Politica
Riforme costituzionali: il Senato abolisce le Province in tutte le regioni italiane
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- Pubblicato Mercoledì, 06 Agosto 2014 18:44
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Roma - Province abolite: il Senato della Repubblica, nella seduta del 6 agosto, ha approvato con 179 sì, 41 no e 9 astenuti l’art. 28 del ddl riforme, che sopprime la menzione delle Province tra le articolazioni territoriali della Repubblica.
Con il via libera all'articolo 28 del disegno di legge di Riforma costituzionale si modifica infatti l'articolo 114 della Costituzione, sopprimendo la parola Province nelle articolazioni territoriali della Repubblica.
"Votando l'articolo 28 della riforma del Senato - scrive su Facebook il senatore triestino Francesco Russo (Pd) - abbiamo definitivamente cancellato le province, che scompaiono oggi anche dalla previsione costituzionale. Con la legge avevamo iniziato una vera e propria rivoluzione dell'ordinamento degli Enti Locali, valorizzando Regioni e Comuni e affidando a questi ultimi il compito di strutturare sul territorio i servizi condivisi organizzandosi per aree vaste".
Ricordiamo che il 30 gennaio scorso il Consiglio regionale aveva approvato all’unanimità (37 votanti e altrettanti sì) la proposta di legge nazionale numero 1 che modificava lo Statuto del Friuli Venezia Giulia sopprimendo le Province.
La proposta avrebbe dovuto essere discussa ed approvata in sede parlamentare. Ora il passaggio non sarà necessario: la Riforma nazionale ha recepito l'abolizione degli enti territoriali per tutte le regioni, compreso il Friuli Venezia Giulia.
In Belgio il ricordo del 100° dell'invasione tedesca. Omaggio del presidente Grasso alle vittime italiane
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- Pubblicato Lunedì, 04 Agosto 2014 19:50
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Liegi - Il 4 agosto a Liegi, presso il Memoriale inter-alleato, si è svolta la cerimonia che ricorda l'invasione del Belgio da parte dell'esercito tedesco, avvenuta il 4 agosto 1914, senza una preventiva dichiarazione di guerra ed in violazione della neutralità dichiarata dal paese. In Vallonia si verificò allora il primo grande eccidio del XX secolo, con il massacro di oltre 5.500 civili.
L'evento, promosso da Re Filippo I dei Belgi, prevede la partecipazione dei tre Paesi che hanno combattuto sul suolo belga (Inghilterra, Germania e Francia) e degli altri Paesi coinvolti nel conflitto mondiale, rappresentati dai rispettivi Capi di Stato o esponenti del Governo.
Alla commemorazione hanno partecipato Capi di Stato e di governo di 83 paesi, tra cui il re del Belgio Filippo, il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, il presidente tedesco Gauck, il presidente francese Hollande, il re Filippo IV di Spagna, il presidente austriaco Fischer, presidente irlandese Higgins, presidente bulgaro Plevneliev, il presidente romeno Băsescu e il Presidente maltese Coleiro Preca. La Gran Bretagna è stata rappresentata dal duca e la duchessa di Cambridge William e Kate.
Per l’Italia era presente il presidente del Senato Piero Grasso, in rappresentanza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Presidente Grasso ha reso omaggio alle vittime italiane della Grande Guerra al monumento degli Interalleati a Cointe.
La cerimonia a Liegi è iniziata con dodici colpi di cannone a salve. Poi una bimba ha offerto un palloncino bianco al re dei Belgi, e la liberazione in aria di questo ha dato il via a migliaia di altri palloncini nei colori di tutti gli 83 paesi invitati alla cerimonia.
Ora si vive in pace in quasi tutta Europa, ma il presidente francese Hollande ha sottolineato l’importanza dei legami che hanno tenuto l’Europa in pace dalla fine della seconda, ancora più terribile guerra: “Il rischio ora è che possiamo riscoprire quegli egoismi nazionali, quei populismi, quelle xenofobie. Ecco perché l’Europa deve continuare a muoversi, non può stancarsi, e soprattutto non deve mai stancarsi della pace".
Il presidente tedesco Gauck, parlando della invasione del Belgio realizzata dall’esercito del suo Paese, ha ricordato che fu “del tutto ingiustificata... fu il trionfo del nazionalismo estremo su empatia e di un propaganda che non conosceva limiti”. La guerra, ha detto Gauck. “ci ha insegnato una lezione terribile. Mostriamo, non solo attraverso la nostra commemorazione e ricordo, ma anche attraverso le nostre azioni nel presente e il futuro, che abbiamo veramente imparato la lezione”.
Il principe William ha parlato della necessità di rimanere vigili. “Gli eventi in Ucraina testimoniano che l’instabilità continua a perseguitare il nostro continente, ma il fatto che i presidenti di Germania e Austria sono qui oggi, e che le altre nazioni, allora nemiche, sono anche qui, testimonia il potere della riconciliazione”.
Centenario Grande Guerra, i presidenti di Francia e Germania insieme al Sacrario di Vieil Armand
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- Pubblicato Domenica, 03 Agosto 2014 19:33
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Il 3 agosto 1914, 5 giorni dopo la dichiarazione fatta alla Serbia dall'Impero austroungarico, la Germania dichiarò guerra alla Francia.
A 100 anni da quel tragico giorno, il 3 agosto 2014 il presidente francese François Hollande e il presidente tedesco Joachim Guack hanno deposto una corona di fiori in uno dei quattro cimiteri di guerra posti sull'altura di Vieil Armand, nei Vosgi, in Alsazia, ed hanno poi posto la prima pietra del futuro Museo della Prima Guerra Mondiale.
Presso questo sperone roccioso, conosciuto anche come Hartmannswillerkopf, "mangiatore di uomini" o "montagna della morte", tra il 19 gennaio e il 22 dicembre del 1915, persero la vita 30mila soldati.
Si tratta della prima volta che un capo di Stato tedesco partecipa alla commemorazione. I presidenti si sono presi per mano ed hanno osservato alcuni minuti di silenzio per ricordare le vittime. Un gesto che richiama quello compiuto 30 anni fa, in occasione dei 70 anni della Battaglia di Verdun, da François Mitterrand e dal cancelliere Helmut Kohl.
"Non abbiamo più testimoni oculari della Grande Guerra e ora tocca a noi ricordare questi eventi barbarici", ha detto Hollande. "La pace è una responsabilità di ogni generazione" e ognuna di esse ha il compito di "ricordare quanto la pace sia fragile".
Gauck da parte sua ha ricordato come il popolo francese e quello tedesco, che 100 anni fa si combattevano, siano ora fianco a fianco: "È come un sogno, ma è la nostra realtà", ha detto.
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