Economia
Treviso, salta l'incontro del premier Matteo Renzi con i delegati Electrolux. Delusione dei lavoratori
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- Pubblicato Mercoledì, 26 Febbraio 2014 10:32
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Pordenone - Dopo la visita alla scuola media Coletti, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in visita a Treviso mercoledì 26 febbraio, avrebbe dovuto incontrare una delegazione di lavoratori Electrolux di Susegana e Porcia, ma l'appuntamento è saltato per ritardo e motivi di ordine pubblico. Il premier ha invece ascoltato una delegazione di industriali, tra la delusione dei lavoratori.
"Rabbia lavoratori: ha incontrato industriali e non noi, parte male" si legge in un "Tweet".
Il sindaco di Susegana Scarpa e l'onorevole Rubinato (Pd) si sono fatti ambasciatori degli operai con Renzi, che ha annunciato che riceverà i lavoratori a Roma a metà settimana, mercoledì o giovedì.
A Treviso non sono mancati i contestatori: gruppi di "Forza Nuova" e "Forconi" hanno accolto il premier al grido di "buffone" ed hanno lanciato arance.
A genitori, insegnanti e studenti il Presidente del Consiglio ha detto: "scrivetemi una mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.".
I lavoratori di Electrolux, dopo aver appreso della visita del premier a Treviso, avevano subito chiesto di poter incontrare personalmente Matteo Renzi con una lettera, inviata alla Prefettura di Treviso.
"Con questa nostra lettera - scrivono i rappresentanti Sindacali Unitari Fim, Fiom, Uilm Electrolux di Susegana - la invitiamo a cogliere l'occasione per incontrare i lavoratori dello stabilimento trevigiano dell'Electrolux, durante la Sua visita ufficiale a Treviso di mercoledì 26 febbraio. Occasione per confermarLe e ribadire le nostre preoccupazioni, a Lei certamente note e sulle quali chiediamo una azione del Suo Governo rapida e pro attiva, al fine di consolidare e rilanciare la continuità industriale e occupazionale, nel rispetto delle condizioni complessive dei lavoratori, di questa impresa determinante nel suo settore per il territorio e per il Paese".
Gli addetti Electrolux chiedono attenzione "per la difesa del lavoro, del reddito che produce e della dignità che la persona acquisisce con esso"
"Da settimane - prosegue la lettera - stiamo protestando, anche con un lungo presidio al prezzo di ulteriori sacrifici, necessari per contrastare le inaccettabili determinazioni che la multinazionale ha esplicitato a più riprese e solo recente, dopo l'acuirsi delle tensioni e delle proteste, ha parzialmente e del tutto insufficientemente ritrattato".
Il 24 febbraio si erano svolti due importanti incontri: alla Cgil a Bologna la riunione delle Rappresentanze sindacali Fiom del gruppo Electrolux, alla presenza del segretario generale Maurizio Landini; a Pordenone, nell'auditorium della Regione, la visita del presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, in trasferta con la Commissione per conoscere da vicino le vertenze Electrolux e Ideal Standard.
A Bologna i sindacati avevano ribadito che esiste "la necessità di sviluppare un piano industriale di garanzia per la continuità produttiva di tutti gli stabilimenti italiani e la salvaguardia occupazionale, di non intacare i salari già modesti, in particolare per i livelli più bassi e di salvaguardare le condizioni di lavoro e tutele già gravemente compromesse, sia per la pressione sulle prestazioni di lavoro sia per l'età avanzata dei lavoratori".
A Pordenone Cesare Damiano ha affermato: "Ho segnalato al neo ministro Guidi la vicenda Electrolux come prima priorità da seguire, accelerando la convocazione del tavolo di trattativa conl'azienda. In proposito, una soluzione che potrebbe evitare drastiche misure sul numero degli addetti è comunque già pronta: si tratta del rifinanziamento della decontribuzione dei contratti di solidarietà".
"Contestualmente - ha aggiunto Damiano - chiediamo alla multinazionale un piano industriale in cui si salvi l'occupazione, attraverso lo spostamento in Italia delle produzioni di alta qualità, in un'ottica di salvaguardia di tutti e quattro gli stabilimenti".
Anche la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, partecipando all'incontro con Damiano, ha ribadito che "È necessario che il nuovo Governo adotti quanto prima la decontribuzione dei contratti di solidarietà, perché questo ci permetterebbe di avviare la trattativa con Electrolux con ragionevoli prospettive".
"È anche indispensabile - ha detto la presidente Serracchiani - che il nuovo Governo nazionale dia continuità ai tavoli istituiti al ministero dello Sviluppo economico su Electrolux e Ideal Standard".
In particolare sullo stabilimento della Electrolux, la presidente ha sottolineato che la presentazione di un piano industriale per Porcia rappresenta "un passo avanti, che ci permette di avviare la trattativa: occorre però tutelare i posti di lavoro e fare in modo che la produzione resti qui".
Sulla Ideal Standard, la presidente ha confermato come la concessione della cassa in deroga rappresenti una notizia positiva.
"Dobbiamo però continuare a lavorare - ha detto - per una soluzione che eviti la chiusura". Da parte sua Damiano ha confermato la linea che va nella direzione della riduzione del costo del lavoro nei settori in difficoltà: "Uno di questi settori in crisi - ha detto - è certamente quello degli elettrodomestici, e credo che risorse per stimolare l'innovazione del prodotto siano importanti".
"In Commissione Lavoro c'è un punto di vista comune sulla necessità di favorire la diminuzione del costo del lavoro incrementando le risorse per i contratti di solidarietà, in modo tale da impedire l'utilizzo della cassa integrazione e dei licenziamenti, di distribuire il monte ore su più persone e far costare meno l'ora pagata dall'impresa".
"Questo strumento non risolve ma aiuta - ha spiegato Cesare Damiano. - All'impresa bisogna chiedere che l'Italia sia destinataria di produzioni di qualità, con utilizzo di manodopera più qualificata. Quindi delocalizzare le produzioni a basso valore aggiunto ma sostituirle con quelle ad alto valore aggiunto, e vogliamo un piano industriale - ha concluso - per tutti i quattro stabilimenti".
Confcommercio FVG, economia ancora al palo. Bolzonello: rendere la Regione più competitiva
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- Pubblicato Giovedì, 20 Febbraio 2014 11:10
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - Il 19 febbraio la Confcommercio del Friuli Venezia Giulia ha presentato a Udine l'indagine di Format Ricerche su alcuni indicatori economici delle imprese di commercio e servizi nel quarto trimestre del 2013. L'inchiesta ha riguardato oltre 1.500 imprese regionali.
In sintesi, negli ultimi 3 mesi dello scorso anno i ricavi delle imprese sono rimasti al palo; di conseguenza sono aumentate le difficoltà finanziarie. Per la produzione è sempre più necessario far ricorso al credito, ma le banche non concedono fidi.
Nonostante ciò le aziende manifestano una moderata crescita di fiducia. Gli imprenditori della regione giudicano la situazione locale preoccupante, ma meno grave rispetto al terzo trimestre del 2012.
I prezzi applicati dai fornitori si sono abbassati, come pure i tempi di pagamento da parte dei clienti.
Dal lato del fabbisogno finanziario, le imprese hanno sperimentato difficoltà crescenti, a causa del doppio effetto dei mancati ricavi e della stretta creditizia.
Il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello ha preferito concentrarsi sugli aspetti positivi emersi dall'indagine: "I dati presentati oggi da Confcommercio FVG recano una serie di indicatori che ci permettono di ragionare in termini propositivi, e non di difesa; sulla base di questi numeri possiamo infatti dire che oggi è possibile rilanciare e immaginare strategie non conservative, ma di sviluppo significativo".
Bolzonello, nell'occasione, ha sottolineato che l'obiettivo di rendere competitivo l'intero "sistema Friuli Venezia Giulia" potrà dare ricadute positive a tutti i settori dell'economia e all'intera comunità regionale.
Per perseguire questo disegno, la Giunta regionale si è mossa in termini complessivi in questi primi nove mesi di attività, impegnandosi, nell'agire per contrastare la crisi, ad evitare di intervenire distintamente per ogni singolo comparto.
E i primi risultati già si intravvedono, come ha evidenziato il vicepresidente, nei dati illustrati oggi da Confcommercio, "Che sono tra l'altro il frutto - ha affermato - dell'iniezione di oltre 250 milioni di euro all'intero sistema economico e del lavoro, a fronte della crisi: un investimento che in tempi come quelli che stiamo attraversando non rappresenta certamente una entità banale".
Dal lato del credito, la Regione sta lavorando sulla riorganizzazione dell'intero comparto delle finanziarie e del sistema bancario e, superata la fase dell'analisi, sta rivedendo l'operatività di Mediocredito, Friulia e Finest, anche con il cambio di governance effettuato.
Il prossimo passaggio della riforma del sistema degli enti finanziati della Regione riguarderà i Confidi, anche andando in contrasto con il sistema bancario: perché vanno alleggerite le procedure del credito.
Bolzonello infine ha anticipato il disegno della Regione di creare un unico Distretto agroalimentare del Friuli Venezia Giulia, sull'esempio di quello di San Daniele, che è totalmente gestito da privati ed è improntato sul sostegno alla ricerca e all'innovazione.
Il percorso intrapreso dalla Regione è stato apprezzato dal vicepresidente di Confcommercio FVG Alberto Marchiori che ha commentato con favore l'ipotesi di un unico Distretto agroalimentare: strumento che potrà permettere all'intero comparto di fare sistema.
"Ci avete lasciato in mutande": imprenditori del FVG a Roma per la protesta. Le foto
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- Pubblicato Mercoledì, 19 Febbraio 2014 13:16
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - Sono state 60 mila le presenze alla manifestazione nazionale “Senza impresa non c’è Italia. Riprendiamoci il futuro” sotto le sigle Confcommercio, Confartigianato e Cna.
La delegazione di Pordenone, guidata dal presidente di Ascom-Confcommercio Imprese per l'Italia Alberto Marchiori, ha portato nella capitale un centinaio di manifestanti che si sono uniti a quelli della Confcommercio regionale e nazionale.
La centralissima piazza del Popolo è stata ribattezzata per un giorno Piazza delle Imprese. La protesta - precisano gli organizzatori - ci tiene ad essere soprattutto una proposta.
Non sono mancati striscioni ironici in quella che gli imprenditori definiscono una giornata storica: “Ci avete lasciato in mutande” uno degli slogan più gettonati. Proponiamo la galleria di immagini di Lorenzo Cardin, dell'Ascom pordenonese:
Di seguito la cronaca dei principali interventi della manifestazione.
"Siamo tanti, tantissimi - ha dichiarato Marco Venturi, presidente di Confesercenti - e rappresentiamo la stragrande maggioranza delle imprese italiane. Il prossimo governo e il Parlamento devono prendere atto di questa grande forza" e "devono cambiare registro"; 372.000 imprese hanno chiuso nel 2013, per la crisi economica e per "l'incapacità politica ed istituzionale" di affrontare la situazione.
"Noi non molleremo - ha dichiarato Venturi - saremo dialoganti ma pronti a tornare in piazza, in tutte le piazze italiane, se non avremo concrete e rapide risposte dalle nostre istituzioni".
"Siamo stanchi, stanchi: chiediamo rispetto, meritiamo più rispetto", ha gridato dal palco il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, secondo cui "non c'è più tempo" ed è "a rischio la pace sociale"; "Oggi qualcosa è cambiato - ha sottolineato - la politica non può fare finta di niente. Se non avremo risposte ci riproveremo ancora e saremo più numerosi e più determinati".
Più esplicito Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato: "Ci siamo rotti i co..... - ha gridato - non ne posso più come imprenditore e come cittadino di essere soffocato da tasse e burocrazia". Poi rivolto al premier incaricato: "Matteo stai preoccupato, se non abbasserai le tasse alle piccole imprese ti faremo nero".
"Questa manifestazione - ha concluso - non resterà solo nella nostra memoria ma nella storia, come la più grande manifestazione delle piccole e medie imprese italiane".
Stessi toni nel discorso del presidente della Cna Daniele Vaccarino: "La manifestazione di oggi èe' un evento storico: la politica deve tenerne conto". "Non abbiamo perso la speranza, abbiamo perso la pazienza - ha sottolineato - e non siamo sereni, siamo incaz... La politica ci ha deluso ma nonostante tutto siamo qui per sostenere l'Italia".
"Gli invisibili - ha detto ancora - oggi sono tornati visibili, perché le ragioni dell'impresa diventino le ragioni dell'Italia". "Vale più un urlo che tanti discorsi - ha affermato il presidente di Casa Artigiani, Giacomo Basso - vogliamo dignità".
Le richieste di artigiani, piccoli imprenditori, commercianti sono di tagliare il peso delle tasse, favorire l'accesso al credito, ridurre il peso della burocrazia, rilanciare investimenti e consumi, temi simili a quelli evidenziati dai sindacati: "Anche noi ci mobiliteremo nelle prossime settimane - ha annunciato il leader della Cisl, Raffaele Bonanni - perché i lavoratori e le imprese hanno oggi gli stessi problemi e devono marciare uniti per la riduzione delle tasse e sollecitare una svolta nella politica economica".
(Credits: Lorenzo Cardin. Licenza Creative Commons: Uso non commerciale, citare la fonte)
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