluenza record in FVG: alle 19 ha votato il 63,69. Alle regionali 2013 era 28,55%

FVG - Procedono con grande affluenza - e questo è un dato confortante per la democrazia - le operazioni di voto per il referendum costituzionale, con le "Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione".

L’affluenza in Friuli Venezia Giulia, alle 19, è pari al 63,60%. In Italia la percentuale è del 56,76%. Lo si rileva dal sito del Ministero dell'Interno.

L’affluenza per le ultime elezioni che avevano coinvolto tutti gli elettori del FVG - le regionali del 2013 - sempre alle ore 19, era stata pari al 28,55%

La provincia con la maggiore affluenza è quella di Gorizia, con il 65,38% seguita da Udine (63,97%), Pordenone (61,64%) e Trieste (61,24%).

Tra i capoluoghi, a Udine alle 12 aveva votato il 25,81% degli aventi diritto, a Pordenone il 61,64, a Trieste il 24,19%, a Gorizia il 23,54%.

Nelle elezioni comunali del 2016, l’affluenza al ballottaggio a Pordenone, sempre alle 12, era stata del 18,46%; a Trieste, sempre ballottaggio, era stata pari al 17,26%.

 

 

Referendum costituzionale domenica 4 dicembre, ma non è un giudizio divino

Fvg - "Penso che voterò sì e no" dice il personaggio della vignetta di Giannelli pubblicata sul Corriere della Sera di domenica scorsa.
 
È la rappresentazione fedele della perplessità dei cittadini indecisi, il cui voto sarà determinante per decidere il risultato finale di un referendum, quello confermativo sulla riforma costituzionale di domenica 4 dicembre (non serve il quorum, vince chi prende un voto in più), che somiglia più ad un duello all'ok corral che a un tranquillo esercizio di democrazia.
 
Come ben sintetizza la stampa estera, chi vota sì sostanzialmente si schiera a favore della permanenza dell'Italia nell'Europa e nell'euro, con tutto ciò che questo  comporta in termini di cessione di sovranità.
 
Il "no" esprime un mal di pancia generalizzato contro non specificati poteri forti: l'Unione europea e le sue regole (a volte cervellotiche), la banca centrale europea, la finanza internazionale.
 
Secondo i sondaggi Google Trends, basati sulle ricerche degli utenti Google delle frasi "referendum sì" e "referendum no" siamo a un sostanziale testa a testa (ricordiamo che c'è il silenzio elettorale sui sondaggi diretti). Gli speculatori ci sguazzano, mentre alla fine, in politica, vale sempre il ragionamento di Tancredi nel "Gattopardo": "perché tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi".
 
Ma vediamoli ora i quesiti su cui milioni di italiani saranno chiamati a esprimersi domenica 4: superamento del bicameralismo paritario, riduzione del numero dei parlamentari, contenimento dei costi delle istituzioni e abolizione del Cnel, revisione del titolo V della II parte della Costituzione.
 
Sono ormai mesi e mesi che stiamo ascoltando i pro e i contro, in una campagna elettorale contraddistinta dall’enorme violenza verbale, con insulti continui tra i due schieramenti, nei confronti quotidiani tra i comitati del Sì e del No, in tv, sui giornali e alla radio. Sembra quasi di assistere a un’autentica ordalia, una sorta di giudizio divino, dopo il quale nulla sarà come prima e il mondo che abbiamo visto fino a oggi, come per incanto, sparirà.
 
E la cosa più buffa è che, non si tratta di una novità, la classe politica si rivela distante anni luce dal cittadino. Ieri, al supermercato, diverse persone parlavano tra loro e il tenore dei discorsi era questo: “non si capisce perché lunedì dovrebbe cambiare tutto. In fin dei conti, l’importante è avere un lavoro, una pensione (per chi è un po’ avanti con gli anni), naturalmente la salute. Il resto vien da sé”.
 
Una distanza siderale tra il cosiddetto uomo della strada e chi ci amministra.
 
Il voto, comunque, rimane un dovere civico ed è, quindi, augurabile che, domenica, ci sia la massima affluenza possibile e che ognuno vada ai seggi a esprimere la propria idea.
 
Poi, come nello sport “vinca il migliore”, ricordandoci che siamo in una democrazia matura e che “il sole sorgerà anche lunedì 5 dicembre”.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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