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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

Interporto Pordenone, con Riccardi si parla di "bretella"

Interporto Pordenone, con Riccardi si parla di

PORDENONE - Nella sede della società Interporto-Centro Ingrosso di Pordenone si sono incontrati il presidente Giuseppe Bortolussi e l'assessore regionale alle infrastrutture Riccardo Riccardi.

L'incontro, promosso dal consigliere regionale del Popolo della Libertà, Antonio Pedicini è stato incentrato su due aspetti fondamentali per lo sviluppo dell'area: il completamento dell'intermodalità, in accordo con RFI, e la realizzazione della bretella tra la SS13 e l'A28.

L'intermodalità è un obiettivo strategico per l'Interporto che la società sta perseguendo portando a compimento l'allungamento della banchina nel rispetto degli standard europei. Su questo fronte, l'assessore Riccardi ha confermato la necessità che il Friuli Venezia Giulia razionalizzi la logistica e l'intermodalità puntando su pochi snodi di traffico prossimi alle aree produttive, in grado di essere competitivi e creatori di valore aggiunto. Obiettivo condiviso dal presidente Bortolussi convinto assertore delle potenzialità dell'area intermodale pordenonese.

Per quanto riguarda la bretella di collegamento tra la SS13  e l'A28, prossima all'area della società Interporto, l'assessore Riccardi, ha confermato la strada dell'autorità commissariale, dato ormai certo, che porterà entro l'autunno alla pubblicazione del bando di gara per la realizzazione dell'opera. Un fatto concreto che soddisfa il presidente Bortolussi, dal punto di vista del completamento infrastrutturale dell'area, anche se non va dimenticato come burocrazia e procedure senza risposta diventano un freno allo sviluppo delle imprese.

 

Finest: a breve operativa anche in Nordafrica

Finest: a breve operativa anche in Nordafrica

PORDENONE - Si è svolta ieri, 22 giugno, negli spazi della fiera di Pordenone la seconda giornata del forum dedicato all'internazionalizzazione organizzato da Finest in collaborazione con Sace e Sprint FVG (lo sportello regionale per l'internazionalizzazione delle imprese del Friuli Venezia Giulia), il primo progetto di “internazionalizzazione a km 0” che è decisamente riuscito. 130 in due giorni le aziende che hanno approfittato dell'occasione per entrare in contatto con gli enti dedicati allo sviluppo all'estero e soprattutto per dialogare direttamente con i consulenti economici di 20 paesi diversi: Albania, Brasile, Bulgaria, Canada, Cile, Cina, Croazia, Egitto, Federazione Russa, Kazakhstan, Moldova, Polonia, Repubblica Ceca, Germania, Giordania, Romania, Serbia, Slovenia, Ungheria, Vietnam.

Oltre 80 le aziende che hanno partecipato oggi agli incontri B2B, le province più rappresentate Pordenone (28 aziende) e Udine (17), ma anche il Veneto ha aderito in modo significativo, con le aziende di Vicenza, Treviso e Verona in prima fila. I settori maggiormente coinvolti sono la meccanica, seguita dal legno arredo e dai servizi. Particolarmente numerosa anche la presenza di aziende che si occupano di energie rinnovabili, impianti elettrici e di depurazione.

“Abbiamo scelto questa formula nuova e la massiccia adesione ha confermato che si tratta di una strategia vincente. -è la conclusione della VicePresidente Finest Alessandra Camposampiero-  L'importante era permettere alle aziende di creare un primo legame con la realtà estera. Ogni azienda ha potuto scegliere il paese o i paesi da incontrare: i più richiesti sono stati ovviamente i paesi Bric ma anche il Kazakhstan o il Vietnam, un paese in grande crescita. Tanta attenzione anche per l'Egitto, l'avanguardia di un continente, l'Africa che è sempre più al centro dell'attenzione degli operatori economici mondiali: non a caso ieri il Presidente Ice Riccardo Monti ha sottolineato la sua volontà di ampliare l'area  di operatività di Finest  anche alla  Turchia e il Nord Africa. Sono aree di grande sviluppo nel prossimo futuro, ed è fondamentale supportare le aziende alla conquista di questi mercati al più presto.

Il Programma Quadro 2014-2020 appena pubblicato dall'Unione Europea ha sottolineato come priorità essenziali su cui agire la leadership sulle tecnologie industriali, l'accesso al capitale di rischio per le imprese, e le innovazioni per le pmi; tutti elementi su cui Finest opera già al sostegno dell'azienda.”

Sul tema delle politiche dell'Unione Europea e dell'importanza per le aziende di avere Istituzioni capaci di andare incontro alle loro esigenze, a cominciare dal tema delle infrastrutture, sono intervenuti anche l'Assessore Regionale alla Internazionalizzazione Elio de Anna e il Presidente di Confindustria Pordenone Michelangelo Agrusti.

Nel corso di due giorni si è parlato di investimenti in uscita ma anche in entrata, due fenomeni che non vanno concepiti come distinti ma si agevolano a vicenda. Nonostante le difficoltà burocratiche sono molti  gli imprenditori stranieri che credono ancora nella nostra capacità di fare. Secondo i dati Invitalia (2012) gli Stati Uniti sono il primo investitore estero in Italia, con 2024 imprese e un fatturato di 120 miliardi di euro, il secondo (per numero di imprese) è la Germania, con 1528 imprese, di cui 167 hanno investito nel nordest. Seconda per fatturato è invece la Francia. Un paese a cui le aziende italiane guardano con interesse, come la Russia, conta solo 65 investimenti in Italia, un numero che va ampliato per favorire anche le attività delle nostre aziende all'estero. Settori chiave da questo punto di vista potrebbero essere il turismo ma anche quello delle energie rinnovabili. Invitalia, l'ente preposto a favorire gli investimenti in entrata, ha sollecitato le aziende a proporre progetti innovativi, perché sono uno degli strumenti per attirare capitali.

Che si parli di investimenti all'estero o in Italia, la costante emersa in questi due giorni come fondamentale per una internazionalizzazione produttiva, che faccia crescere le aziende ma anche il tessuto produttivo Italiano, è l'impegno delle aziende e la capacità degli enti e delle istituzioni di aiutarle, non attraverso politiche assistenziali ma offrendo il know how necessario per lavorare al meglio delle loro potenzialità.

Finest, il Nordest produce il 31% dell'export nazionale

PASSARIANO - Inaugurato ieri, 21 giugno, a Villa Manin di Passariano di Codoipo il primo di due giorni di Forum sul “Futuro dell’Internazionalizzazione”, promosso da Finest in collaborazione con Sace, per approfondire le opportunità per le aziende italiane nell’apertura a nuovi mercati.

Un incontro che ha evidenziato la vocazione all'export del territorio, uno degli unici dati in crescita nonostante il periodo di crisi. Secondo Pietro Celi, Direttore Generale per le Politiche di Internazionalizzazione e la promozione degli scambi del Ministero per lo Sviluppo Economico, nel 2011 l'export del Nordest ha rappresentato il 31% dell'export italiano (117 miliardi di euro su un totale di 375), così suddiviso: Veneto 43%, Emilia Romagna 41%, Friuli Venezia Giulia 10%, e Trentino Alto Adige 6%.

La destinazione delle esportazioni è per il 72% è in Europa (11% Germania il paese in assoluto miglior mercato per l'Italia, seguito da Francia, Stati Uniti, Inghilterra), 7% nel Far East. I dati del primo trimestre 2012 confermano la tendenza del 2011 grazie ai 29 miliardi di euro esportati. Il dottor Celi ha evidenziato la rinnovata attenzione con cui il Ministero guarda ai territori e alle regioni che, in special modo sotto il profilo dell'internazionalizzazione, presentano margini di crescita significativi. Questi numeri sono confermati dall'interesse del tessuto imprenditoriale del NE che ha visto 120 imprese e numerosi operatori del settore rispondere all'invito di Finest, per avere un quadro più chiaro e concreto di questa realtà.

“Volevamo trovare il modo di far capire alle aziende le opportunità che hanno a disposizione per aprirsi nuovi mercati. - dichiara il Presidente Finest Renato Pujatti - Non limitarci a dare invocazioni di principio sul “fare sistema”, ma mostrare che questo sistema esiste già, bisogna saperlo sfruttare. Per questo abbiamo messo insieme gli enti che si occupano insieme a noi di accompagnare le aziende nell'internalizzazione. Non solo: sapendo quando sia difficile ed economicamente impegnativo per un singolo imprenditore capire come muovere i primi passi all'estero, abbiamo sviluppato una formula di Internazionalizzazione a km 0, portando qui i rappresentanti diplomatici commerciali e i consiglieri economici di 20 paesi esteri per una serie di confronti B2T, Business to Territory”. L'incontro ha offerto una prima analisi sullo scenario del mercato internazionale, in cui l'Italia sconta una storica “arretratezza”.

Secondo i dati presentati da Luigi Dante, rappresentante Esecutivo Sviluppo Affari per l'Italia della ERBD (Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo), infatti il flusso di investimenti italiani all'estero pur essendo cresciuto significativamente nell'ultima decade (passando nel periodo 2000-2009 da 180 a 578 miliardi di dollari) è inferiore a quello dei suoi principali partner europei. Gli investimenti in uscita rappresentavano il 27,4 % del PIL nel 2009, contro il 57,8% della media europea. I settori di interventi riguardano soprattutto i servizi (44% nel 2009, contro il 59,5% nel 2000) seguito dai prodotti industriali (29,5% contro i 32,3%) e prodotti energetici (in gran crescita al 26,1% contro l'8% del 2000).

La congiuntura economica chiede alle aziende di guardare all'estero per cercare nuovi mercati e nuove forme di partnership: crescere all'estero per crescere in Italia è l'obiettivo di sempre più imprenditori. Il dibattito sì è concentrato sull'apertura di nuovi mercati ma anche sul recupero dell'export, sulle forme di acquisizioni di fondi regionali, nazionali e comunitari, fino a soluzioni molto tecniche, come i programmi informatici per digitalizzare e automatizzare gli iter burocratici nei paesi stranieri. Agevolazioni economiche, forme di assicurazione ma soprattutto assistenza nelle strada per l'internazionalizzazione: l'incertezza e la difficoltà nel capire le regole per investire all'estero, la mancanza di conoscenze e competenze interne, soprattutto per le PMI, sono gli elementi critici emersi dalle domande degli imprenditori.

L'incontro prosegue oggi, 22 giugno, negli spazi della Fiera di Pordenone, quando si entrerà nei dettagli dei singoli Paesi attraverso una serie di incontri bilaterali tra le aziende, gli operatori Finest e i rappresentanti diplomatici commerciali e i consiglieri economici di 20 paesi: Albania, Brasile, Bulgaria, Canada, Cile, Cina, Croazia, Egitto, Federazione Russa, Kazakhstan, Moldova, Polonia, Repubblica Ceca, Germania, Giordnia, Romania, Serbia, Slovenia, Ungheria, Vietnam.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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